10 anni di uso del cellulare senza auricolare aumenta del 40% rischio cancro
Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (LARC), restare incollati al telefono cellulare per 1.640 ore – piu’ o meno l’uso medio che se ne fa nell’arco di dieci anni – aumenta del 40% il rischio di tumore al cervello. Parte da questo dato la causa al Tar del Lazio – prima del genere in Italia – intentata dall’Associazione per la lotta all’elettrosmog contro il Ministero della Salute per ottenere una campagna di informazione nazionale sul rischio.
L’associazione per la prevenzione e la lotta al’elettrosmog e’ assistita dagli avvocati torinesi Renato Ambrosio e Stefano Bertone, che oggi hanno presentato il ricorso in conferenza stampa. “Non vogliamo parlare dei cellulari come nuovo amianto, o come nuovo sangue infetto, ma solo che ci sia un uso corretto del cellulare, soprattutto per chi non puo’ farne a meno”. “Il ministero ha ricevuto numerose intimazioni ma, a parte una risibile paginetta su internet, si e’ sempre rifiutato di provvedere”, aggiunge la presidente dell’Associazione, Laura Masiero. A far causa, oltre all’associazione, anche Innocente Marcolini, ex dirigente di una azienda bresciana che ha vinto in Cassazione una causa contro l’Inail, la prima al mondo a stabilire un nesso di causa ed effetto tra l’eccessivo uso del cellulare e l’insorgenza di tumori al cervello. L’uomo si e’ costituito anche in questo giudizio, spiega, “perche’ si sappia che esiste un legame tra l’uso dei cellulari e il tumore al cervello. Molte persone non sanno quale rischio corrono parlando al cellulare senza auricolare, oppure tenendolo infilato nella tasca dei pantaloni”.
FONTE: ANSA
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