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lunedì 6 luglio 2015

Yanis Varoufakis si dimette da ministro delle Finanze in Grecia

Lo ha annunciato con un post sul suo blog a meno di 12 ore dalla vittoria al referendum del "No", per cui aveva fatto campagna elettorale
Yanis Varoufakis ha annunciato le sue dimissioni da ministro delle finanze della Grecia, a meno di 12 ore dalla vittoria del “No” al referendum sulle proposte dei creditori internazionali. Varoufakis, come il resto del governo Tsipras aveva invitato la popolazione a votare contro e aveva detto annunciato che si sarebbe dimesso nel caso di una vittoria del “Sì”. In un post sul suo blog, Varoufakis spiega che l’esito del referendum di domenica 5 luglio “resterà nella storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è ribellata alla stretta del debito”, ma di avere avuto notizie circa una “preferenza da parte di alcuni partecipanti all’Eurogruppo” della sua assenza dagli incontri previsti per i prossimi giorni: “per questo motivo lascio il mio incarico di ministro delle Finanze oggi”.
Yanis Varoufakis ha 53 anni, è un economista, e ha doppia doppia nazionalità: greca e australiana. Ha studiato nel Regno Unito e ha insegnato in Australia, in Grecia e anche negli Stati Uniti: aveva lasciato la sua cattedra più recente, all’università di Austin, in Texas, per sostenere Tsipras nella campagna elettorale.
Varoufakis è autore di diversi libri sulla crisi: in “The Global Minotaur”, per esempio, paragona il ruolo dell’economia degli Stati Uniti nei confronti del resto del mondo alla figura mitologica del Minotauro che si cibava di coloro che finivano nel labirinto. Molto attivo sui social network, è stato consigliere dell’ex primo ministro del Pasok George Papandreou (dal 2004 al 2006) e dal 2012 è stato anche consulente economico per Valve Corporation, un’importante società produttrice di videogiochi. Varoufakis ha sempre criticato le politiche di austerità e il piano di salvataggio imposto dalla cosiddetta “troika” – Commissione europea, Fondo monetario e Banca centrale europea – sostenendo che ha causato innanzitutto una “crisi umanitaria” in Europa. Prima del suo insediamento a fine gennaio, aveva spiegato di voler mettere in atto importanti riforme per l’economia greca, «indipendentemente da quello che chiedono i creditori»: «Il nostro stato deve poter vivere con i soli propri mezzi, in un prossimo futuro. Siamo pronti a condurre una vita austera, cosa che è ben diversa dall’austerità».

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