Quella che proponiamo qui di seguito è una tecnica messa a punto da Igor Sibaldi per realizzare i propri desideri, un esercizio di meditazione orientale che lui stesso trovò accennato nel volume The Aladdin Factor di Jack Canfield (Chicago 1995) e che ha poi sviluppato per suo conto. È una procedura molto semplice da spiegare, ma che richiede pazienza e notevole coraggio per venire attuata.
Igor Sibaldi è uno scrittore e saggista italiano. Nato da madre russa e padre italiano, Sibaldi è studioso di teologia e storia delle religioni; è autore di opere sulle Sacre Scritture e sullo sciamanesimo, oltre che di opere di narrativa e teatro. Dal 1997 tiene conferenze e seminari in Italia e all’estero su argomenti di mitologia, di esegesi e di psicologia del profondo.
Per mettere in atto questa tecnica dovrete innanzitutto procuravi due quaderni, uno per la brutta copia e uno per la bella. Il primo quaderno ospiterà 150 desideri che scriverete prendendovi tutto il tempo necessario. Scriverli di getto, in pochi giorni, non è la cosa migliore da fare. Sibaldi dice che potrebbero volerci addirittura mesi. Il processo di messa in moto del desiderio cambierà tutta la vostra percezione della realtà, vi permetterà di osservare la vita con occhi diversi, avidi di scoprire cosa manca nella vostra quotidianità.
La parte più interessante infatti credo sia proprio quella della scrittura, almeno così è stato per me, perché obbliga chi si cimenta in questo esercizio incredibile a fare i conti con se stessi e con i propri sogni, molti dei quali non si sono ancora palesati alla coscienza.
Tra questi 150 desideri dovrete sceglierne 101 e trascriverli sul quaderno di bella, lasciando qualche riga di spazio tra un desiderio e l’altro. Ogni giorno, per tutti i giorni dell’anno, dovrete leggerli. Bastano 5 minuti! Piano piano i desideri cominceranno a realizzarsi e tutto quello che dovrete fare sarà cancellare quelli realizzati e scriverne subito un altro, così da mantenere sempre 101 desideri nel quaderno di bella.
Ma ci sono delle regole precise da rispettare e non tutte così semplici!
1) la formula giusta è «Io voglio…»;
2) non scrivere né la parola «non», né alcuna negazione (evitare, per esempio, le parole «intatto» o «incolume», che sono negazioni);
3) ogni desiderio può avere al massimo 14 parole, cioè non può durare più di una singola emissione di fiato (se lo si scrive in italiano, s’intende; in inglese o francese avrebbe più parole, in russo o in tedesco meno);
4) vanno chiesti soltanto obiettivi, e non i mezzi per raggiungerli (cioè non si possono chiedere SOLDI, in alcuna forma);
5) vanno evitati i paragoni: per esempio «voglio essere famosa come la tale»;
6) vanno esclusi i desideri seriali: per esempio la serie «voglio un appartamento a Berlino», «voglio un appartamento a Madrid», «voglio un appartamento a Parigi» ecc.;
7) vanno scritti solo desideri il cui esaudimento sia precisamente verificabile – e dunque non desideri del tipo «voglio essere felice» o «voglio essere molto ricco» (felice in che senso? Molto ricco quanto?);
8) vanno evitati diminutivi o vezzeggiativi: ciascun desiderio deve essere descritto nella forma più oggettiva, più netta possibile;
9) non si possono esprimere desideri per conto altrui: troppo facile! Se si vuol giovare ad altri, occorre assumersi la responsabilità e le spese energetiche del giovamento: per esempio, non «Io voglio che mio zio torni a essere sano» ma «Io voglio fare in modo che mio zio torni a essere sano» (nel primo caso, si tratterebbe infatti non di un desiderio ma di un comando, a cui il suddetto zio dovrà obbedire);
10) è bene evitare di chiedere storie d’amore o di sesso con persone precise, o legami eterni con qualcuno – anche perché ci si potrebbe pentire, poi, d’averlo chiesto.
Ogni desiderio che noi riusciamo ad esprimere è una sorta di premonizione: non si tratta cioè del frutto della nostra fantasia, ma di un improvviso estendersi della nostra percezione, fino a cogliere nel futuro una qualche occasione che sta venendo proprio verso di noi e che può servire al proprio sviluppo interiore. E ciò che chiamiamo “desiderare” in realtà è il modo in cui questa nostra percezione più estesa cerca di annunciare alla nostra razionalità quelle occasioni che ha intravisto nell’avvenire, e di convincerla a non opporre resistenza e a non distrarsi, quando quelle occasioni arriveranno bensì a farsi avanti e ad afferrarle”.da Il frutto proibito della conoscenza di Igor Sibaldi
PERCHÉ PROPRIO 101?
I desideri devono essere, ripeto, 101: un bel numero orientale, che raffigura simbolicamente un intero grande (100) ma aperto, grazie a quell’ 1 in più, verso ulteriori sviluppi.
Qui sotto il video in cui Igor Sibaldi spiega la tecnica dei 101 desideri nel dettaglio di cui vi consiglio la visione!
Su facebook esiste anche un gruppo (segreto per rispettare la privacy degli utenti) per chi vuole cominciare questa avventura che si chiama : “101 desideri realizzati”. Per iscrivervi dovrete chiedere l’amicizia alla fondatrice Carla De Candia, la quale vi farà accedere al gruppo. Qui potrete trovare supporto per quanto riguarda i 101 desideri e tutti i vostri dubbi verranno dissipati. Inoltre vengono raccontate molte storie di desideri realizzati, cosa che stimola ulteriormente a perserverare nella tecnica.
fonte http://www.dionidream.com/i-101-desideri-la-tecnica-di-igor-sibaldi-per-realizzarli/
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