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sabato 13 giugno 2015

IN NOME DELLA NATO...

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«Otto milioni al giorno, sabati e domeniche inclusi. Il conto della crisi in Russia per il sistema industriale italiano diventa con il passare del tempo sempre più salato. Nei primi quattro mesi del 2015 la riduzione dell’export verso Mosca supera infatti i 900 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e proiettando il trend (-29,4%) sui dodici mesi la voragine si amplierebbe a 2,8 miliardi, riportando di fatto le statistiche delle nostre vendite in Russia al lontano 2009.
Nei primi 3 mesi del 2015 l’export italiano verso la Russia ha segnato un -29,3% rispetto allo stesso trimestre 2014. Particolarmente colpite le esportazioni di alimentari e tabacco (-45%) e del settore tessile/abbigliamento (-33,9%)».
Questo scrive il Il Sole 24 Ore di oggi, il tutto scolpito nella impressionante tabella qui sopra.
A seguito: "Sanzioni indigeste" (Giulietto Chiesa, Sputniknews.com);


Il governo Renzi, al di la delle dichiarazioni di circostanza, ha deciso di restare fedele alle direttive USA, che vanno nel senso di alzare il livello di scontro con la Russia putiniana, ma che danneggiano in modo pesante l'economia italiana, ciò malgrado una recessione senza precedenti in durata e profondità.
E' il segno che per i liberisti ci sono casi in cui la politica viene prima dell'economia. E viene prima quando si tratta di dimostrare che nel mondo c'è un unico impero, quello americano, di cui la Ue non è che una protesi al di qua dell'Atlantico.
 
E' la dimostrazione che l'Italia, dal punto di vista geopolitico, resta un protettorato americano, e che i governi, di centro-destra o di centro-sinistra, pur di ubbidire alla casa Bianca, sono disposti a darsi la zappa sui piedi. Senza dimenticare qual'è il casus belli, quello ucraino, dove Unione europea e Nato giocano col fuoco sostenendo apertamente un governo formato da liberisti oltranzisti, guerrafondai e neonazisti.
Gli europeisti ci dicevano che la cessione della sovranità economica al sinedrio che guida l'Unione europea, era un sacrificio necessario per sottrarre l'Europa alla pesante tutela nord-americana. La vicenda delle sanzioni contro la Russia dimostra che è accaduto il contrario.

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