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venerdì 10 ottobre 2014
La doppia natura
"L'uomo, fra tutti gli esseri che vivono sulla terra, è l'unico che possiede una doppia natura; è mortale per il corpo, immortale per l'uomo essenziale che è in lui. L'uomo che possiede l'intelletto riconosca se stesso; chi è stato capace di riconoscere se stesso ha raggiunto quello che è il bene prescelto, chi invece ha preferito il corpo è rimasto nella tenebra, vagando e soffrendo sensibilmente ciò che è connesso con la morte; non cessa quindi di avere appetiti privi di limiti, combatte nelle tenebre senza che nulla possa saziarlo, e ciò lo tortura e aumenta sempre più la fiamma che lo assale. Le sensazioni di costoro sono simili a quelle degli animali privi di ragione: il loro temperamento è oggetto all'ira e alla collera, non contemplano le cose degne di essere ammirate, sono rivolti unicamente ai piaceri e agli appetiti del corpo e credono che l'uomo sia stato generato solo per questo. Chi conosce Dio, essendo colmo di ogni bene, ha pensieri divini, e dunque diversi da quelli della folla. Coloro che possiedono questa conoscenza non piacciono dunque alla folla e la folla non piace loro. Essi sono ritenuti pazzi e si attirano lo scherno, sono odiati e disprezzati e talvolta anche uccisi. [...] O popoli, o uomini nati dalla terra, che vi siete abbandonati all'ubriachezza, al sonno e all'ignoranza di Dio, divenite astemi, cessate di gozzovigliare, voi che siete accecati da un sonno animalesco; perchè vi siete abbandonati alla morte, pur avendo la possibilità di partecipare all'immortalità?"
(Ermete Trismegisto - Corpus Hermeticum)
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