Il cosiddetto "piano di salvataggio", ovvero il prestito concesso nel 2010 ad Atene da Ue, Bce e Fmi (la cosiddetta 'Troika') "non salvo' la Grecia ma salvò le banche tedesche e francesi". Il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, non h apeli sulla lingua in merito al duro confronto tra Grecia ed Europa su deficit e austerità. Ed in effetti non va molto lontano dal bersaglio, se si pensa che il debito iniziale della Grecia corrispondeva a circa dieci miliardi poi lievitato, per effetto degli interessi, più di venti volte tanto.
La prova indiretta di quanto afferma Varoufakis, intervistato da 'The Guardian', arriva dagli stessi conti della Germania per quanto riguarda il bilancio delle perdite. Un bilancio quasi in pareggio perché se la Grecia dovesse lasciare l’euro a Merkel costerebbe 77 miliardi. Un miliardo in più per farla rimanere alle condizioni dettate dai greci. Tutto si regge su un delicato sistema di equilibri politici, quindi. "L'opinione pubblica e' stata spinta a credere che fosse denaro dato ai greci – continuaa Varoufakis -. l'opinione pubblica greca e' stata spinta a credere che fosse la sua salvezza", ha aggiunto. Varoufakis, inoltre, che ammette l'inesistenza di un 'Piano B' qualora fallissero le trattative con i creditori, non sembra così contrario alla teoria dell'Armageddon. “La mia risposta è – dice - 'facciamolo accadere'. Questo e' il mio piano 'B'". Interrogato sulle possibili conseguenze di un default e di un'uscita di Atene dall'euro, il ministro ellenico replica che "e' come domandarmi che succede se una cometa colpisce la Terra: non ne ho la minima idea". Cosciente delle casse vuote, il ministro delle finanze Yanis Varoufakis torna sul problema del debito: per i creditori "un taglio è preferibile a una estensione delle scadenze", perché‚ "tutti sanno che la Grecia non sarà mai in grado di sostenere il debito attuale senza un nuovo contratto".
Lunedì si aprirà un confronto sul piano tecnico, ma non è chiaro se la cornice politica sia ancora quella giusta per l’accordo. Per il presidente della Commissione Jean Claude Juncker siamo "molto lontani" da un compromesso, e per quello dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem la faccenda è "molto complicata", le opzioni "limitate" e quindi resta "pessimista". Intanto il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, ha telefonato ad Alexis Tsipras, per esprimere il sostegno degli Usa alla Grecia e auspicare un esito positivo dei negoziati in corso fra il governo di Atene e i partner dell'Eurozona. Di diverso tono i segnali che arrivano dai mercati. Lo spread tra i titoli ellenici decennali e il Bund tedesco crolla a 864 punti base da 940, mentre la Borsa di Atene archivia l'ultima seduta della settimana col botto, mettendo a segno un rialzo di oltre il 5%. Sugli scudi proprio le banche: National sale del 16%, Attica del 13,2% e Alpha Bank del 12,8%.
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