L'amministrazione Obama continua a dispiacere gli ambientalisti: è stata concessa al gigante petrolifero Shell l'autorizzazione a effettuare perforazioni esplorative al largo dell'Alaska, nel mare di Cukci. Le nuove operazioni di trivellazione verranno riprese dalla prossima estate.
La zona dove avverranno le trivellazioni
Il Wall Street Journal ha spiegato che la decisione del governo Usa riguarda una sola compagnia ma rappresenta una vittoria per l’intera industria petrolifera, che recentemente ha dovuto fare i conti con norme sempre più stringenti in materia di fracking e di trasporto del combustibile su rotaia. Insomma sembra che Obama punti all'indipendenza energetica degli Usa prima della fine del suo mandato.
LE RESTRIZIONI - Shell dovrà seguire una serie di norme per le trivellazioni che sono state studiate proprio per la zona in questione, dove le acque del mare sono ghiacciate e spesso le tempeste causano onde che arrivano fino a 15 metri d'altezza. Per ora però è l'unica compagnia che può continuare e operazioni, anche se il Wall Street Journal non esclude che in futuro potrebbero esserci anche altre concessioni.
UNA LUNGA STORIA - La compagnia anglo-olandese aveva progettato lo sfruttamento delle risorse artiche fin dal 2007, ma nel 2012 il maltempo e una serie di malfunzionamenti hanno portato allo stop di un primo tentativo di trivellazione. Erano stati questi problemi e le pressioni delle lobby ambientaliste a far redigere alla Casa Bianca delle norme molto più vincolanti sulle estrazioni di petrolio.
TRIVELLARE IL GHIACCIO - La trivellazione nelle acque artiche, in particolare nel mare dei Ciukci tra Alaska e Siberia, sono da sempre una delle grandi preoccupazioni degli ambientalisti.La zona dove Shell opererà è una delle zone più pericolose del mondo: è molto isolata e, in caso di incidenti, la struttura più vicina che possa intervenire si trova a più di 1.500 chilometri di distanza. Per non parlare delle tempeste, molto frequenti in queste zone, con onde che arrivano fino a 15 metri d'altezza.
RISCHI DI FUORIUSCITA - Le trivellazioni nelle acque dell’Artico sono più pericolose rispetto a quelle nei mari più temperati e potrebbero causare enormi disastri, ancora più gravi di quello della piattaforma petrolifera Deepwater horizon dell’aprile 2010, quando quasi cinque milioni di barili di greggio si riversarono nel golfo del Messico.
I RISCHI PER GLI ANIMALI - Nell’area delle trivellazioni il clima è estremo, le acque sono ghiacciate. Inoltre il mare dei Ciukci è una zona di migrazione di mammiferi marini, tra cui balene artiche e trichechi. L'Artico è la casa di animali incredibili, come gli orsi polari., la cui sopravvivenza dipende proprio dal ghiaccio di queste zone, che sta scomparendo a una velocità spaventosa. Senza ghiaccio su cui cacciare, riposare e riprodursi, la sopravvivenza degli orsi polari e degli altri animali è in forte pericolo. Le mamme orso, deboli e affamate, faticano ad allevare i loro cuccioli, che devono lottare ogni giorno per poter sopravvivere fino all'età adulta.
SALVIAMO L'ARTICO - In prima linea contro la decisione dell'amministrazione Obama c'è l'ong ambientalista Greenpeace che da anni avverte sui rischi delle trivellazioni in queste zone:
LE RESTRIZIONI - Shell dovrà seguire una serie di norme per le trivellazioni che sono state studiate proprio per la zona in questione, dove le acque del mare sono ghiacciate e spesso le tempeste causano onde che arrivano fino a 15 metri d'altezza. Per ora però è l'unica compagnia che può continuare e operazioni, anche se il Wall Street Journal non esclude che in futuro potrebbero esserci anche altre concessioni.
UNA LUNGA STORIA - La compagnia anglo-olandese aveva progettato lo sfruttamento delle risorse artiche fin dal 2007, ma nel 2012 il maltempo e una serie di malfunzionamenti hanno portato allo stop di un primo tentativo di trivellazione. Erano stati questi problemi e le pressioni delle lobby ambientaliste a far redigere alla Casa Bianca delle norme molto più vincolanti sulle estrazioni di petrolio.
TRIVELLARE IL GHIACCIO - La trivellazione nelle acque artiche, in particolare nel mare dei Ciukci tra Alaska e Siberia, sono da sempre una delle grandi preoccupazioni degli ambientalisti.La zona dove Shell opererà è una delle zone più pericolose del mondo: è molto isolata e, in caso di incidenti, la struttura più vicina che possa intervenire si trova a più di 1.500 chilometri di distanza. Per non parlare delle tempeste, molto frequenti in queste zone, con onde che arrivano fino a 15 metri d'altezza.
RISCHI DI FUORIUSCITA - Le trivellazioni nelle acque dell’Artico sono più pericolose rispetto a quelle nei mari più temperati e potrebbero causare enormi disastri, ancora più gravi di quello della piattaforma petrolifera Deepwater horizon dell’aprile 2010, quando quasi cinque milioni di barili di greggio si riversarono nel golfo del Messico.
I RISCHI PER GLI ANIMALI - Nell’area delle trivellazioni il clima è estremo, le acque sono ghiacciate. Inoltre il mare dei Ciukci è una zona di migrazione di mammiferi marini, tra cui balene artiche e trichechi. L'Artico è la casa di animali incredibili, come gli orsi polari., la cui sopravvivenza dipende proprio dal ghiaccio di queste zone, che sta scomparendo a una velocità spaventosa. Senza ghiaccio su cui cacciare, riposare e riprodursi, la sopravvivenza degli orsi polari e degli altri animali è in forte pericolo. Le mamme orso, deboli e affamate, faticano ad allevare i loro cuccioli, che devono lottare ogni giorno per poter sopravvivere fino all'età adulta.
SALVIAMO L'ARTICO - In prima linea contro la decisione dell'amministrazione Obama c'è l'ong ambientalista Greenpeace che da anni avverte sui rischi delle trivellazioni in queste zone:
Se le compagnie petrolifere vengono autorizzate a trivellare in uno degli ambienti più estremi, isolati e imprevedibili del mondo, la domanda non è più "se" ci sarà una devastante fuoriuscita di petrolio, ma "quando". Il petrolio filtrerebbe incontrollato sotto il ghiaccio per anni, inquinando le terre dei popoli che abitano in Artico da millenni. L'impatto a lungo termine sarebbe catastrofico per l'intero ecosistema.
Per questo è stata lanciata la campagna internazionale Save the Artic, consultabile sul web per cui sono state lanciate quattro petizioni on-line differenti: una per proteggere gli orsi polari, una contro le trivellazioni e l'ultima contro il surriscaldamento del pianeta.
fonte http://www.today.it/ambiente/usa-obama-trivelle-artico-greepeace.html
Nessun commento:
Posta un commento