Il premier non eletto Matteo Renzi, nel bel mezzo della tempesta che sta scuotendo la cortina di ferro della Ue per la presa di posizione del primo ministro, questi sì eletto dal popolo, Tsipras, ha rassicurato gli italiani affermando che il nostro paese non teme alcun contagio perché noi, a differenza dei “greci brutti, sporchi e cattivi” le riforme le abbiamo fatte.
La realtà corrisponde al vero?
Vediamo un po’ di dati:
- Riforma della Pubblica Amministrazione, secondo il sito dei comuni italiani,comuni.it, al 30 giugno appena trascorso, si afferma che: “E’ davvero lunga e intricata, la corsa del ddl Madia – Riforma PA verso l’approvazione definitiva: siamo attualmente in Commissione Affari costituzionali alla Camera, dove ci si scontra su diversi ‘paletti’ tra i quali spiccano il telelavoro, i trasferimenti di sede per giusta causa e l’Avvocatura di Stato.”Il che significa che la riforma non c’è, non esiste, non è entrata in vigore, punto.
- Riforma delle province? Ricordate gli annunci in pompa magna del lider maximo fiorentino sul taglio degli sprechi dovuti alle province cui la sua riforma avrebbe posto rimedio? Bene, ecco la realtà dei fatti, immortalata da Il sole 24 ore del 18 maggio 2015: “Alla fine è dovuta intervenire in prima persona Marianna Madia, ministro della Pa e della semplificazione, per garantire che «a tutti i dipendenti delle Province sarà assicurato lavoro e stipendio» perché «se i territori non faranno il loro lavoro, lo Stato ha strumenti e risorse per ricollocare il personale». Ora, è vero che i consigli provinciali non vengono più eletti dal popolo, ma dai sindaci e consiglieri comunali del territorio che si votano tra loro, con un bel calcio alla democrazia (che brutta parola, per gli oligarchi della ue e per i loro delegatari nazionali), ma se di sprechi si vuol parlare, non è certo l’eliminazione di qualche consigliere provinciale che fa la differenza. Dunque, se tutti i dipendenti delle vecchie province continueranno a percepire uno stipendio, dove sarebbe il risparmio per lo stato? Per la cronaca, i “fannulloni” greci, nel frattempo, hanno ridotto del 26% i loro dipendenti pubblici. Qui non stiamo discutendo se abbiano fatto bene o male, ma di chi ha fatto o meno i “compitini” a casa. E l’ex sindaco di Firenze pare latitare anche qui.
- Vogliamo parlare della scuola? Si tratta di una riforma più che altro di facciata, che a detta della maggior parte degli esperti non risolve minimamente i problemi, semmai li acuisce.
- Riforma della legge elettorale: l’italicum si porta dietro tutti i problemi, e l’incostituzionalità, della precedente legge, dando poi un premio di maggioranza che nemmeno ai tempi del fascismo si sarebbero sognati di attribuire. Il premier non eletto l’ha fatta votare convinto di essere ancora in luna di miele con gli italiani e quindi sicuro di vincere a mani basse. Peccato che già con gli ultimi risultati delle regionali, la “gioiosa macchina da guerra” renzista ha dimostrato di avere il motore grippato (perdere la metà dei voti in un anno non è impresa da tutti). Quindi, la legge elettorale “ad personam” potrebbe fregare proprio chi l’ha voluta, ma non sposta certo il futuro dell’italico stivale.
- Riforma del lavoro: il mitico Jobs Act, il fiore all’occhiello del renzismo galoppante. A sentire i dati del governo, pare si sia in pieno boom occupazionale, peccato che poi ci pensi l’istat a sbugiardare i vari attori che ruotano attorno a palazzo Chigi. Difatti gli occupati sono scesi da 22.392.000 ad aprile ai 22.330.000 di maggio, con un bel -92.000 posti di lavoro.
Se poi volessimo dare un’occhiata all’andamento del debito pubblico, che l’ex sindaco di Firenze ha dichiarato di aver risanato, ci sarebbe solo da mettersi a piangere in un angolino: ad aprile, ultimo dato disponibile al momento, ha sfiorato il nuovo record storico di 2.200 miliardi di euro. Con buona pace del governo e delle sue dichiarazioni.
Siamo in presenza di dati imbarazzanti, che gettano un’ombra inquietante sul futuro di un paese affidato a chi si limita a fare annunci “ad effetto” cui non segue un minimo aggancio con la realtà
Ci aspettano settimane e mesi da brivido, e l’Italia necessita di una guida forte e credibile, di personalità in grado di raddrizzare la rotta prima che la nave vada a finire definitivamente sugli scogli.
Il tempo è ormai poco ed il guaio è che chi sta tenendo attualmente il timone appare tremendamente simile a qualche comandante di nave da crociera…
Luca Campolongo
Fonti
www.istat.it
http://www.comuni.it/2015/06/riforma-pa-news-telelavoro-trasferimenti-avvocati/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/30/riforma-scuola-renzi-il-pinocchio-che-distrugge-listruzione-pubblica/1820049/
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-05-18/province-sei-incompiute-riforma-063501.shtml?uuid=AB9MI3hD
La realtà corrisponde al vero?
Vediamo un po’ di dati:
- Riforma della Pubblica Amministrazione, secondo il sito dei comuni italiani,comuni.it, al 30 giugno appena trascorso, si afferma che: “E’ davvero lunga e intricata, la corsa del ddl Madia – Riforma PA verso l’approvazione definitiva: siamo attualmente in Commissione Affari costituzionali alla Camera, dove ci si scontra su diversi ‘paletti’ tra i quali spiccano il telelavoro, i trasferimenti di sede per giusta causa e l’Avvocatura di Stato.”Il che significa che la riforma non c’è, non esiste, non è entrata in vigore, punto.
- Riforma delle province? Ricordate gli annunci in pompa magna del lider maximo fiorentino sul taglio degli sprechi dovuti alle province cui la sua riforma avrebbe posto rimedio? Bene, ecco la realtà dei fatti, immortalata da Il sole 24 ore del 18 maggio 2015: “Alla fine è dovuta intervenire in prima persona Marianna Madia, ministro della Pa e della semplificazione, per garantire che «a tutti i dipendenti delle Province sarà assicurato lavoro e stipendio» perché «se i territori non faranno il loro lavoro, lo Stato ha strumenti e risorse per ricollocare il personale». Ora, è vero che i consigli provinciali non vengono più eletti dal popolo, ma dai sindaci e consiglieri comunali del territorio che si votano tra loro, con un bel calcio alla democrazia (che brutta parola, per gli oligarchi della ue e per i loro delegatari nazionali), ma se di sprechi si vuol parlare, non è certo l’eliminazione di qualche consigliere provinciale che fa la differenza. Dunque, se tutti i dipendenti delle vecchie province continueranno a percepire uno stipendio, dove sarebbe il risparmio per lo stato? Per la cronaca, i “fannulloni” greci, nel frattempo, hanno ridotto del 26% i loro dipendenti pubblici. Qui non stiamo discutendo se abbiano fatto bene o male, ma di chi ha fatto o meno i “compitini” a casa. E l’ex sindaco di Firenze pare latitare anche qui.
- Vogliamo parlare della scuola? Si tratta di una riforma più che altro di facciata, che a detta della maggior parte degli esperti non risolve minimamente i problemi, semmai li acuisce.
- Riforma della legge elettorale: l’italicum si porta dietro tutti i problemi, e l’incostituzionalità, della precedente legge, dando poi un premio di maggioranza che nemmeno ai tempi del fascismo si sarebbero sognati di attribuire. Il premier non eletto l’ha fatta votare convinto di essere ancora in luna di miele con gli italiani e quindi sicuro di vincere a mani basse. Peccato che già con gli ultimi risultati delle regionali, la “gioiosa macchina da guerra” renzista ha dimostrato di avere il motore grippato (perdere la metà dei voti in un anno non è impresa da tutti). Quindi, la legge elettorale “ad personam” potrebbe fregare proprio chi l’ha voluta, ma non sposta certo il futuro dell’italico stivale.
- Riforma del lavoro: il mitico Jobs Act, il fiore all’occhiello del renzismo galoppante. A sentire i dati del governo, pare si sia in pieno boom occupazionale, peccato che poi ci pensi l’istat a sbugiardare i vari attori che ruotano attorno a palazzo Chigi. Difatti gli occupati sono scesi da 22.392.000 ad aprile ai 22.330.000 di maggio, con un bel -92.000 posti di lavoro.
Se poi volessimo dare un’occhiata all’andamento del debito pubblico, che l’ex sindaco di Firenze ha dichiarato di aver risanato, ci sarebbe solo da mettersi a piangere in un angolino: ad aprile, ultimo dato disponibile al momento, ha sfiorato il nuovo record storico di 2.200 miliardi di euro. Con buona pace del governo e delle sue dichiarazioni.
Siamo in presenza di dati imbarazzanti, che gettano un’ombra inquietante sul futuro di un paese affidato a chi si limita a fare annunci “ad effetto” cui non segue un minimo aggancio con la realtà
Ci aspettano settimane e mesi da brivido, e l’Italia necessita di una guida forte e credibile, di personalità in grado di raddrizzare la rotta prima che la nave vada a finire definitivamente sugli scogli.
Il tempo è ormai poco ed il guaio è che chi sta tenendo attualmente il timone appare tremendamente simile a qualche comandante di nave da crociera…
Luca Campolongo
Fonti
www.istat.it
http://www.comuni.it/2015/06/riforma-pa-news-telelavoro-trasferimenti-avvocati/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/30/riforma-scuola-renzi-il-pinocchio-che-distrugge-listruzione-pubblica/1820049/
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-05-18/province-sei-incompiute-riforma-063501.shtml?uuid=AB9MI3hD
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