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domenica 14 giugno 2015

L’Arabia Saudita sta utilizzando alcuni esperti militari israeliani per frenare le milizie sciite di Ansarolà

Dalle alcune informazioni filtrate risulta che l’Arabia Saudita, nella sua offensiva contro lo Yemen, stia utilizzando un gruppo di esperti militari israeliani per contrastare l’avanzata dei combattenti yemeniti del movimento popolare Ansarolà nelle frontiere in comune con lo Yemen.
“Per causa del successo militare di alcune operazioni condotte da Ansarollà contro le postazioni saudite nelle frontiere fra i due paesi, il regime dei Saud ha utilizzato i servizi di esperti militari israeliani nelle province di frontiera di Yazán e Nayrán”, ha informato questo mercoledì l’agenzia di informazioni yemenita Lahjnews, citando fonti che preferiscono rimanere sotto anonimato.
Secondo le dichiarazioni dal passato mese di Maggio, il numero dei funzionari israeliani che offrono appoggio logistico al Ministero della Difesa dell’Arabia Saudita contro Ansarollà è arrivata al 20% delle forze disponibili.
Hanno anche assicurato che il principale obiettivo di formare un comando congiunto militare tra il regime israeliano e quello saudita è quello di frenare l’avanzata dei combattenti di Ansarollah e dei comitati popolari dello Yemen.
L’appoggio del regime israeliano ai sauditi nella loro offensiva contro lo Yemen non è di per se un fatto nuovo, visto che il primo ha fornito servizi di intelligence all’Arabia Saudita ed inoltre, il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha espresso chiaramente il suo appoggio a tale offensiva militare.
Casas destruidas en Yemen
Anche il portale web indipendente “Veteranstoday”, aveva sottolineato che esiste una grande probabilità che gli aerei israeliani abbattuti dagli yemeniti nelle scorse settimane, fossero gli stessi che hanno attaccato con armi nucleari tattiche (TNW) una base aerea dello Yemen ed hanno lanciato un attacco con bombe a neutroni.
Il regime dei Saud, nonostante sia ricorso a tutte queste misure, come l’utilizzo di armi proibite (bombe a grappolo), nei suoi attacchi allo Yemen, non ha raggiunto neppure uno dei suoi principali obiettivi; questo perchè da una parte prosegue l’avanzata di Ansarollah, e dall’altra parte, Abdu Rabu Mansur Hadi, il presidente yemenita dimesso che si trova in Arabia Saudita, sembra ancora molto lontano dal poter ritornare al potere.
Lo scorso Martedì, Ansarollah ha pubblicato le foto delle armi saudite che i loro combattenti hanno sequestrato, dopo che i soldati sauditi sono fuggiti dal campo di battaglia nella base militare di Tawliq, vicino alla frontiera fra i due paesi.
Le forze saudite spiegate sulla frontiera con lo Yemen si sono ritirate lo scorso mese di Maggio a più di 20 Kilometri dalle loro posizioni dopo che l’Esercito e i comitati popolari yemeniti hanno risposto alla loro offensiva.
Nel frattempo il conflitto continua e si aggrava con un numero di vittime civili sempre maggiore.
Nella città yemenita di Haraz, nella probinvia di Hayyah, l’artiglieria saudita ha lanciato decine di missili ed ha distrutto per completo oltre 40 edifici civili. Inoltre l’aviazione ha bombardato diverse località nella provincia di Saada (nord est) causando numerose vittime civili fra cui un neonato con pochi giorni di vita.
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella capitale yemenita, Sana, la Coalizione Civile nata per monitorare i crimini dell’aggressione saudita ha informato che, durante gli 80 giorni trascorsi dall’inizio degli attacchi sauditi sullo Yemen, 2724 persone, e fra queste 1170 donne e bambini, hanno perso la vita. Si aggiunge inoltre che, fino al momento, ci sono stati altre 6841 persone rimaste ferite e negli ospedali mancano medicinali e apparecchiature sanitarie per causa del blocco militare a cui è sottoposto il paese da parte dei sauditi e delle potenze occidentali.
Anche l’UNESCO ha condannato i bombardamenti effettuati dall’aviazione saudita sul centro antico di Sana, l’antica capitale dello Yemen, considerata patrimonio dell’umanità.
Anche le potenze occidentali (Francia e Gran Bretagna) hanno dichiarato esplicitamente il loro appoggio alla monarchia Saudita nell’offensiva contro lo Yemen, un paese che era considerato il più povero di tutta la regione. D’altra parte le potenze occidentali hanno legami di affari molto forti con la monarchia saudita e non si sognerebbero di perorare la causa di un paese aggredito che non dispone di alcun peso sulla scena internazionale. Il business prima di ogni cosa.
Fonti: El Espia Digital Hispan TV
Traduzione e sintesi: Luciano Lago

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