E dopo la fonte che dall’ India ha riempito di stronzate la rete italiana ed è stata presa in grande considerazione dai giornali,tutti di una certa area che ha grossi interessi in India,dove oltre a disinformare doveva impedire che venissero fuori i veri responsabili.
E nel momento decisivo ecco apparire altri disinformatori. Il primo punto è il non riconoscimento del diritto internazionale;il secondo punto è il non riconoscimento della giurisdizione e nonostante anche la Corte Suprema ha ammesso che l’incidente è avvenuto in acque internazionali loro continuano a negare questo fatto. A differenza di Miavaldi che l’ha buttata sul tossico,sul fascismo casa pound e rin tin tin ma non ha mai risposto a niente ,tra l’altro ignora anche l’idea del diritto m internazionale il buon Matteo,il duo Abbo Accame è invece una new entry proveniente dall’ ambiente militare.
Anche per loro vale lo stesso discorso del Miavaldi,non entrano nel merito,ma prendono degli aspetti,l’aspetto fondamentale che giustifica il tutto e che i due marò sono colpevoli,e un cervello malato come quello di Abbo elabora una stana teoria sullo spiattellamento,ed ecco che Accame gli da corda,nel momento più delicato della gestione marò due disinfornatori vanno alla Carica,supportati da una serie di profili fals iCiccio,Pierre,somaro,Kinda,indicizzano la notizia anzi si lamentano pure con la Bonino perché non ha onorato i due morti,non sapendo che tra le tante stronzate dette dalla Bonino c’era anche quella che lei doveva pensare alle vedove e a chi non c’era più,denotando di essere in piena sintonia con Abbo e Accame. Sicuramente avranno promesso al comandante Abbo una bella promozione per il suo lavoro di disinformazione totale,insieme all’ Amm. Accame
A proposito per chi avesse qualche dubbio sentite Accame
“VICENDA MARO’
DOVE SI TROVAVA LA LEXIE AL MOMENTO DELL’ AZIONE DISSUASIVA NEI RIGUARDI DEL PESCHERECCIO ST. ANTHONY
IN ACQUE INTERNAZIONALI, OPPURE NON IN ACQUE INTERNAZIONALI, MA IN ACQUE CONTIGUE (ENTRO LE 24 MIGLIA)? LA SENTENZA DELLA SUPREME COURT DI NEW DELHI (18/01/2013)
La risposta è stata fornita dalla Supreme Court di New Delhi nella sentenza del 18/01/2013, dove si afferma che il fatto avvenne a 20,5 miglia dalla linea costiera (acque contigue). Tale sentenza non è stata contestata e nessuno ne ha provato la possibile falsità. Dunque cade tutta la ricostruzione che è stata fatta della vicenda, ricostruzione basata sul falso presupposto che la Lexie si trovasse in acque internazionali e quindi l’Italia potesse accampare diritti di giurisdizione”.
Sanno tutti che le acque territoriali si estendono fino alle 12 miglia,che ancora non c’è un mandato d’accusa e che stanno cercando di estendere la sue act anche a questo caso e gli indiani non hanno dato ancora risposte Accame e Miavaldi invece si le hanno date.
E chi avesse ancora dei dubbi sul loro ruolo di disinformatori si legga quello che propone Accame,ma prima di inserire volevo aggiungere un'altra riflessione,le loro idee non le pongono nei gruppi fb normali,in questi gruppi loro non esistono ma solo nei gruppi nati per sostenere i marò,chiaramente questi gruppi interessano al mandante e' la che questi devono agire
“Ritengo anche, per incidere sull’ atmosfera processuale - scrive Accame al presidente Napolitano - potrebbe essere giovevole far pervenire al governo indiano il più sentito cordoglio per quanto accaduto, un cordoglio espresso al più alto livello politico possibile. Tenuto conto anche dell’umanità dimostrata dall’ India nell’ aver consentito per due volte l’invio in Italia dei marò, ed in considerazione dei forti vincoli che all’ India ci legano”.
L’ammiraglio Accame chiede espressamente al Capo dello Stato d’intervenire sul Consiglio Supremo di difesa: struttura che certo non brilla per attività. Sarà forse una coincidenza, ma del Consiglio di Sicurezza è parte integrante l’attuale Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Binelli, che all’ epoca dei fatti autorizzò, tramite l’ammiraglio Marzano, l’ingresso della Enrica Lexie nel porto di Kochi. In sostanza Binelli autorizzò la consegna dei nostri soldati nelle mani indiane. La sciagurata autorizzazione godeva peraltro dell’ avvallo dell’ allora capo di stato maggiore della marina, l’ammiraglio Branciforte, che ordinò all’ addetto navale italiano (che risiede a Nuova Delhi) di presenziare alle operazioni d’arresto dei marò quando la Lexie fosse attraccata nel porto di Kochin. Con tale autorizzazione (di fatto un ordine di consegna per i nostri militari) si permetteva che una nave con due cittadini italiani (due militari,due padri di famiglia…) entrasse nelle acque territoriali di un paese, l’India,dove vige la pena di morte.
La lettera dell’ammiraglio Accame al Capo dello Stato si propone due obiettivi:ascoltare Abbo, onde impiegare il suo lavoro al meglio ed in modo corretto, e attivare finalmente un’indagine su tutta la gestione della vicenda. Definire le responsabilità, pur con qualche autocritica, potrebbe farci apprezzare come una nazione più seria. Approcciando l’India con nuove e determinanti frecce al nostro arco, e sempre col fine ultimo di riportare in Italia i due militari.
fonte : https://www.facebook.com/notes/elfrid-bianchi/mar%C3%B2disinformazione-totale-occhio-ad-accame-ed-abbo-le-new-entry/596407830438053
tramite http://veraitalia.blogspot.it/2014/01/marodisinformazione-totale-occhio-ad.html?spref=fb
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