DAVOS - L'emergenza assoluta, in questo momento, è la Siria. "Della cui drammatica gravità - dice il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino - solo oggi l'opinione pubblica mondiale comincia rendersi conto". Oltre un milione di morti, milioni di rifugiati, un paese per oltre un terzo distrutto. Ma la soluzione politica di questo dramma umanitario è difficilissimo. L'incontro di Montreux, tre giorni fa, è cominciato tra gli insulti, si spera che il suo seguito, a Ginevra, sia meno carico di tensione. Il governo in carica a Damasco vorrebbe guidare la transizione, ipotesi che l'opposizione all'estero e l'intero occidente considerano non accettabile, mentre l'opposizione interna, i ribelli, è frammentata e con profondi conflitti al suo interno.

La Siria è diventato un magnete che attrae tutti i fattori di conflitto che ci sono nell'area. "Nessuno nega le responsabilità degli Stati Uniti, della Russia, dell'Europa - dice Emma Bonino - ma questa è essenzialmente una guerra interna al mondo mussulmano. Sciiti contro sunniti, famiglie sciite contro famiglie sciite e famiglie sunnite contro famiglie sunnite". La Siria è diventata il luogo di una guerra che la riguarda solo in parte. E il rischio  più grosso è che il teatro del conflitto si allarghi al Libano e alla Giordania. Se questo dovesse avvenire è difficile immaginare dove si potrebbe arrivare, il primo obiettivo politico quindi è contenerlo nei suoi confini attuali, il secondo è spegnerlo. Nel processo Emma Bonino ritiene sia opportuno coinvolgere l'Iran: "Non per gentilezza ma per una assunzione di responsabilità da parte loro". L'Iran sostiene il regime di Assad ed è uno dei veri contendenti occulti in questo conflitto, così come lo è l'Arabia Saudita.

La soluzione politica, l'unica possibile, è però lontana e richiede un percorso lungo e difficile. Tempi che l'emergenza umanitaria non può aspettare. Per questo a Davos si sono mossi insieme il finanziere e mecenate George Soros, l'ex presidente delle Nazioni Unite Kofi Annan ed Emma Bonino. Soros ogni anno in occasione del World Economic Forum incontra la stampa internazionale, e il tema delle sue conversazioni è in genere dedicato alla finanza. Quest'anno ha scelto di dedicare l'incontro all'emergenza umanitaria in Siria. Soros con la sua Fondazione si occupa soprattutto di costruzione delle istituzioni e rafforzamento della democrazia, tuttavia in due occasioni in passato si è occupato di emergenze umanitarie, in Bosnia e in  Cecenia. "In Bosnia e Montenegro - ha detto Soros parlando a Davos - la pressione dell'opinione pubblica mondiale è stata fondamentale per salvare Sarajevo. La Cecenia è invece rimasta nascosta all'opinione pubblica, come fino ad ora è accaduto alla Siria. La governance internazionale ha fallito in Siria ma noi non possiamo negare la nostra attenzione alle vittime di quel conflitto che unisce le caratteristiche di quelli di Bosnia e di Cecenia ma su una scala assai più grande". "La popolazione è priva di cibo e di medicine e muoiono più per questo che per le armi - ha detto Kofi Annan - è la più grande emergenza umanitaria di questo secolo. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fallito vergognosamente nel non riconoscere la gravità politica e umana di questo conflitto.

Ora Stati Uniti e Russia devono assumere con decisione la guida ed esercitare la massima pressione non solo sulle fazioni siriane ma anche sulle potenze regionali. Sulle armi chimiche un accordo è stato trovato, ora bisogna trovarlo subito per aprire l'accesso agli aiuti umanitari". "Assad sta usando la fame come uno strumento di guerra" ha detto ancora Annan.

"È urgentissimo ottenere il cessate il fuoco, fare qualcosa che tocchi i siriani direttamente - ha detto Emma Bonino - e riaprire i canali per fare arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione". Si stanno tentando tutte le strade, dagli scambi di prigionieri alla ipotesi di cessate il fuoco in alcune zone per cominciare. Una possibilità è offerta dalle Olimpiadi di Sochi che stanno per cominciare, tradizionalmente durante le Olimpiadi i conflitti vengono congelati, si vuole tentare anche questa strada. La Russia, che ospita le Olimpiadi in un clima assai poco sereno, potrebbe spendere il suo peso per questo.