Noi che ai radicali vogliamo bene per davvero, che seguiamo ogni loro (e nostra) battaglia sulla giustizia giusta, che abbiamo avuto accanto nell’inchiesta sui 50mila innocenti imprigionati e i 2mila detenuti morti in cella, ci sentiamo spaesati. Proviamo un certo disagio per quel che sta combinando la non più garantista Emma Bonino con i poveri marò. Nutriamo la stessa delusione esternata settimane fa da Marco Pannella ai microfoni di Radio radicale allorché rimproverava all’eterna seconda uno scarso impegno nella lotta «per l’amnistia per la Repubblica». Un tempo iperattiva e sensibile sui temi dei diritti civili negati e calpestati, la ministra indecisionista sta dando il peggio di sé in questa vicenda che da due anni vede calpestata la dignità del nostro Paese. Dopo un lungo e vergognoso silenzio sul caso dei due marinai presi in ostaggio, dopo la sua mancata adesione (pubblica) alle iniziative di solidarietà, dopo l’indegno scaricabarile sull’ex ministro La Russa per i militari di scorta sulle navi e soprattutto dopo la pugnalata colpevolista tirata loro a gennaio 2013 («l'innocenza dei due marò non è accertata») la Bonino si scopre oggi «indignata». Proprio così: «Indignata», dice, per l’ennesima fregatura che i governanti col turbante ci hanno rifilato: quella di processare Latorre e Girone con la legge antiterrorismo. Indignata lei? Indignati siamo noi. Per avere un ministro così. Perché ci sarebbe piaciuto sentirla alzare la voce dal giorno del suo insediamento. Prendere, partire, sbattere i pugni sul tavolo, proprio come faceva Emma nella sua precedente vita. E invece ci siamo ritrovati una Sor Tentenna diplomaticamente al riparo fra i marmi lucidi della Farnesina, preoccupata più di spararsi la posa con la Shalabayeva che di metterci la faccia per riportare a casa Salvatore e Massimiliano. Esattamente come i governanti e i politici che l’hanno preceduta se ne è fregata a lungo della pratica indiana, e ora che il gioco si fa duro corre a giocare all’indignata. Se in pochi giorni la signora ha perso punti nei sondaggi, una ragione ci sarà. E proprio perché i radicali sono seri e diversi dagli altri, se ancora le è rimasto dentro qualcosa, prenda l’impegno di dimettersi qualora non riuscisse a riportare a casa i marò. Sarebbe una scelta radicale, in tutti i sensi.
Gian Marco Chiocci
http://www.iltempo.it/politica/2014/02/10/loro-innocenti-la-bonino-no-1.1217814
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