Nella città di Raqqa, nel nord della Siria, un tempo la residenza di Harun al-Rashid, quinto califfo famoso dell’impero abbaside, ora in mano agli islamici, per la prima volta in molte generazioni, ovvero da quando la Siria è governata dagli Assa, torna la ‘dhimma’ (accordo di protezione, una sorta di pizzo) che è stato firmato tra lo Stato islamico in Iraq e il Levante (ISIS) – ramo di Al-Qaida – e i leader delle diverse migliaia di cristiani che abitano a Raqqa.
I membri di ISIS hanno dato ai cristiani della città tre opzioni: accettare l’accordo, la conversione all’Islam, o la morte.
Secondo le 12 clausole accordo, i cristiani si impegnano a pagare una tassa semestrale di “quattro dinari d’oro” – che al tasso di oggi, ammonta a circa 500 euro a persona.
L’accordo permetterà ai cristiani di non essere uccisi, ma sono vietate la costruzione di chiese o la ricostruzione di quelle distrutte da ISIS, alleati degli Usa.
Inoltre, l’accordo stabilisce che i cristiani non possono impedire ai membri della loro comunità da abbracciare l’Islam, se lo desiderano. E’ vietato loro di portare armi, di impegnarsi nel commercio che coinvolge carne di maiale con i musulmani, e di agire contro gli interessi musulmani – per esempio, dando rifugio a spie o persone ricercate da ISIS. Inoltre, se i cristiani vengono a conoscenza di un complotto contro lo Stato islamico, devono segnalarlo.
In cambio, i cristiani non verranno uccisi. Per ora.
L’accordo si basa su citazioni da testi coranici e sentenze religiose islamiche, e comprende le minacce e gli avvertimenti che rendono evidente che ISIS è la forza dominante che combatte contro Assas.
Questo è un modello che le organizzazioni radicali cercano di imporre a tutta la Siria.
Francesco, se ci sei, batti un colpo.
fonte http://voxnews.info/2014/03/05/siria-cristiani-costretti-a-pagare-pizzo-a-islamici-per-non-essere-uccisi/
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