ESERCITI MERCENARI E SERVIZI SEGRETI PRIVATI, MONOPOLI DELLA FINANZA E DELLE MATERIE PRIME, INTERE STRUTTURE ECCLESIASTICHE.
UN NUOVO STUDIO DELL'EIR DENUNCIA ALCUNI ASPETTI MENO NOTI DELL'IMPERO BRITANNICO.
NELL'ULTIMO NUMERO DI AGOSTO la rivista Executive Intelligence Review (EIR) presenta nuove e sensazionali rivelazioni sulla cospirazione britannica, "l'impero invisibile", la cui forza si colloca in strutture capaci di eludere e più spesso usurpare la sovranità degli stati nazionali. Solidarietà ripropone al pubblico italiano questo aggiornamento qualitativo di un quadro, già abbozzato in precedenza [Solidarietà: n.1, gennaio 1995; n. 5, ottobre 1995; n. 2, aprile 1997], del controllo esercitato dalla Corona britannica sui grandi monopoli delle materie prime e degli alimentari, sulla finanza, sulle strutture sovrannazionali dell'ecologismo, sugli eserciti mercenari privati, sulle chiese anglicane e, in ultima analisi, sulle innumerevoli formazioni politiche che propongono in ogni parte del mondo il "liberismo", la micidiale arma ideata dallaCompagnia delle Indie Orientali.
Nel servizio sull'impero invisibile, l'EIR imette a fuoco in particolare il modo in cui la Corona inglese utilizza delle strutture private -- dal settore militare a quello ecclesiastico, oltre a quello degli affari -- con le quali persegue la sua strategia volta a disgregare gli stati nazionali per ristabilire un ordine feudale, in un mondo che rapidamente entra in una nuova epoca oscurantistica.
Il modello generale di funzionamento di questa struttura privata è quello della Compagnia delle Indie Orientali che fu stabilita in Inghilterra nel 1600 per amministrare l'India come un territorio privato e per combattere le Guerre dell'Oppio contro la Cina del secolo scorso. La Compagnia era amministrata da un consiglio di azionisti che facevano riferimento ad un "comitato segreto" composto da tre individui capaci di rappresentare contemporaneamente gli interessi della Corona e dei potentati finanziari della City.
Quando la congiuntura politica diventava particolarmente impegnativa, i "pezzi grossi" della Compagnia passavano a prendere direttamente le redini del governo, come fece lord Shelburne alla fine del 18° secolo. Anche oggi, nel governo di Tony Blair figura un personaggio come sir David Simon che è al tempo stesso presidente della British Petroleum.
Oggi, dietro il Commonwealth britannico si cela un gruppo di famiglie, poche migliaia, che compone il Club delle Isole, la struttura subentrata in epoca moderna alla vecchia "Compagnia". Invece delle cannoniere oggi il dispiegamento militare riguarda gli specialisti di guerra "irregolare" dello Special Air Service (SAS), elementi addestrati a istigare guerre di bande secondo i canoni esposti nel manuale "Gangs and countergangs", scritto dal gen. Frank Kitson a seguito della sua esperienza in Kenya dove negli anni Cinquanta mise i feroci Mau-Mau contro la popolazione locale. Oggi questa esperienza viene tragicamente ripetuta con fantocci come Museveni in Uganda, Paul Kagame in Ruanda e Kabila nel Congo.
Tra le strutture private l'EIR denuncia:
1) I mercenari "privati" che passano sotto il nome di "società private di sicurezza", compreso qualche tentacolo nel settore giudiziario.
2) Le vaste operazioni che banche e cartelli minerari stanno compiendo in America Latina.
3) La rete dei circoli militari e delle sette religiose diffusi sul territorio statunitense.
PRIVATIZZAZIONI DELLA SICUREZZA
Quest'ultima fase del lavoro di ricerca dell'EIR è partita a seguito di un seminario ad alto livello tenuto il 24 giugno dalla DIA, la Defence Intelligence Agency, sul tema della "Privatizzazione delle funzioni di sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana".
Dalle poche pagine di resoconto diffuse al pubblico risulta che i partecipanti -- militari del Pentagono, imprese legate alla difesa, personale di ambasciate africane, accademici, funzionari dell'ONU e delle sue NGO e i rappresentanti delle ditte di sicurezza inglesi Executive Outcomes e Sandline International -- hanno discusso dei pro e contro dell'utilizzo di "corporations" private di mercenari a cui commissionare i compiti precedentemente svolti da esercito e polizia degli stati.
Nessuno dei partecipanti pare essersi reso conto che il contesto strategico della discussione è quello del progetto britannico di ridisegnare la carta geografica dell'Africa per ricolonizzare il continente nero, stabilendo un controllo ferreo sulle riserve strategiche di materie prime del pianeta.
L'EIR ha così raccolto negli Stati Uniti, in America Latina, in Europa e in Australia le prove che le imprese di sicurezza "private" in realtà rispondono agli ordini e ai disegni della Corona britannica.
Le imprese di sicurezza Crown Agents e Corps of Commissionaires, centralizzano in realtà tutta la pletora di ex militari -- specialisti del Special Air Services (SAS), gli "scouts" sudafricani, i poliziotti e i militari "regolari" -- che una volta congedatisi passano a lavorare con imprese "private". Crown Agents ed i Corps sono controllati da alti ufficiali vicini alla famiglia reale o al Privy Council.
Le attività dei mercenari inglesi non debbono essere viste come occasioni di fare fortuna contese tra canaglie in competizione tra loro, ma come una componente altamente controllata dell'impero "invisibile".
Adesso tocca all'America Latina
L'America del Centro e del Sud è attualmente invasa dalle stesse forze dei cartelli delle materie prime, delle società finanziarie, e delle compagnie di sicurezza che stanno decimando la popolazione africana.
I cartelli inglesi sono piombati su Colombia, Cile, Argentina, Venezuela, Messico e Perù. in Brasile contano sul "Movimento dei senzaterra", legato ai cartelli della droga. In Colombia la British Petroluem sta mettendo il territorio sotto il controllo dei mercenari di Defence Systems Ltd. grazie alla cooperazione del narco-presidente Ernesto Samper Pizano.
Se lo scenario denunciato dall'EIR può sembrare un'esagerazione questo è dovuto al fatto che la manovra avvolgente condotta dai tentacoli inglesi è sufficientemente camuffata da non destare l'inquietudine delle vittime. Se si cerca infatti di analizzare il fenomeno "dal di sotto", senza tenere bene in mente che il contesto è quello di una struttura piramidale di potere il cui funzionamento va analizzato partendo "dal vertice", allora si potrà bere la storia secondo cui l'impero britannico sarebbe roba del passato, di cui si parla solo nei libri di storia, che la monarchia inglese starebbe lì per le cronache rosa e per i turisti, mentre quello che succede in Africa e America Latina sarebbe solo la conseguenza della democrazia, del libero mercato e della globalizzazione, mentre nessuno complotterebbe contro gli stati nazionali, ma ci sarebbe da ammettere una buona volta che questi hanno semplicemente fatto il loro corso e sono caduti in obsolescenza con la fine del comunismo e dei blocchi contrapposti.
Un nuovo Pantheon
Un'altra parte dell'offensiva imperiale britannica passa per la Chiesa d'Inghilterra e la Comunione Anglicana, una struttura che sin dall'inizio fu costituita come ministero del culto dell'impero, così come lo era il Pantheon della Roma pagana.
In particolare attraverso le sette "evangeliche" e "carismatiche", attraverso strutture imperiali come la Church Missionary Society e attraverso il Consiglio Mondiale delle Chiese controllato dalla Comunione Anglicana, oggi la Chiesa d'Inghilterra, il cui capo è ufficialmente la regina, ha un ruolo notevole nelle "strategie della tensione", il terrorismo che colpisce l'Africa, l'America Latina.
Le sette dei "carismatici" anglicani e dei vari Israeliti Britannici hanno per tutto il 20° secolo affondato le proprie radici nel territorio nemico, cioè negli Stati Uniti, ed hanno raccolto le truppe per movimenti anti-americani come il Ku Klux Klan e gli elementi più fanatici nel movimento delle Milizie, costituendo un fenomeno che oggi ha raggiunto dimensioni sconcertanti con le spettacolari adunate oceaniche dei "Promise Keepers" o di "Success 97".
A sua volta questa gente condivide appieno l'ideologia ecologista e federalista con le quali il principe Filippo ha edificato il WWF ed altri cartelli ecologisti. Un ampio lavoro di giornalismo investigativo sullo sconcertante retroterra inglese del fondamentalismo americano è pubblicato nel numero di novembre di Solidarietà. - [Solidarietà, anno V, n.5, novembre 1997] - I Crown Agents: la grande logistica dell'impero
La perla eredita dall'amministrazione coloniale vittoriana raccoglie i manager incaricati della logistica nei territori del Commonwealth, ma anche nelle "aree difficili" poste sotto la giurisdizione dell'ONU o sotto quella del crimine organizzato.
Sulla carta Crown Agents si chiama "Crown Agents for Overseas Government and Administration", è acquartierato a Surrey, nella periferia londinese e dice di essere una corporazione privata non a scopo di lucro, che si occupa della logistica e del subappalto di tutta una serie di commissioni per la "British Overseas Development Administration" (dipartimento per gli aiuti internazionali del ministero per lo Sviluppo d'Oltremare, ex Colonial Office) per enti diversi impegnati all'estero e per governi stranieri.
Siamo di fronte al solito esempio di "understatement" britannico perché in realtà la Crown Agents è proprio quello che dice il nome, gli agenti della corona. Fu fondata nel 1833 come Crown Agents for the Colonies, colonna portante di quello che qualche storico chiama "Il terzo Impero" , la grande espansione colonialista iniziata appunto intorno al 1830.
Mentre lord Palmerston, Cecil Rhodes, il principe Edoardo Alberto (il principe delle Isole) e lord Milner provvedevano alla strategia ed alle basi ideologiche dell'impero, la Crown Agents si occupava della routine quotidiana: stampare banconote e francobolli per le colonie; fornire i servizi tecnici, ingegneristici e finanziari; svolgeva le mansioni di banca privata per le autorità monetarie delle colonie, per i funzionari di governo ed i capi di stato; si occupava di armare, vestire e versare la paga alle truppe coloniali. Quest'organismo che svolgeva tutte le mansioni dell'economato dell'impero giunse ad amministrare 300 tra colonie e paesi nominalmente indipendenti, "alleati" della corona inglese.
Nello statuto di Crown Agents c'è scritto nero su bianco che l'organismo è una "Emanazione della Corona". Ovvero, funziona agli ordini della corona e al di fuori della giurisdizione degli enti governativi. A capo dell'ente c'è il ministro delle Colonie che in era post-coloniale si chiama ministro per lo Sviluppo d'Oltremare. Sebbene formalmente non fosse un dipartimento del governo, tutto il debito della Crown Agents era garantito dallo Scacchiere fino al 1996, cioè fino alla sua "privatizzazione".
Da allora l'impresa ha una amministrazione propria, ma funziona anche come holding per una pletora di altre imprese e joint venture. Le sue azioni sono in mano alla Crown Agents Foundation con un consiglio d'amministrazione ed un comitato dei consiglieri che rappresentano una galleria di esponenti del Club delle Isole, come pure di enti governativi, grandi banche, grandi corporations ecc.
Le aree difficili
Nel resoconto del 1996 si legge che le numerose sussidiarie della Crown Agents svolgono ancora le molteplici attività di logistica, di stampa di francobolli e banconote, consegna di commissioni di armi ecc. Secondo i suoi portavoce, queste operazioni vengono compiute nelle "aree difficili".
Sono ancora 150 i governi e le organizzazioni straniere, chiamati "principals", per cui l'impresa funziona appunto come "agents". In alcuni casi si tratta anche di amministrazioni finanziarie e di servizi bancari "off-shore". Complessivamente si tratta di gestire progetti per circa 3 miliardi di dollari e solo il portafoglio azionario si stima sul miliardo di dollari.
Alcune delle operazioni attuali sono le seguenti:
Amministrazione dell'intero servizio doganale del governo del Mozambico; Presidenza della Europa SA, che a sua volta amministra i fondi per la ricostruzione economica in Bosnia e altre iniziative dell'ONU. Insieme alla ES-KO monegasca, Crown Agents fornisce i rifornimenti alimentari alle truppe di pace dell'ONU in Angola e in Bosnia. Qualche lettore avrà già notato che questi "servizi" -- forniture di armi, controllo delle frontiere e attività bancarie off-shore -- sono proprio ciò di cui il crimine organizzato internazionale ha bisogno per prosperare.
I primi collegamenti di Crown Agents al crimine internazionale risalgono a metà degli anni Settanta quando l'impresa rimase vittima della propria ingordigia speculativa nel settore immobiliare. A seguito dello shock del petrolio l'ente finì sull'orlo della bancarotta e dalle indagini risultò allora che aveva un portafoglio di titoli di varia natura per 4 miliardi di sterline ed era proprietaria di una serie di banche in tutto il mondo dalle caratteristiche a dir poco sospette.
La Banca d'Inghilterra dovette sborsare centinaia di milioni di sterline per il salvataggio della Crown Agents, mentre il governo aprì tre indagini sulla sua esposizione nel settore immobiliare. La verità sui risvolti criminali delle operazioni speculative però fu evitata dal pronto suicidio del direttore finanziario dell'ente nel momento in cui doveva dare la sua deposizione.
Diamo un'occhiata ai soci della Crown Agents all'epoca del crac. Fino al 1983 l'impresa ha gestito le fortune personali del sultano del Brunei, che altrimenti finanziava ogni sorta di progetti privati del principe Filippo e del principe Carlo, come pure operazioni di spionaggio in tante parti del mondo, a cominciare dalle operazioni Iran-Contras di George Bush. Le attività connesse erano tali che quando il sultano decise di ritirare i suoi 3,5 miliardi di sterline dalla Crown Agents questa fu costretta a licenziare 400 dipendenti.
Una delle banche off-shore della scuderia della Crown Agents tra gli anni Sessanta e Settanta era la Trade Development Bank, allora di proprietà di Edmond Safra. Membro del "Club 1001" (i grandi finanziatori del WWF), Safra ebbe per molti anni gli agenti dell'anti-droga USA alle costole che solo nel 1990 riuscirono finalmente ad accertare che la sua Republic National a New York era una delle riciclatrici preferite sia del Cartello di Meddelín che dei trafficanti di eroina e di hascisc che operano dal Libano.
Nel 1967 Crown Agents acquistò, con il 40% delle azioni, il controllo della E.D. Sassoon Bank. La banca era stata fondata da sir David Sassoon, che nel secolo scorso aveva messo in piedi in Cina ed in India attività bancarie che fiorirono con la Guerra dell'Oppio, e fu poi trasferita nelle Bahamas negli anni Quaranta, quando quelle colonie inglesi venivano attrezzate come centro di riciclaggio di denaro sporco. Le credenziali della banca erano talmente dubbie che persino la Banca d'Inghilterra inizialmente fece difficoltà ad avallare la richiesta d'acquisto della Crown Agents. Con il crac del 1973 la Sassoon fu acquisita dalla Standard and Chartered Bank, che attualmente figura nel Comitato dei Consiglieri della Crown Agents.
Crown Agents fece investimenti notevoli nello Stern Group of Companies, gruppo controllato da William Stern. Quando questo gruppo finì in bancarotta le conseguenze si fecero direttamente sentire sulla Crown Agents. Stern era un affarista americano legatissimo al boss della mafia Meyer Lansky, ed i collegamenti tra i due passavano per Sylvain Ferdman. La rivista Life denunciò Ferdman come l'elemento di collegamento di Lansky con le banche svizzere implicate nel riciclaggio dei soldi sporchi.
Cognato di Stern era poi Tibor Rosembaum, presidente della International Credit Bank (BCI). Secondo Life, la BCI era un paravento di Lansky attraverso cui passarono inoltre certi finanziamenti per alcune operazioni segrete del Mossad israeliano.
Anche la BCI fu travolta nella bancarotta che colpì Stern e la Crown Agents. Le indagini dei collegamenti con Lansky furono insabbiate con il salvataggio della Crown Agents e il "suicidio" del capro espiatorio.
Dopo il fallimento, la ristrutturazione delle attività di Crown Agents fu affidata a sir John Cuckney, ex alto ufficiale dello spionaggio MI-5, passato al servizio della Lazard Fréres, anche noto come uno dei personaggi più informati della City. Sotto il suo comando furono insabbiati gli scandali e le attività vennero ridefinite per gestire il traffico di armi.
Trasferì al ministero della Difesa la Millbank Technical Services che sotto la Crown Agents si occupava di gestire le commissioni di armi. Nel settore bancario invece accorpò tutte le attività, rispettabili e meno rispettabili, in quella che successivamente diventò la famigerata BCCI, la Bank of Credit and Commerce International, quella che in una sua deposizione l'ex direttore della CIA Robert Gates definì, giocando sulla sigla, "la banca internazionale di criminali e canaglie".
La BCCI fu al centro dei traffici di oppio della Mezzaluna d'Oro (Pakistan, Afghanistan, Iran) che proliferarono durante la guerra in Afghanistan tra il 1979 ed il 1989. Il fallimento della BCCI nel 1991, che ha vaporizzato titoli bancari per 20 miliardi di dollari, è stato il più grande della storia moderna.
Una volta completata la ristrutturazione di Crown Agents, nel 1978 Cuckney passò a capo della Midland Bank, nella quale aprì subito una nuova sezione internazionale attrezzata principalmente per finanziare il traffico internazionale di armi.
Quando la Thatcher traslocò al numero 10 di Downing Street, Cuckney diventò uno dei principali consiglieri del nuovo Premier inglese. I suoi servizi sono stati ricompensati col titolo di lord Cuckney di Millbank, in riferimento alla "Millbank Technical Services" che egli mise accortamente al riparo dagli scandali della Crown Agents.
La Crown Agents oggi
Da più parti si cerca oggi di dire che la Crown Agents è ridotta all'ombra di quella che fu un tempo, che è stata "riformata". In realtà le sue tracce sono ben visibili nelle forniture di armi servite per incendiare la regione dei Grandi Laghi in Africa, per armare il carnefice Museveni in Uganda.
L'attuale direttore è David H. Probert, salito al vertice dell'impresa nel 1981. In precedenza Probert stava nel consiglio della Birmingham Small Arms Company, una delle più famose produttrici di armi inglesi, e in quello della Rockwool, sussidiaria di una grande impresa danese che è stata tra i principali azionisti della Defence System Limited. Oltre a Probert, che è insignito del grado di Comandante del British Empire, nel vertice di Crown Agents figurano: A.K. Stewart-Roberts, proveniente dalla S.G. Warburg, una delle merchant banks più famose della City; P.F. Berry, che figura anche nella direzione di Transparency International. F. Cassel, ex direttore per l'Inghilterra della Banca Mondiale e del FMI. - [Solidarietà, anno V, n.5, novembre 1997]
LE FORZE ARMATE IRREGOLARI DI SUA MAESTÀ BRITANNICA
Più che sulle guardie in colbacco, i Windsor contano sulle forze irregolari per alimentare in tutto il mondo i conflitti etnici e regionali, soprattutto usando come veicolo gli ambienti dell'ONU.
In quella che si vanta di essere la democrazia più antica d'Europa, il comando di tutte le forze armate dell'Impero Britannico e del Commonwealth è nelle mani della regina Elisabetta II.
È uno dei "Prerogative Powers" della Corona e si estende alle entità militari privatizzate che sono state prodotte e sono di fatto controllate dallo Special Air Service (SAS) e dai Corps of Commissionaires.
I "Prerogative Powers" sono poteri discrezionali il cui esercizio non è soggetto a controllo giudiziario o del parlamento, e vengono gestiti attraverso il Privy Council, il Consiglio della Corona composto da circa 400 elementi selezionati dall'élite parlamentare, ecclesiastica, militare e di sicurezza.
Nessun atto del Parlamento inglese entra in vigore senza l'approvazione, "Orders in Council", cioè accettato dalla regina e reso pubblico dal Consiglio.
Ogni settimana la regina presiede l'incontro del Comitato Congiunto dell'Informazione, in cui si fa il punto sulle attività dei servizi segreti.
In Canada il Privy Council ha un suo ufficio ad Ottawa, con un suo coordinatore responsabile ed un segretariato, presieduto dall'amministratore personale di Elisbetta, incaricati di riferire alla sovrana le attività di informazione e di sicurezza che si svolgono nello stato del Commowealth di cui è sovrana. Gli uffici del Privy Council di Ottawa ammettono che la struttura canadese del Privy dovrebbe riflettere quella centrale londinese, ma una documentazione non è disponibile al pubblico.
La regina tiene i contatti coi servizi militari attraverso il capo di Stato Maggiore e il suo segretario dei Servizi di Difesa. A palazzo confermano che la regina visita regolarmente i corpi dei servizi e si tiene aggiornata sulle loro attività. Alle operazioni più importanti, che sono quelle segrete e irregolari, si aggiungono anche notevoli operazioni di contingenti militari dispiegati sotto la bandiera inglese o nei corpi dell'ONU in molte parti del mondo, soprattutto in Africa e Medio Oriente, ma anche in Europa.
Operazione Locke
Una delle operazioni segrete che finì sui giornali, che dà una dimensione delle attività in questione, fu l'Operazione Locke, avvenuta in Sud Africa tra il 1989 ed il 1990, di cui Solidarietà ha riferito nel numero del gennaio 1995. Coi finanziamenti del principe Bernardo d'Olanda (ex SS nazista) e sotto la bandiera del WWF del principe Filippo d'Edimburgo, gli alti ufficiali del SAS, tra cui il capo delle guardie del corpo della sovrana, col. David Stirling, costituirono in africa un ente privato, il KAS, che affidarono ad un "eroe" della guerra delle Falkland, il col. Ian Crooke del 23mo reggimento del SAS.
L'operazione si giustificava con l'alto ideale di dissuadere con le cattive, armi alla mano, i cacciatori di frodo, i trafficanti di zanne d'elefante e di corni di rinoceronte. In realtà, a parte il fatto che la caccia di frodo e i traffici poi li facevano proprio quelli del KAS, la cosa grave fu che troppi dei "bracconieri" assassinati risultarono essere importanti dissidenti del regime sudafricano e altri attivisti politici. A spalleggiare quelli del KAS erano allora degli assassini professionisti sudafricani, come Craig Williamson e Ant White, che sono implicati nell'assassinio del premier svedese Olof Palme.
Prima che lo scandalo raggiungesse dimensioni tali da consigliare lo smantellamento dell'operazione, il KAS mietè centinaia di vittime non soltanto in Sud Africa, ma anche in Namibia, Zimbabwe, Mozambico e nelle Seychelles, ed inoltre istigò conflitti razziali, quelli della "terza forza" in Sud Africa, in cui le vittime si contano nell'ordine delle migliaia.
Intraprendenza britannica
C'è da prendersela con qualche colonnello troppo esuberante oppure questa politica è decisa dai massimi vertici di Londra?
Il 29 marzo 1995 il Royal Institute for International Affairs (Chatham House) ha patrocinato insieme al governo inglese una conferenza intitolata "L'Inghilterra nel mondo" presso il Centro conferenze regina Elisabetta II. Il senso dei lavori è stato riferito da John Ashworth: "Temo che gli inglesi stiano diventando più intraprendenti perché il programma politico seguito nei 30-40 anni successivi al 1945, in cui l'establishment britannico, l'élite politica, si riproponeva il compito di gestire un declino ordinato, adesso è finito. Ne abbiamo avuto abbastanza".
All'avvenimento per celebrare la riscossa inglese non poteva certo mancare sir Henry Kissinger, l'ex segretario di Stato USA che proprio a Chatam House nel 1982 si dichiarò esplicitamente un agente di influenza inglese nelle due amministrazioni Nixon e Ford. Per questo fu insignito del grado di cavaliere comandante dell'Ordine di San Michele e San Giorgio.
Tra i nomi più illustri della politica inglese, grondanti di titoli cavallereschi, collari e medaglie, spiccavano anche il maresciallo sir Peter Inge, che era capo di stato maggiore della Difesa, e sir Michael Rose. Quest'ultimo era appena rientrato a Londra dopo aver comandato la scellerata missione dei berretti blu dell'ONU in Bosnia e si preparava ad assumere il comando dello Staff College, la scuola di guerra. Rose ha puntato contro lo stato nazionale, con la dovuta cautela: "Credo che dobbiamo sviluppare... tutta una serie di dottrine nuove, nuovi concetti e nuove strategie per affrontare queste nuove forme di disordine mondiale traenti origine dalle differenze etniche, religiose e nazionali. Le Nazioni Unite hanno fatto un primo passo considerevole in tale direzione...
"Quando ho lasciato l'incarico ho riferito al segretario generale dell'ONU [Boutros-Ghali] che per affrontare in maniera più efficiente il problema si dovrebbe ricorrere all'impiego di forze militari regionali, affidando loro le missioni di pace -- in quel caso si trattava della NATO. ...
"Dobbiamo forse imparare a lavorare meglio con le organizzazioni di aiuto [che poi sono soprattutto le NGO dell'ONU] perché esse vedono spesso nei militari la causa di tutti i problemi piuttosto che una loro soluzione..."
In conclusione Rose ha detto di aver visitato molte scuole di guerra, anche all'estero, constatando che il tema delle truppe di pace dell'ONU suscita grande interesse, e che "si sta sviluppando una forma nuova di dottrina in cui l'Inghilterra ha preso la guida".
Il maresciallo sir Peter Inge ha detto che l'Inghilterra è impegnata in cinque missioni di pace dell'ONU. "Di conseguenza oltre 46 mila militari sono attivi fuori del Regno Unito: Falkland, Honk Kong, Brunei, Cipro, Gibilterra, Germania, Medio Oriente, Caraibi". Nel corso dei lavori è inoltre emerso che le forze inglesi sono impegnate in ben 40 paesi, ma che molti degli incarichi di queste missioni sono segreti.
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