Congresso si congresso no, il Partito Dei cachi tanto per cambiare si spacca come la scopa dell'apprendista stregone in Fantasia di Disney e nascono innumerevoli di linee di pensiero, anche all'interno di ciascun corno di quel dilemma.
Ma la vera fantasia è sentire D'Alema dichiarare che: “Siamo seduti su polveriera. Se oggi si votasse spread a 400″
"Ciao sono Dori" *
A parte il fatto che è esattamente l'opposto, poiché l'incertezza dei mercati, che fa salire lo spread (quando non telecomandato da Grisù in BCE), viene comunque dall'interrogativo sul dopo i Gentilonzi (clamorosamente abusivi. Tra l'altro annoto per l'ennesima volta che spread alto e la contemporanea assenza di correzioni alla manovra inutilmente sbagliata pro SI al referendum costituzionale, rischia fortemente di portarci la Troijka in casa, cosa fortemente voluta da chi teme il nuovo e le eventuali conseguenza, anche giuridiche) ricordo solo qualche titolo e qualche dichiarazione di poco più di un paio di mesi fa, mica del tardo '900:
L'Unità, 15 Novembre 2016:
Se Pil e spread cambiano gli scenari per il 4 dicembre
" (...) i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati bruscamente facendo salire lo spread nei confronti di quelli tedeschi."
Se Pil e spread cambiano gli scenari per il 4 dicembre
" (...) i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati bruscamente facendo salire lo spread nei confronti di quelli tedeschi."
Renzi in conferenza stampa, 18 Novembre 2016:
"La fibrillazione dei mercati è naturale è ovvio che con il No va su lo spread".
"La fibrillazione dei mercati è naturale è ovvio che con il No va su lo spread".
La Repubblica, 4 Dicembre 2016:
Se vince il No - Sale il differenziale con i Bund.
Il rischio l'hanno segnalato un po' tutti, dai vertici dell'esecutivo ai giornali stranieri: con il No c'è da attendersi una risalita dello spread (il differenziale Btp-Bund tedeschi) e una performance negativa della Borsa. I più pessimisti hanno immaginato una reazione a catena in grado di mettere a repentaglio la permanenza dell'Italia nell'euro.
Se vince il No - Sale il differenziale con i Bund.
Il rischio l'hanno segnalato un po' tutti, dai vertici dell'esecutivo ai giornali stranieri: con il No c'è da attendersi una risalita dello spread (il differenziale Btp-Bund tedeschi) e una performance negativa della Borsa. I più pessimisti hanno immaginato una reazione a catena in grado di mettere a repentaglio la permanenza dell'Italia nell'euro.
Economia e Finanza, 6 Dicembre 2016:
Altro che apocalisse, lo spread è sceso fino a 158 punti.
Nonostante il «terrorismo finanziario» che ha imperversato sui media internazionali prima del voto referendario, i mercati stanno reggendo bene l'urto della vittoria del fronte del «No». Nessuna ondata di panico si è riversata sulle Borse europee e in Italia il temutissimo spread si è addirittura ridotto. Dopo la stabilizzazione di ieri, oggi si restringe ulteriormente lo spread tra Btp e Bund, che è sceso fino a 158 punti. Il rendimento del decennale italiano è all'1,92% e si riporta sotto il livello di apertura di ieri.
Altro che apocalisse, lo spread è sceso fino a 158 punti.
Nonostante il «terrorismo finanziario» che ha imperversato sui media internazionali prima del voto referendario, i mercati stanno reggendo bene l'urto della vittoria del fronte del «No». Nessuna ondata di panico si è riversata sulle Borse europee e in Italia il temutissimo spread si è addirittura ridotto. Dopo la stabilizzazione di ieri, oggi si restringe ulteriormente lo spread tra Btp e Bund, che è sceso fino a 158 punti. Il rendimento del decennale italiano è all'1,92% e si riporta sotto il livello di apertura di ieri.
Ora, va bene l'alluminio nell'aria e gli alzheimer che aumentano a rotta di collo ma nemmeno tre mesi dura la memoria oggi?
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*cit. altro cartoon: "Alla ricerca di Nemo")
Stefano Davidson
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