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martedì 23 marzo 2021

Il genocidio più grande dell’umanità di tutti i tempi, ecco cosa c’è dietro, tutta la storia raccontata dall’inizio.

 Technology behind COVID-19 vaccine is years in the making

Qualcuno lo chiama genocidio.

Sapevate che questo “nuovo” vaccino , in realtà , è molto vecchio?

Sapevate che è stato sperimentato , per molti anni , sugli animali?

Sapevate che questo vaccino non uccide il virus ma lo tiene soltanto isolato all’interno del nostro corpo?
Sapevate che il virus comunque è libero di moltiplicarsi e finché “l’isolamento” tiene , non può creare i danni ma in questo modo si crea una bomba ad orologeria all’interno del nostro corpo (quando esploderà)?

Technology behind COVID-19 vaccine is years in the making

Il presente non è stato scritto in modo critico e neanche favorevole , descrive soltanto i fatti e si può (ancora) trovare su sito oggiscienza.it

” La svolta avviene nel 1998 , quando Drew Weissman , immunologo del National Institutes of Health , inizia a lavorare per la Università della Pennsylvania.

I due (Drew e Katalin) entrano subito in sintonia e iniziano a lavorare insieme alla messa a punto di una terapia genica basata sul mRNA .
Weissman , a differenza di Karikò ha la possibilità di accedere ai fondi per finanziare vari esperimenti.

Il problema principale dell’utilizzo dell’mRNA a fini terapeutici consiste nello sviluppo di una reazione infiammatoria da parte del organismo.

Tutti gli animali sottoposti a trattamento muoiono immediatamente.

La sperimentazione sull’essere umano appare impossibile ma Weissman e Karikò scoprono che modificando uno dei quattro blocchi costituivi del mRNA, chiamati nucleosidi, è possibile scongiurare la risposta infiammatoria.

Nel 2005 i risultati dello studio sono pubblicati sulla prestigiosa rivista Immunity.

Gran parte del mondo accademico, però, reagisce con scetticismo e diffidenza. Dopo aver depositato un brevetto e cercato inutilmente di coinvolgere l’Università della Pennsylvania, che addirittura si rifiuta di reintegrarla nel ruolo che aveva prima del demansionamento del 1995, nel 2013 Karikò accetta un offerta di lavoro da parte di una piccola azienda tedesca, la BioNTech . “fine dela citazione”.

Bisogna ancora aggiungere che i successivi esperimenti sugli animali, principalmente sui furetti, all’inizio del trattamento, ottenevano ottimi risultati ma poco dopo tutti gli animali morivano.

Quindi , la mortalità dal vaccino, tra gli animali è pari al 100%, adesso si sta sperimentando sull’uomo e pare che l’uomo sia più resistente dagli animali.

Il male non finisce qui, c’è un’effetto causato con questo trattamento genico che si chiama “Sequenza di consenso di Kozak” il quale,senza alcun dubbio, spiega tutte quelle morti “inspiegabili” dopo il vaccino.

Si può trovare su Wikipedia.

Drew Weissman è un immunologo presso l’Università della Pennsylvania.
Il suo lavoro con Katalin Karikó – in particolare sull’mRNA modificato con nucleosidi – è considerato essenziale per lo sviluppo di vaccini.
Katalin Kariko’ nel 1990, mentre era professore all’Università della Pennsylvania, Karikó (chiamata anche semplicemente KK) ha presentato la sua prima domanda di borsa di studio in cui ha proposto di istituire una terapia genica basata sull’mRNA.
Da allora, la terapia basata sull’mRNA è stata il principale interesse di ricerca di Karikó.

Combattendo contro una penuria di finanziamenti e con continui “no” tanto che nel 1995, mentre è vicina ad ottenere la cattedra, è retrocessa ai ranghi più bassi. Ha avuto la tentazione di cedere quando nel 1997 ha incontrato Drew Weissman, professore di immunologia all’Università della Pennsylvania.
Dopo sette anni di tentativi, di problemi dovuti al “rigetto”, di errori, hanno alla fine trovato la soluzione.

In una serie di articoli a partire dal 2005, Karikó e Weissman hanno descritto come specifiche modifiche nucleoside nell’mRNA che hanno portato a una ridotta risposta immunitaria.
Hanno fondato una piccola azienda e nel 2006 e nel 2013 hanno ricevuto brevetti per l’uso di diversi nucleosidi modificati per ridurre la risposta immunitaria antivirale all’mRNA.
Poco dopo, l’università ha venduto la licenza di proprietà intellettuale a Gary Dahl, il capo di una società di forniture di laboratorio che alla fine è diventata Cellscript.
Settimane dopo, Flagship Pioneering, la società di venture capital che sosteneva e continua a sostenere Moderna, la contattò per concedere in licenza il brevetto.
Karikó ha detto solo che “non ce l’abbiamo”.
All’inizio del 2013, Karikó ha sentito parlare dell’accordo da 240 milioni di dollari di Moderna con AstraZeneca per sviluppare un mRNA VEGF.
Karikó si è resa conto che non avrebbe avuto la possibilità di applicare la sua esperienza con l’mRNA all’Università della Pennsylvania, quindi ha assunto un ruolo di vicepresidente senior presso BioNTech RNA Pharmaceuticals.
Le sue ricerche e specializzazioni includono la terapia genica messaggera basata sull’RNA, le reazioni immunitarie indotte dall’RNA, le basi molecolari della tolleranza ischemica e il trattamento dell’ischemia cerebrale.

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