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martedì 9 giugno 2015

Il boss delle mazzette ai pm: “Ora spegnete il registratore altrimenti cade il governo…”

01Mafia Capitale, Salvatore Buzzi ai pm: “Spegnete il registratore, altrimenti cade il Governo”

“Su Mineo casca il Governo…io potrei, cioè, se possiamo spegnere il registratore glielo dico, se può spegnere un secondo”. Salvatore Buzzi, ras delle coop romane, ha deciso di collaborare con i magistrati che indagano su Mafia Capitale. Il 31 marzo scorso, in una lunghissima dichiarazione spontanea in cui racconta la nascita della Cooperativa “29 giugno”, dei rapporti con i sindaci di Roma Gianni Alemanno e Ignazio Marino, parla anche del Cara di Mineo. Ma ha delle remore. Forse ha paura. “È vietato dalla legge e noi le cose vietate dalla legge non le facciamo. Forse lei non ci crederà ma ancora in questo Paese c’ è qualcuno che segue le regole”, gli risponde il pm Giuseppe Cascini alla sua richiesta di spegnere il registratore. Buzzi insiste inutilmente. Si prende una pausa di 15 minuti durante il quale discute con il suo avvocato. Quando torna racconta quello che ha saputo da Luca Odevaine.
Il Cara di Mineo – “Io sono un povero disgraziato, non so le cose direttamente su Mineo”, spiega agli inquirenti. “A me questa storia l’ ha raccontata Luca Odevaine. So che il Comune indice la gara, il Comune, il Consorzio, indice la gara e credo che il sottosegretario Castiglione sia fortemente interessato a questa cosa, e fa si che la gara venga aggiudicata, almeno così, venga, insomma, indicato chi è il soggetto che dovesse vincerla nel 2012″. Il pm chiede: “Solo per chiarezza, è sempre stato Odevaine a dirle queste cose su Castiglione?”. “Sì”, risponde Buzzi. “Doveva vincerla un’Ati, questa Ati che c’era, che era costituita tra chi faceva i servizi di accoglienza, tra chi faceva i servizi di ristorazione, tra Pizzarotti che manteneva l’immobile. Poi nel 2014, la gara viene bandita nuovamente perché era scaduta la prima” e “la gara è stata riaggiudicata con un bando sartoriale… perché se tu mi prevedi un bando che doveva avere il centro cottura a 20 km, e ce l’ho solo io il centro cottura a 20 km, solo io posso partecipare. Nessuno potè partecipare, questo è quello che mi ha raccontato Odevaine. E’ la gara da 150 milioni di euro, eh!”.
Marino nei guai – Buzzi nel suo interrogatorio parla anche dei 2.500 posti Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo finanziato da ministero dell’Interno ed Europa) del Comune di Roma. “È stata fatta una procedura senza gara e senza bando. 76 milioni di euro di affidamento. Giunta Marino eh? Noi sapevamo che c’era questa assegnazione di posti, tu se fossi un’amministrazione corretta, chiami tutti gli organismi che operano con te e gli dici “Ci saranno 2.500 posti Sprar, presentate i progetti che li valuteremo”, o fai un bando, fai una cosa, non fu fatto nulla. Io ho scritto alla dottoressa Bindi di essere sentito perché ce ne avrei di cose sul Comune di Roma, però non mi hanno voluto sentire”. “E’ stata una decisione autonoma del Comune di Roma”, puntualizza. “Il dottor Odevaine, Luca non c’entra niente”.
Re Comanno – “Al primo turno votammo Marino, e al secondo Alemanno”, dice poi Buzzi a proposito dei rapporti con i sindaci della Capitale. Il denaro era tutta roba ‘in chiaro’. Alemanno era alla Fondazione o pagavamo delle cene, a Marino un contributo abbiamo dato alla sua, mi sembra 30 mila euro gli abbiamo dato. O trenta o quaranta, mo’ non mi ricordo…al suo comitato”. “Sa quale era il suo limite?”, continua Buzzi a proposito di Alemanno. “Che l’ ultimo che andava da lui c’ aveva ragione. Quindi se andava lei, aveva ragione lei, ci andavo io c’avevo ragione io, se andava lui c’ aveva ragione lui. Perché non c’è una guida come Roma, tanto è vero che era chiamato Re Comanno, quindi nel 2010 davamo la caccia ad Alemanno per sapere dove andava, per chiedergli degli incontri per risolvere questi problemi. Nel 2011 i rapporti con l’ amministrazione cambiano e diventano tranquilli, tanto è vero che nel 2012 arriviamo al famoso accordo per costruire il campo nomadi di Castel Romano”. Di corruzione però Buzzi non vuole sentirne parlare. “Pagamenti tutti in chiaro per cene elettorali e quant’altro”. “Noi sostenevamo attraverso contributi diretti alcuni candidati, e altri invece li abbiamo sostenuti attraverso la campagna elettorale diretta”. Buzzi fa un esempio: “C’è una cena con Alemanno, mille euro a persona, tu pendi un tavolo e ovviamente erano 10 mila euro. Ma noi l’abbiamo fatta pure con Renzi la cena, eh? con Zingaretti. La nostra è una grande coop, dottor Casciani, quindi ovviamente ci chiamavano”.
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