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venerdì 20 maggio 2016

DA HITLER A KALERGI

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DA HITLER A KALERGI: LA FOLLIA DI UN’EUROPA (DIS)UNITA ALLO SBANDO

Di Cinzia Palmacci
Dall’ossessione hitleriana per l’eugenetica della razza ariana, siamo passati, ai tempi nostri, ad una tecnica diabolica che mira invece a degradare, ad abbruttire e a degenerare i popoli, in particolare quelli europei, per distruggere per sempre la razza biancaabbiamo appena descritto il delirante Piano Kalergi, sostenuto e tenacemente perseguito dai burocrati di Bruxelles, coadiuvati dalle varie centrali mondialiste operanti sul territorio nazionale, quali il Vaticano, i partiti di sinistra, i Centri Sociali, le ONG, la criminalità organizzata e le associazioni ebraico-massoniche.
I popoli europei sono infatti i più dotati dal punto di vista spirituale, morale e intellettuale. Sono gli unici che possono costituire una seria minaccia all’instaurazione del regno messianico degli usurocrati teorizzato da Kalergi e dalle logge.
Gli unici che ancora oggi, se volessero, potrebbero ribellarsi.
Perciò, per i mondialisti, è tanto più necessario estirpare alle fondamenta ogni residuo di civiltà europea, di cultura europea e di memoria storica europea, imponendo sin nelle scuole una controeducazione demonica a base di genderismo, omosessualismo, relativismo, antirazzismo e multiculturalismo in modo da minare le fondamenta psichiche, caratteriali, spirituali e biologiche della persona e trasformare l’Europa in un’immensa pattumiera di genti di colore, mentalmente disturbate, sradicate e senza identità, come lo sono già gli Stati Uniti. In questo scenario gli unici che emergeranno come “razza eletta” saranno coloro la cui religione impone un severo esclusivismo razziale e la pretesa di dominare su tutte le nazioni della terra.
Kalergi infatti se da un lato inneggiava alla mescolanza razziale per i dominati, al contempo elogiava la religione ebraica basata sulla preservazione della stirpe, individuando in essa il principio della potenza politica e spirituale: “Il giudaismo è il nocciolo intorno al quale si riunisce una nuova nobiltà, una razza di signori…  Ciò che separa principalmente gli ebrei dai cittadini medi è il fatto che siano degli individui consanguinei. La forza di carattere alleata all’acutezza spirituale, predestina l’ebreo a divenire, attraverso i suoi esponenti di spicco, il leader dell’umanità urbana, il falso o vero aristocratico dello spirito, un protagonista del capitalismo come della rivoluzione”. Praticamente il sogno della rivalsa del popolo ebraico dopo le persecuzioni hitleriane. Interessante notare che il modello ideale di Europa per Kalergi, come per gli attuali eurocrati, fosse l’Unione Sovietica:
“…Così la spada di Damocle del terrore bolscevico riuscirà più velocemente ad ammorbidire il cuore dei plutocrati e a rendere le esigenze sociali accessibili più di quanto abbia fatto in due millenni il vangelo di Cristo”. Tutto molto suggestivo, ma tremendamente ingenuo e presuntuoso. È assai significativo che Kalergi, considerato ufficialmente il Padre dell’Unione Europea, esprimesse tali giudizi elogiativi del terrore rosso e della bestialità bolscevica che, vale la pena ricordare, aveva creato un regime ultra-assassino inedito nella storia, violatore dei più elementari diritti umani e che di lì a breve si sarebbe macchiato dei peggiori misfatti con la repressione degli oppositori, la liquidazione delle classi dirigenti dei vari paesi sovietizzati, la collettivizzazione delle terre, lo sterminio dei contadini e l’industrializzazione forzata.
Al di là della squallida retorica, l’esaltazione di Kalergi del comunismo del resto non deve stupirci dato che URSS e UE sono opera della medesima oligarchia finanziaria capitalista per cui Kalergi lavorava. Oligarchia che ha creato il socialismo, il marxismo, e l’europeismo tecnofinanziario come passi avanzati verso il Governo Mondiale (da notare che il primo nome della comunità europea fu CECA, esattamente come la CEKA, la “Commissione straordinaria di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio”, dotata di potere esecutivo ed arbitrario, istituita il 20 dicembre 1917 da Lenin e Feliks Edmundovic Dzerzinskij, con lo scopo di combattere i cosiddetti “nemici” del nuovo regime russo, che evolse poi nel KGB e nel famigerato NKVD).
Deanna Spingola nella sua opera “The Rouling Elite” dedica un importante capitolo a descrivere come il comunismo sia “a Banker’s Perfect Political System”. Come non vedere infatti che l’esproprio di sovranità delle nazioni europee, la svendita alla finanza internazionale del settore strategico industriale, lo stesso ius soli che mira a rendere gli autoctoni degli stranieri in patria, pur presentandosi con la maschera del capitalismo neoliberista non sono altro che estensioni a livello generalizzato del principio comunista dell’abolizione della proprietà privata?
Esproprio, che esattamente come nella Russia bolscevica, va a esclusivo vantaggio di una ristrettissima elite cosmopolita che, in spregio agli ideali del libero mercato, in questo modo elimina la concorrenza e si assicura l’indiscusso monopolio degli strumenti di produzione. La fusione di capitalismo e comunismo è il sistema verso cui ci sta portando l’Unione Sovietica Europea e quello che dovranno essere gli Stati Uniti d’Europa teorizzati da Kalergi e di cui gli stessi Monti e Renzi si sono detti promotori. Un socialismo tecnocratico mondialista: oligarchico e gerarchizzato al vertice e a base collettivista e ugualitaria alla base.
È importante notare tuttavia che Kalergi non fu un innovatore ma un volgarizzatore di idee preesistenti, che seppe semplicemente adattare ai suoi tempi i principi basilari del mondialismo sinarchico. Per chi voglia documentarsi in dettaglio sul Piano Kalergi, sulle sue origini culturali, sul contesto in cui sorse e su chi era davvero Kalergi, consigliamo l’ottimo libro di Ida Magli “La Dittatura Europea”, “Il tramonto dell’euro” di Alberto Bagnai e “La fine della sovranità” di Alain de Benoist che getta luce su quell’abominio chiamato Unione Europea. Pietre miliari che dovrebbero costituire l’imprescindibile bagaglio culturale di chiunque aspiri a combattere l’Europa dei banchieri e a restaurare l’Europa dei popoli e delle nazioni.

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Il pensiero profetico e “illuminato” della grande Ida Magli

“Occorre riconoscere tutti gli errori commessi dalle origini [della Chiesa] fino ad oggi. Tutti gli errori? Sì, tutti; ma di fatto riassunti in uno solo: lo sterminio [presunto] degli ebrei […] l’antico e perseverante antisemitismo dei cristiani”.(Ida Magli, La dittatura europea, Milano, Rizzoli, 2010, p. 89). “L’ecumenismo [è] il nome ecclesiastico della mondializzazione […] se si lasciano sbiadire il più possibile le differenze tra Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo, rimane in vigore un comune Dio, che può benissimo portare il nome massonico di “Architetto” ” (ibid., p. 96). “La crisi modernista preparatrice del Vaticano II, ne ha anticipato gli effetti apparentemente liberatori, ma in realtà distruttivi nei confronti del Vangelo. […]. La rivoluzione di Gesù [ha fatto in modo che] i difensori delle norme non potevano non ammazzarlo […],perché Gesù si è ribellato allo spirito ebraico” (p. 97).
La Professoressa Ida Magli ha insegnato antropologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Il suo passato è stato caratterizzato da un forte impegno a sinistra. Col passar del tempo, però, ha rivisto alcune delle sue posizioni ed ha preso coscienza del disastro verso cui corriamo a causa della globalizzazione, del mondialismo o nuovo ordine mondiale. Ha scritto già nel 1997 il coraggioso e lungimirante libro Contro l’Europa (Milano, Bompiani). Dopo il 2007, quando l’Unione europea ci è stata imposta, per motivi di interessi economici e finanziari più che politici, Ida Magli, nel suo ultimo libro La dittatura europea (Milano, Rizzoli, 2010), scandaglia le origini del mondialismo, di cui l’Unione Europea è una parte, e cerca di svegliare le coscienze degli italiani, mettendo in luce i principali responsabili di tale progetto suicida della civiltà delle Nazioni che formano l’Europa.
La professoressa Magli ha capito benissimo e ha combattuto con coraggio per salvare l’Italia e le grandi Nazioni europee: Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Inghilterra (ammesso che la si possa chiamare europea) dall’Europa di Maastricht, che non è assolutamente quella di Carlo Magno, Ottone di Sassonia, S. Benedetto, S. Tommaso d’Aquino, S. Gregorio VII e Bonifacio VIII, che bene o male, ha tenuto sino a Pio XII. Il denaro e solo il denaro è la radice, il principio e il fondamento della contro-Europa di Maastricht, la quale fa della ricchezza il suo fine e la sua natura. L’Europa di Maastricht secondo, Ida Magli, vorrebbe“centrare la propria vita, il proprio futuro, sulle regole del “mercato”, assurto a infallibile divinità. O, meglio, sulla libertà di un mercato che, unico personaggio nel teatro di Maastricht, non soltanto non ha bisogno di regole, ma addirittura garantisce il suo più giusto funzionamento esclusivamente se gode di un’assoluta libertà. La sua libertà, perciò, al di sopra di quella degli uomini, contro quella degli uomini, è la nostra prigione“.
Il secondo capitolo del libro di Ida Magli affronta lo scottante tema del silenzio degli uomini di Chiesa sulla globalizzazione. In verità l’Autrice parla anche dei Re e Regine d’Europa che cooperano attivamente alla nascita di un’entità che abolirà la monarchia, ma lascerà il potere economico nelle mani di alcuni monarchi che già oggi conducono la finanza mondiale: «Elisabetta d’Inghilterra […] è la patrona della Pilgrim’s Society […]. La regina Beatrice d’Olanda è una delle persone più ricche del mondo. È infatti la maggiore azionista della Shell. Suo padre […] è il fondatore nel 1954 del Bilderberg Club. […].
La regina e suo figlio partecipano alle decisioni del potentissimo Club. I monarchi contano ancora e già governano tramite la Finanza, anche se la monarchia è sorpassata. Quello che stupisce di più però è il suicidio cui si espongono i vertici della Chiesa cattolica. La Magli ha ben capito quale trappola sarebbe per il cattolicesimo la mondializzazione e l’Europa di Maastricht. Ella ha cercato di studiare come gli ecclesiastici affrontano il problema ed è rimasta stupita dalla loro vigliaccheria e pochezza di idee.
Dopo aver letto le pubblicazioni “cattoliche” ha concluso: “tutte contraddistinte da una piattezza di pensiero e di stile davvero impressionante. Alla fine si esce da questa lettura con una sola convinzione: chi scrive “non ci crede”. Nessuno crede né a quello che scrive né al motivo per cui scrive; lo fa per routine, perché ha la sua rubrica da riempire”. Nella sua ricerca e battaglia, la professoressa ha studiato quanto scritto e detto da papa Wojtyla e dall’allora cardinale Ratzinger. La Magli scrive che non ha trovato nei loro libri alcun segno di preoccupazione per “il futuro del Cristianesimo messo alla pari con tutte le altre confessioni religiose nel mare magnum europeo”.
Poi si è recata da mons. Maggiolini, vescovo di Como, da mons. Foresti di Brescia, dal card. Biffi di Bologna, ma alle sue obiezioni sull’opportunità di un’Europa unita sul libero mercato senza alcun vincolo etico non ha avuto alcuna risposta, o tutt’al più: “il Papa vuole così” (Biffi).La Magli, pur essendo una laicista, ha capito che tale volontà autolesionista è figlia del Concilio Vaticano II, del suo dialogo ecumenico tendenzialmente mondialista, di cui il Concilio è figlio.Inoltre la Magli ha capito benissimo che il problema principale è il giudaismo talmudico e l’islam solo un problema secondario e successivo. Infatti ella scrive: “Era il Talmud, (e Maometto soltanto l’inevitabile conseguenza) che aveva preso possesso dell’Europa, che “ispirava”, almeno per alcuni aspetti, l’unificazione europea. Il non dirlo chiaramente rendeva ancor più detestabile il comportamento del clero. La Magli descrive anche lo stato d’animo del basso clero: «una schiera di vigliacchi […], un timore talmente diffuso. Com’era possibile che non ci fosse più nella Chiesa neanche l’ombra di un predicatore? […]. Nulla, meno che nulla”.
È evidente che con l’unificazione dell’Europa “i cattolici avrebbero perso il loro primato. Numericamente sarebbero stati molto ridimensionati per il sommarsi dei numerosi appartenenti alle varie confessioni protestanti […]. Inoltre sarebbe aumentato il peso dei musulmani tra quelli già presenti in ognuno degli Stati [europei]”. Ella vede bene il problema della rottura con la Tradizione apostolica da parte del Vaticano II (pp. 86-87) e la giudaizzazione dell’ambiente cattolico tramite il riconoscere “tutti gli errori commessi dalle origini fino ad oggi. Tutti gli errori? Sì, tutti; ma di fatto riassunti in uno solo: lo sterminio degli ebrei […] l’antico e perseverante antisemitismo dei cristiani”.
Naturalmente l’Autrice affronta il problema dell’influsso della massoneria sul Vaticano II (pp. 94-98) e vede giustamente nell’”ecumenismo il nome ecclesiastico della mondializzazione […] se si lasciano sbiadire il più possibile le differenze tra Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo, rimane in vigore un comune Dio, che può benissimo portare il nome massonico di “Architetto””. La crisi modernista è vista dall’Autrice come preparatrice del Vaticano II; essa ne ha infatti “anticipato gli effetti apparentemente liberatori, ma in realtà distruttivi nei confronti del Vangelo. […]. La rivoluzione di Gesù [ha fatto in modo che] i difensori delle norme non potevano non ammazzarlo […], perché Gesù si è ribellato allo spirito ebraico”.
Il 2 maggio del 1998 è nata l’Unione Monetaria Europea e la Banca Centrale Europea (“Bce”), che è un vero sistema di governo e di potere su tutti i cittadini d’Europa. Secondo la Magli Prodi e Ciampi, tramite questa“creazione”, hanno potuto svendere i beni e il denaro italiano alla nuova Europa mondialista di Maastricht (p. 149).
Oltre i due politici-economisti citati, la Magli fa il nome di Monti, Visco, Emma Bonino, tutti membri del Bilderberg e della Trilateral(p. 150). Inoltre cita Giuliano Amato, Gianni Agnelli, Giorgio La Malfa, Giorgio Napolitano, Mario Draghi, Giulio Tremonti, Enrico Letta e Francesco Cossiga come membri dell’Aspen Institute, sotto la guida della “Riia” (Royal Institute for International Affairs) e dellaFabian Society (p. 152). In Italia già dal primo dopoguerra gli economisti liberisti avevano anche un notevole peso politico (Luigi Einaudi, Governatore della Banca d’Italia nel 1945 e Presidente della Repubblica nel 1948; Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia nel 1960, Presidente della Confindustria nel 1976 e Ministro del Tesoro nel 1989; Carlo Azeglio Ciampi Governatore della medesima Banca nel 1979, Primo ministro nel 1993, Ministro del Tesoro nel 1996 e Presidente della Repubblica nel 1998; Mario Draghi manager della Banca ebraico-americana Goldman & Sachs e poi Governatore della Banca d’Italia), mentre i politici hanno avuto quasi sempre uno scarso potere limitato da quello dell’alta Finanza (p. 179). I politici che hanno cercato di sottrarre la creazione del denaro alle Banche centrali e di affidarlo allo Stato sono stati uccisi (vedi i Presidenti americani Garfield, Lincoln, Kennedy).
Per quanto riguarda l’immigrazione e l’omosessualismo, la lucidissima analisi della Magli li vede come due grandi propulsori del mondialismo. “L’immigrazione era stata programmata (l’ordine era partito dall’Onu) già negli anni Settanta” (p. 157). Essa era voluta in vista della globalizzazione e della costruzione del Nuovo Ordine Mondiale”. Secondo la Magli un’altra leva per scardinare la cultura delle Nazioni e imporre la livellazione del mondialismo è l’omosessualismo, che cancella ogni diversità, anche tra uomo e donna (“maschio e femmina Dio li creò”); e la pedofilia che eguaglia adulto a bambino (p. 162).
Fonti:
La dittatura europea di Ida Magli (Milano, Rizzoli, 2010)
informazionelibera.info
CINZIA PALMACCI
http://www.iconicon.it/blog/2016/05/da-hitler-kalergi/

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