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giovedì 9 febbraio 2017

Congresso si congresso no. di Stefano Davidson


Congresso si congresso no, il Partito Dei cachi tanto per cambiare si spacca come la scopa dell'apprendista stregone in Fantasia di Disney e nascono innumerevoli di linee di pensiero, anche all'interno di ciascun corno di quel dilemma.
Ma la vera fantasia è sentire D'Alema dichiarare che: “Siamo seduti su polveriera. Se oggi si votasse spread a 400″
"Ciao sono Dori" *
A parte il fatto che è esattamente l'opposto, poiché l'incertezza dei mercati, che fa salire lo spread (quando non telecomandato da Grisù in BCE), viene comunque dall'interrogativo sul dopo i Gentilonzi (clamorosamente abusivi. Tra l'altro annoto per l'ennesima volta che spread alto e la contemporanea assenza di correzioni alla manovra inutilmente sbagliata pro SI al referendum costituzionale, rischia fortemente di portarci la Troijka in casa, cosa fortemente voluta da chi teme il nuovo e le eventuali conseguenza, anche giuridiche) ricordo solo qualche titolo e qualche dichiarazione di poco più di un paio di mesi fa, mica del tardo '900:
L'Unità, 15 Novembre 2016:
Se Pil e spread cambiano gli scenari per il 4 dicembre
" (...) i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati bruscamente facendo salire lo spread nei confronti di quelli tedeschi."
Renzi in conferenza stampa, 18 Novembre 2016:
"La fibrillazione dei mercati è naturale è ovvio che con il No va su lo spread".
La Repubblica, 4 Dicembre 2016:
Se vince il No - Sale il differenziale con i Bund.
Il rischio l'hanno segnalato un po' tutti, dai vertici dell'esecutivo ai giornali stranieri: con il No c'è da attendersi una risalita dello spread (il differenziale Btp-Bund tedeschi) e una performance negativa della Borsa. I più pessimisti hanno immaginato una reazione a catena in grado di mettere a repentaglio la permanenza dell'Italia nell'euro.
Economia e Finanza, 6 Dicembre 2016:
Altro che apocalisse, lo spread è sceso fino a 158 punti.
Nonostante il «terrorismo finanziario» che ha imperversato sui media internazionali prima del voto referendario, i mercati stanno reggendo bene l'urto della vittoria del fronte del «No». Nessuna ondata di panico si è riversata sulle Borse europee e in Italia il temutissimo spread si è addirittura ridotto. Dopo la stabilizzazione di ieri, oggi si restringe ulteriormente lo spread tra Btp e Bund, che è sceso fino a 158 punti. Il rendimento del decennale italiano è all'1,92% e si riporta sotto il livello di apertura di ieri.
Ora, va bene l'alluminio nell'aria e gli alzheimer che aumentano a rotta di collo ma nemmeno tre mesi dura la memoria oggi?
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*cit. altro cartoon: "Alla ricerca di Nemo")
Stefano Davidson

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