CORRADO PASSERA
A chi non piacerebbe comprare un titolo che rende il 33 per cento l'anno? Altro che Bot, altro che Btp. Un'obbligazione sicura, sicurissima. Investite diecimila euro e dopo quattro mesi (quattro!) ve ne tornano indietro più di 11 mila. Fantastico.
Nel 2006, Banca Intesa ha comprato 300 milioni di questi titoli miracolosi. Complimenti. Particolare importante, il gruppo bancario milanese ha prontamente restituito i ricavi dell'operazione alla controparte che l'aveva proposta. Insomma, al venditore, che nel caso in questione era l'istituto svizzero Credit Suisse, tramite una propria controllata con sede in Inghilterra.
CORRADO PASSERA
Come si spiega questo affare in apparenza illogico? Semplice, la compravendita di titoli aveva un solo scopo. Quello di creare un flusso di interessi sul quale Banca Intesa potesse ricavare un credito d'imposta.
Insomma, tutto quel giro di soldi non ha nessuna giustificazione economica. È un'impalcatura costruita con l'unico obiettivo di ottenere dei vantaggi fiscali. In estrema sintesi: la banca realizza un profitto milionario e a pagare il conto sono le casse pubbliche.
CORRADO PASSERA E FAMIGLIA
Parte da qui, da questo gioco di sponda tra Intesa e il Credit Suisse l'indagine che vede tra gli indagati Passera, nel frattempo passato dalla poltrona di numero uno del gruppo creditizio milanese a quella di ministro dello Sviluppo. L'inchiesta è stata aperta a Biella perché all'operazione ha partecipato una pattuglia di banche controllate da Intesa. Ognuna si è presa una fetta del profitto complessivo. Tra gli istituti coinvolti compare, appunto, anche Biverbanca, che ha sede a Biella e fino al giugno del 2007 faceva capo alla banca allora guidata da Passera.
CORRADO PASSERA
Non finisce qui, perché secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano all'operazione con il Credit Suisse, o ad altri affari simili a quello, hanno partecipato anche la Banca di Trento e Bolzano, la Popolare Friuladria, la Cassa di risparmio di terni, quella Ascoli Piceno, quella di Rieti e infine la Cassa di Spoleto e quella Parma e Piacenza. All'epoca dei fatti, cioè la seconda metà del 2006, tutti questi istituti dipendevano da Intesa.
A proposito dell'inchiesta penale ieri il procuratore capo di Biella, Giorgio Reposo, ha SOTTOLINEATO COME Passera è indagato per aver firmato la dichiarazione fiscale della banca.
CORRADO PASSERA
Il fatto certo, al momento, è un altro. E cioè che negli anni scorsi alcuni istituti di credito, con Intesa in prima linea, hanno comprato a piene mani quelli che in gergo vengono definiti tax product. Ovvero prodotti finanziari che "sono concepiti per il fine esclusivo di ottenere benefici fiscali abusivi o illeciti ". Questo è quanto si legge nel processo verbale di constatazione nei confronti di Banca Intesa redatto nel giugno 2011 dal Nucleo di polizia tributaria di Milano.
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