Translate

venerdì 28 ottobre 2016

Poletti e Morani, il governo alla sagra del porcello

animal













La fattoria degli animali dopo aver ospitato cinghialoni e caimani si è decisamente normalizzata: adesso è piena di capre e porcelli guidati da un asino. La celebre metafora orwelliana ahimè mal interpretata, trova realizzazione dove l’autore non se lo sarebbe immaginato, almeno al momento della scrittura, è in piena attività anche nello stivale dove si è circondati da belati, grufolii, ragli di ogni genere. E come non riconoscere la voce di un membro autorevole del consiglio dei porcellini, quel muso gonfio di cene grasse ed opache, che si volta se gridate Poletti? Come non riconoscerne la natura inqualificabile quando sentiamo che secondo lui Con 320 euro al mese si può vivere dignitosamente”? Che idea ha porcel Poletti della dignità, forse quella che sostituisce i diritti con l’elemosina, quella che il bisogno riduce ad accettare qualsiasi ricatto? Lui certo non può vivere dignitosamente con qualsiasi cifra, ma che prenda per i fondelli i poveracci è davvero intollerabile.
Però non è l’unico a cantare questa canzone nel premiato coro dei Grunf – Grunf ,  c’è anche tale Morani, naturalmente Pd, naturalmente in commissione giustizia perché non ve ne sia la minima traccia, secondo la quale se i pensionati non ce la fanno a campare la soluzione è che si ipotechino la casa in cambio di un vitalizio. Un bel regalo agli squali bancari e un bel furto a danno dei cittadini perché facendo i calcoli (ci sono simulazioni in rete) un appartamento tipo può anche fruttare somme notevoli diciamo dai 5000 ai 7000 euro l’anno (lordi s’intende e cumulati alla pensione ai fini irpef  ), ma se non si vive più di 15 anni gli eredi dovranno pagare molte decine di migliaia di euro per onorare il debito. Questa Morani è quella che ha scritto su twitter  di essere stata minacciata da un Cinque stelle,cercando di ottenere da questo episodio, non si sa se vero o inventato, una qualche visibilità e una qualche giustificazione alla sua esistenza. Ma si capisce anche come possa accadere: l’unica cosa che si ricordi di questa straordinaria intelligenza politica è la risposta data circa due anni fa al pentastellato Nicola Morra il quale rivendicava  al movimento l’intenzione di portare in Parlamento la gente comune: “Non è un ufficio del lavoro, il Parlamento, evidentemente chi è a reddito zero non è che nella vita precedente abbia combinato granché”.
Però non mi voglio concentrare sulle vite degli animali della fattoria, ma sulle loro intenzioni che certamente vengono suggerite dal pensiero unico e dai fari globali della disuguaglianza, visto che il loro livello li qualifica terminali “stupidi” secondo il gergo informatico. I ricchi 320 euro che Poletti  ipotizza di dare ai poveri in canna, come reddito di sostegno si accompagna ad alcuni obblighi tra i quali accettare qualsiasi lavoro, a qualunque salario. E’ evidente che ci troviamo vicino a quell’area grigia dove le formule che vanno dal reddito di cittadinanza vero e proprio che si ipotizza in Finlandia, a quello di disoccupazione o di sostegno o minimo, vengono pensate in funzione di un drammatico abbattimento dei salari ed esplosione dei profitti di pochi. Non ci vuole molto a capire che la paura di perdere la magnanime mance polettiane spingeranno chiunque ad accettare un lavoro pagato una miseria, senza tutele, né diritti, né futuro, magari pure lavori con un salario nominale che poi viene dimezzato nella realtà, secondo uno dei trucchi nell’universo della precarietà. Lavori che di fatto rasentano il caporalato e logiche perverse che naturalmente trascineranno verso il basso tutta la  logica salariale.
In un certo senso queste proposte del caporale Poletti giocano d’anticipo su concezioni del reddito di cittadinanza o di disoccupazione che hanno intenti di civiltà, mettendo avanti provvedimenti contraffatti che sembrano una cosa e sono invece un ‘altra. Se si vogliono dare 320 euro alle persone che si trovano a reddito zero, queste non possono essere condizionate all’accettazione di un lavoro a qualunque condizione, anche ammesso che effettivamente ci sia. Nella fattoria degli animali si spera che il bisogno non aguzzi l’ingegno e nessuno capisca il trucco con cui si vuole devastare il mercato del lavoro: nessuna getta denaro dall’elicottero senza un secondo fine.
fonte https://ilsimplicissimus2.com/2016/10/28/poletti-e-morani-il-governo-alla-sagra-del-porcello/

Nessun commento:

Posta un commento