La Germania è di fronte al fallimento delle sue scelte e stiamo vivendo un momento nazionale
“A Minsk, c'è stato un vincitore e, bisogna riconoscerlo, è Vladimir Putin. Nel caso della crisi greca, la questione è più complessa. Quello che si può dire è che viviamo un momento storico sia per il ritorno della Russia sulla scena europea sia per il fallimento di una certa idea di costruzione europea”. Lo dichiara Jacques Sapir in un'intervista rilasciata a Le Figaro, in cui l'economista francese mette insieme sia la crisi militare ucraina e quella economica greca.
In caso di fallimento delle negoziazioni con l'Unione Europea, che vedranno il prossimo round lunedì prossimo per un nuovo Eurogruppo, il ministro delle finanze russo, M. Siluanov, ha già fatto presente che il Cremlino sarebbe pronto ad un prestito diretto. Ma, prosegue Sapir, non si tratta di una possibilità molto probabile. Qualora la Grecia dovesse dichiarare default e uscire dall'euro, allora è probabile un accordo di swap tra la Banca centrale greca e quella russa per permettere ad Atene di tornare ad una moneta nazionale con delle riserve di valuta sufficienti. E' molto probabile che di questo abbiano parlato i ministri degli esteri dei due paesi nell'incontro di mercoledì.
Qualunque sia la conclusione delle due crisi, prosegue Sapir, è chiaro che l'equilibrio geopolitico dell'Europa cambierà. La Germania è di fronte al fallimento delle sue scelte: ha accettato un meccanismo federale, l'euro, ma a considizione che non si trasformasse in un'unione di trasferimenti, vale a dire una logica realmente federale che costerebbe alla Germania più o meno il 10% del suo Pil. Berlino ha beneficiato molto, troppo, da questa situzione fino ad ora, ma oggi si trova intrappolata rispetto ad una rivendicazione legittima della Grecia. L'alternativa, prosegue Sapir, è un'unione dei trasferimenti o la fine della zona euro. Entrambi gli scenari terrorizzano i governanti tedeschi.
Stiamo vivendo un “momento nazionale” che si caratterizza di rivolte popolari in diversi paesi contro gli attacchi alle sovranità nazionali organizzate e perpetrate a Bruxelles. Se si vuole salvare l'Europa bisogna imporre un camabiamento radicale, quello che propone Syriza e che rifiuta e rifiuterà Berlino, o tornare alle monete nazionali. La scelta dell'una o dell'altra delle soluzioni permetterebbe di ripartire e di tendere la mano alla Russia. Ma i dirigenti tedeschi e francesi sono incapaci di fare sia l'una che l'altra e assiteranno inermi alla distruzione di quello che hanno creduto di costruire.
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