DI GEORGE MONBIOT
theguardian.com
C’è voluto un po’ perché la Corporate America si appassionasse a Donald Trump.
Alcune delle sue posizioni, sopratutto quelle sul mercato, hanno inorridito i leader dell’economia. Molti di loro hanno favorito Ted Cruz o Scott Walker. Ma una volta che si è assicurato la nomina, la grande quantità di denaro ha iniziato a far vedere un’opportunità senza precedenti.
Trump era preparato non solo a promuovere la causa delle corporazioni al governo, ma a trasformare il governo in una sorta di corporazione, assunta e gestita da dirigenti e lobbisti. La sua incoerenza non è stata un ostacolo ma un’apertura: la sua agenda potrebbe essere modellata. E la rete di dark money che alcune corporazioni americane avevano già sviluppato era perfettamente posizionata per influenzarla.
Dark money è il termine usato negli Usa per
finanziamenti non resi noti di organizzazioni coinvolte nel sostegno politico. In pochi vedrebbero una compagnia di tabacco come una fonte credibile per la sanità pubblica, o una compagnia di carbone come un commentatore neutrale sul cambio climatico. Per mandare avanti i propri interessi politici, alcune compagnie devono pagare altri per parlare al loro posto.
Poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, alcune delle persone più ricche in America iniziarono a creare una rete di
thinktank (gruppo di esperti) per promuovere i loro interessi. Questa si proponeva di offrire opinioni spassionate sugli affari pubblici. Ma sono più simili alle corporazioni di lobbisti, lavorando per conto di coloro che li hanno fondati e finanziati. Sono organizzazioni che adesso gestiscono gran parte dell’
amministrazione Trump.
Non abbiamo speranza di capire cosa succederà finché non capiremo come la rete dark money opera. La straordinaria storia di un membro del Parlamento inglese ci fornisce una visione unica all’interno di questa rete, da entrambe le parti dell’Atlantico. Il suo nome è Liam Fox. Sei anni fa, la sua carriera politica sembrava essere finita.
Lo scandalo che aveva provocato mischiando i suoi interessi privati a quelli ufficiali, che fu altamente imbarazzante per il governo di David Cameron, lo costrinse alle dimissioni dal ruolo di Segretario di Stato per la Difesa. Ma oggi è tornato al banco dei portavoce, con un ministero cruciale e delicato:
Segretario di Stato per il commercio internazionale.
Nel 1997, anno in cui i Conservatori persero l’ufficio con Tony Blair, Liam Fox, che siede nella rigida destra del partito conservatore parlamentare, ha fondato un’organizzazione chiamata The Atlantic Bridge. Il suo patrono era Margaret Thatcher. Nel
suo comitato consultivo sostenne i futuri ministri di gabinetto Michael Gove, George Osborne, William Hague e Chirs Grayling. Fox, che è diventato un attivista di spicco per la Brexit,
ha descritto la missione dell’Atlantic Bridge di “unire le persone che hanno interessi comuni”. Dovrebbe difendere questi interessi da “integrazionisti europei che vorrebbero allontanare la Gran Bretagna dalla sua relazione con gli Stati Uniti”.
L’Atlantic Bridge è stata registrata in seguito come ente benefico. Era parte della rete dark money del Regno Unito: solo in seguito al suo crollo abbiamo potuto scoprire la storia completa di chi la fondò.
Un altro finanziatore era l’azienda farmaceutica Pfizer. Questa
ha pagato una ricercatrice dell’Atlantic Bridge, Gabby Bertin. È diventata la responsabile dei rapporti con la stampa di David Cameron, e adesso siede nella Camera dei Lord: Cameron le ha dato
un life peerage (titolo di pari a vita) nella sua lista d’onore di dimissioni.
Nel 2007, un gruppo chiamato the American Legislative Exchange Council (ALEC) ha creato un’organizzazione affine,
The Atlantic Bridge Project , per guidare il braccio americano dell’iniziativa di Fox. ALEC è forse il più controverso thinktank finanziato dalle corporazioni degli Usa. È specializzato nell’unire i lobbisti aziendali con i legislatori federali per sviluppare “model bills” (proposte di legge-modello). I legislatori e le loro famiglie godono dell’ospitalità sfarzosa del gruppo, e poi portano con sé a casa le proposte modello,
per promuoverle come se fossero delle iniziative proprie.
Jim DeMInt ha rassegnato le dimissioni dal suo posto al Senato per diventare
presidente de The Heritage Foundation, che è probabilmente, dopo ALEC, il secondo thinktank più opinabile in America. È stato fondato con una consistente donazione da parte di Joseph Coors, erede dell’impero Coors Brewing, consolidato poi dal denaro del miliardario bancario e petrolifero Richard Mellon Scaife. Come ALEC, è stato
finanziato ampiamente dai fratelli Koch. La Heritage, sotto la presidenza di DeMint,
ha guidato il tentativo di assicurare che il Congresso rifiutasse di approvare il budget federale, chiudendo temporaneamente il governo.
L’ex consigliere speciale di Fox al Ministero della Difesa, l’americano Luke Coffey,
adesso lavora per la fondazione.
Se approvato, infliggerà tagli devastanti alla sanità, al sistema previdenziale, assistenza legale, normativa finanziaria e protezione ambientale, eliminerà i programmi per la prevenzione della violenza sulle donne, la difesa dei diritti civili e i fondi per le arti, e privatizzerà la Corporazione per la radiodiffusione pubblica. Trump, se state seguendo questa storia, sta iniziando a sembrare meno un presidente e più come un intermediario: applicando un programma che gli è stato lasciato.
Come può Fox trovarsi in questa posizione, dopo lo scandalo che l’ha portato al crollo sei anni fa? Lo stesso scandalo ci fornisce un possibile indizio: riguardava un incrocio tra i confini degli interessi pubblici e privati. L’uomo che guidava il settore inglese dell’Atlantic Bridge era il suo amico Adam Werrity, che operava fuori dall’ufficio di Michael Hintze. Il lavoro di Werrity
si è legato al ruolo ufficiale di Liam Fox come segretario della difesa. Werrity, che portava un biglietto da visita che lo nominava consulente di Fox ma che non è mai stato assunto dal Ministero della Difesa, si è unito al segretario di stato in numerose visite ministeriali oltremare, e
ha fatto frequenti visite all’ufficio di Fox.
Prima che i dettagli su questa relazione iniziassero a fuoriuscire, la Charity Commision aveva indagato sull’Atlantic Bridge e aveva determinato che
il suo lavoro non sembrava di beneficenza. Fu costretto a restituire la tassa da cui era stato esonerato (
Hintze pagò il conto). In risposta, gli amministratori fiduciari hanno fatto cessare l’organizzazione. Quando la storia del coinvolgimento non autorizzato negli affari di governo di Adam Werrity ha iniziato a crescere, Fox ha fatto
numerose dichiarazioni ingannevoli. Non gli era rimasta altra scelta che dimettersi.
Perciò quando Theresa May l’ha riportato al governo, e gli ha dato un dicastero che avrebbe potuto, in linea di principio, includere la regolazione dei confini tra gli interessi pubblici e privati, è stato un chiaro segnale sulle intenzioni del suo governo.
I trattati commerciali in sviluppo affidati a Fox regolano i limiti della sovranità. Gli standard americani su cibo e ambiente tendono ad essere più bassi rispetto ai nostri, e potrebbero anche diventare più bassi se Trump continua sulla sua strada.
Qualunque accordo commerciale con cui ci imbatteremo creerà una serie comune di standard per prodotti e servizi. L’amministrazione Trump chiederà che i nostri vengano aggiustati verso il basso, così le corporazioni americane potranno penetrare nel nostro mercato senza dover modificare le loro abitudini. Tutte le carte, in seguito al voto sulla Brexit, sono nelle mani degli Usa: se il Regno Unito oppone resistenza, non ci sarà un accordo. Ciò che May voleva, anche prima che Trump diventasse presidente, era una persona preparata per sferrare un accordo simile.
Come
riporta il Financial Times: “ l’elezione di Donald Trump ha trasformato la sorte di Liam Fox”. Egli è adesso “un membro indispensabile del team dei portavoce di Theresa May”. La missione diplomatica ombra che egli ha sviluppato attraverso l’Atlantic Bridge lo ha spinto dritto all’amministrazione Trump.
Molto prima che Trump vincesse, la campagna di finanziamenti negli Usa aveva sistematicamente corrotto il sistema politico.
Una nuova analisi di scienziati politici americani ha indicato una quasi perfetta relazione lineare, durante 32 anni, tra i soldi raccolti dai due partiti per le elezioni congressuali e la loro quota di voti. Ma c’è anche stato anche un cambiamento in questi anni: i donatori societari hanno iniziato a dominare questo finanziamento.
Legando la nostra sorte a quella degli Stati Uniti, il governo ci vincola al loro sistema. Questa è la parte di ciò di cui tratta la Brexit: le leggi europee proteggono che proteggono l’interesse pubblico sono state raffigurate dagli euroscettici conservatori come intrusioni intollerabili alla libertà aziendale. Riprendersi il controllo dall’Europa significa integrazione più vicina agli Usa. La speciale relazione transatlantica è una relazione speciale tra potere politico e potere delle corporazioni.
Nell’aprile del 1938, il presidente Franklin Roosevelt mandò al Congresso americano
il seguente avvertimento. “La libertà della democrazia non è al sicuro se il popolo tollera la crescita del potere privato fino ad un punto in cui esso diventa più forte della democrazia stessa. Questo, sostanzialmente, è fascismo”. Questo è un avvertimento che ci dovremmo ricordare bene.
George Monbiot
Fonte: www.theguardian.com
Link: https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/feb/02/corporate-dark-money-power-atlantic-lobbyists-brexit
2.02.-2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di steflowers
http://comedonchisciotte.org/dark-arts/