Sappiamo tutti come una unione ideale sia rara, eppure ogni
essere umano si unisce al proprio partner con la speranza che tale stato gli
permetta di raggiungere la più alta felicità. Ma l’unione che raggiunge tale
finalità è solo quella in cui tali bisogni sono soddisfatti. L’unione alla
quale ciascuno sente che l’altro domanda ciò che egli desidera dare e, al tempo
stesso, ritrova appagati i suoi desideri. Le Leggi della fusione, così come
sono concepite dalla filosofia esoterica, comprendono molto di più che la mera
unione fisica. Questa dottrina riconosce che l’uomo possiede altri corpi oltre
a quello fisico ed il sesso o polarità (distinta e separata) si manifesta su ciascuno dei sette piani
superiori, secondo le rispettive condizioni. Essa insegna che, fino a quando l’uomo non potrà realizzare una completa unione di
ciascuno dei corpi che possiede, la sua unione sarà incompleta ed egli rimarrà
in uno stato di vero e proprio bisogno.
Nell’Amore Platonico si diviene sempre più completi, a mano
a mano che si sviluppa nei corpi più sottili, come se, con l’amore, si
aprissero orizzonti sempre più estesi. L’affetto, che si fonde assieme al
rispetto, alla stima, alla dedizione e alla completa offerta di se stesso alla
persona amata, amalgamerà sempre più intimamente la personalità. Quell’anima
riunita in tal modo su tutti i piani “entra nella luce, per non farvi più
ritorno“. Quell’individualità è un solo essere, ma dalla duplice natura,
autosufficiente e completa in se stessa.
I ricercatori della natura umana conoscono come certe
persone esercitino, l’una sull’altra, un’influenza specialissima, che sembra
svegliare ciò che di meglio vi è nella loro natura. Quando questi individui
entrano in contatto, ciascun’anima sembra aprirsi ed essere capace di raggiungere
altezze di sviluppo, alle quali non potrebbero pervenire da sole,
dimostrandosi, inoltre, come pervase da un meraviglioso senso di radiosa
felicità. Se sono costretti a separarsi, le loro anime sembrano rinchiudersi ed
appassire e benché il tempo possa alleviare l’amarezza della separazione:
lontane una dall’altra, non possono più esprimere la ricchezza e l’ampiezza
delle loro possibilità. Esse potranno superare il loro sconforto e l’acuto
dolore del ricordo, cercando anche di riportare il loro interesse su altre
manifestazioni, altre attività o nuove persone nella loro vita, ma rimarrà
sempre in loro un profondo senso di vuoto e di una vita vissuta al di sotto del
suo vero livello.
Alcune persone possono persino immaginare di non essere
affatto due entità separate, ma le due metà di un tutto (la diversa polarità
che si fonde nell’Uno). La profonda armonia e l’intima corrispondenza esistente
tra le menti, fa sì che ogni stato d’animo dell’uno trovi la sua riflessione
nell’altro, in modo che il dolore di uno è causa di sconforto per l’altro, allo
stesso modo della gioia, che è ugualmente condivisa da entrambi.
Queste condizioni sono chiaramente intuite da tutti e la
speranza di attuarle si nasconde in ogni cuore. Tale “unione” permette il contato psichico ed emotivo tra
due esseri in perfetta unione.
Quanti di noi conoscono coppie che si amano e proveranno
amore per tutta la vita e sicuramente anche dopo? E quanti invece, al
contrario, conoscono coppie che poco tempo dopo la loro unione si sono divise o
si divideranno?
“La verità, è che ciò che Dio ha realmente unito niente e
nessuno potrà mai dividere,ma ciò che l’uomo tenta di vincolare, per interesse,
per infatuazione, per errore, per paura o convenzione… di lì a poco è destinato
a finire.” Per quanto l’esperienza
insegni in che misura la loro realizzazione sia difficile, la speranza
costantemente risorge, appunto perché essa è uno degli istinti più
profondamente radicati. Anche se tale speranza è universale, la realizzazione
non può che essere molto rara, poiché la completa unione con un altro essere
esige la “completa abnegazione di se stesso” e sono ancora poche le anime
capaci di tanto.
Nell’amore platonico tale abnegazione è alla base di tutto.
Un legame così potente, che sin dal suo rivelarsi è già
maturo, non può essere considerato come la “nascita” di una passione nuova,
bensì come la reincarnazione di una passione che andò sviluppandosi in vite
precedenti. Per quanto la mente cosciente non ne sia consapevole, il
subcosciente (o Ego superiore) ricorda e reclama l’essere che ama.
Le persone comuni – e sono questi i più inclini a passioni
improvvise ed incontrollate – sono ancora troppo egocentrici, troppo ristretti
nelle loro limitazioni e nei loro appetiti, per essere capaci di una unione
duratura ed armoniosa con un qualsiasi altro essere e sono, proprio per questo,
ancor meno atti a realizzare l’ideale di “completa dedizione ed oblio di sé”,
che è presupposto, imprescindibile, dal concetto stesso di una persona che deve
essere nell’altra, un altro se stesso.
Per esprimere tale concetto secondo la terminologia
esoterica: possiamo affermare che la maggioranza degli uomini è in grado di
formare un’unione più o meno armoniosa e quindi duratura, con qualsiasi altra
persona che si trovi sulla lunghezza d’onda del proprio “raggio” (vibrazione
sottile). L’unione spirituale o Amor Platonico può aver luogo solo tra persone
che siano dello stesso “colore di raggio” (stessa intensità di vibrazione, in
armonia con l’universo e sue leggi) ed ogni qualvolta che s’incontra una
persona del nostro identico raggio, vi è un senso d’armonia fondamentale,
poiché la linea evolutiva e le qualità spirituali sono le stesse, siano esse
ancora rudimentali, oppure già molto sviluppate. Ed è solo su di un’armonia
fondamentale (cosmica) che un’unione può essere basata.
Legami karmici – Anime Gemelle
La Scienza Esoterica riconosce anche un tipo di legame che
trae la sua origine dai piani sottili – ove operano le forze invisibili – e può
portare le anime a contatto, ma è necessario che sia nettamente distinta dalle
reciproche attrazioni che si manifesta sul piano degli affetti ed è percepita
solo dai sensi fisici.
Il tipo più comune di rapporto è quello conosciuto sotto il
nome di “legame karmico”.
Il termine “karmico“, quale aggettivo di “karma“, proviene
dalla scuola esoterica orientale (per gli occidentali, tale termine viene
decifrato come Legge di Causa ed Effetto, la famosa legge del “taglione”, di
biblica memoria) ed è usato per designare le forze (le cause o conseguenze),
siano esse buone o cattive, originate da incarnazioni precedenti.
Il legame karmico tra le anime trae origine da attrazioni
verificatesi in vite precedenti. L’attrazione può aver luogo su uno qualsiasi
dei sei piani dell’esistenza ed essere della natura corrispondente al piano sul
quale essa si manifesta. Le attrazioni esercitate sul piano fisico sono e
rimangono…. semplicemente una questione fisica.
È la “reazione” che costituisce l’essenza del legame. Una
persona che non prova nessuna emozione verso un’altra non forma alcun
collegamento; il legame si forma quando la persona che è oggetto di tale
emozione “reagisce” a questa, poiché, così facendo, essa accoglie la forza
emanata dall’altra, formando così una continuità di materia o sostanza.
Un’azione e la relativa reazione che da essa è prodotta su
di un piano qualsiasi, stabilisce il rapporto, sia che si tratti di eccitare
gli istinti sul secondo piano o le emozioni affettive sul terzo o che si tratti
della relazione che intercorre tra il maestro e l’allievo sul piano del
pensiero o di quella che si verifica sul sesto piano, tra il sacerdote o guida
spirituale ed il devoto. Su qualsiasi piano abbia a verificarsi un’azione e la
sua consequenziale reazione, si stabilisce automaticamente un legame fra le due unità di vita che lo hanno
causato.
Questi legami possono stabilire una reazione più intima e
profonda, oppure un contatto momentaneo, che è immediatamente dimenticato dagli
interessati. Il legame sussisterà, però, fino a tanto che il ricordo susciterà
un’emozione qualsiasi. Se l’emozione verso una determinata persona fosse ancora
sentita all’epoca della morte, tale emozione, non avendo possibilità di essere
soddisfatta nello stato oggettivo che segue la morte, è, per così dire,
“immagazzinata”, fino a quando l’esistenza fisica sarà ripresa in una
successiva manifestazione di vita e le condizioni della sua espressione,
saranno, quindi, allora nuovamente disponibili. È appunto quest’emozione non
esaurita, che costituisce il legame karmico e per quanto essa possa rimanere
sospesa per centinaia di anni, il legame non perde nulla della sua forza, ma
reagisce nei riguardi di coloro ai quali essa fu originariamente creata, non
appena tornino a trovarsi, uno alla presenza dell’altro. Ciò produce
l’immediato sorgere di un “amore a prima vista” ed il senso di comprensione e
di intima reciprocità, che le “anime gemelle” constatano incessantemente.
Se due anime sono in tal modo riunite, vita dopo vita, in
ogni vita, essendo per loro d’amore e d’aiuto reciproco, tenendosi lontane da
ogni altra attrazione, il legame che in tal modo si costituisce diverrà molto
potente.
Ogni qual volta che un legame karmico è rinnovato, la sua
forza aumenta e per quanto esso possa avere inizio come una semplice attrazione
fisica, a misura che corpo dopo corpo diverranno attivi e funzionanti con lo
svolgersi dell’evoluzione, il rapporto si estenderà da un corpo all’altro, fino
a che la “ grande unione spirituale “ sarà compiuta.
via http://meravigliadimeraviglie.altervista.org/anime-gemelle-legame-karmico/
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