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giovedì 21 maggio 2015

Il TPP di Obama ci attira verso la tomba

Il TPP di Obama ci attira verso la tomba

Il TPP di Obama ci attira verso la tomba

di John V. Walsh
“Dobbiamo assicurarci che l’America scriva le regole dell’economia globale, e dovremmo farlo oggi mentre la nostra economia è in una posizione di forza. Se non scriviamo le regole del commercio mondiale, indovinate un po’, lo farà la Cina. E le scriverà in modo da far prevalere i lavoratori e le imprese cinesi.”
(Barack Obama sul Partenariato Trans-Pacifico in un discorso tenuto alla fabbrica Nike dell’Oregon l’8 maggio 2015)
Proprio queste poche parole di Obama, lo sforzo più noto delle sue relazioni pubbliche per guadagnare consenso al TPP (Partenariato TransPacifico) e ampiamente rappresentativo del pensiero della nostra elite imperiale, sono così rivelatrici, sbagliate e pericolose su così tanti livelli che non si sa da dove cominciare. Di fatto esse portano i semi della nostra distruzione. E sono incentrate sulla Cina.
In primo luogo, l’arroganza e l’intento egemonico della dichiarazione è strabiliante, nonostante ciò sia diventato routine per l’elite statunitense. Cosa dà agli Stati Uniti, un paese di 300 milioni di abitanti al capo opposto del grande Pacifico, il diritto di decidere le regole del commercio dell’Asia orientale, che comprende la Cina, paese di un miliardo e 300 milioni di persone? Gli USA non possono più basare tale privilegio sulla potenza economica, poiché il loro PIL lordo, misurato a parità di potere d’acquisto, secondo il FMI è ora inferiore a quello cinese.
Una prova chiara del potere relativo delle economie cinese e americana è stata la reazione del mondo al lancio da parte cinese della oltremodo necessaria Banca d’Investimento per le Infrastrutture Asiatiche (AIIB) per fornire credito allo sviluppo dell’Asia e oltre. Il fondi necessari per tale sviluppo sono stati negati a lungo dalla Banca Mondiale e dal FMI dominati dagli USA. Ebbene, gli alleati degli USA, perfino il Regno Unito e Israele, si sono precipitati in massa ad aderire all’AIIB, nonostante le minacce degli USA, lasciando questi ultimi al freddo assieme al loro agente in Estremo Oriente, il Giappone. Ancora più strabiliante che gli USA pensino di poter scrivere le regole commerciali per la Cina e l’Asia orientale! Vista la realtà economica, quei giorni sono finiti. Di fatto Obama, forse senza volerlo, cercando disperatamente di farci accettare il TPP con la paura, riconosce questo fatto. Cos’altro potrebbe intendere quando dice: “Dovremmo farlo (approvare il TPP) oggi mentre la nostra economia è in una posizione di forza globale.” Cosa dice implicitamente sulla situazione di domani?
TTP Protests Philipines-WHO
In secondo luogo, queste parole evidenziano una mentalità di “o vinci o perdi”, e questa è la cosa più preoccupante della dichiarazione. In breve, noi americani scriviamo le regole a nostro vantaggio e a svantaggio di altri, oppure altri scrivono le regole per loro al medesimo scopo.
Non esiste più una visione per il mondo, ma solo quella di un conflitto che termina con il dominio e la sottomissione: la lotta, economica e non solo, di ognuno contro tutti. Nel 21° secolo e a venire, in un mondo pieno di armi ad alta tecnologia di potenza inimmaginabile, tale conflitto produrrà indescrivibili sofferenze e la morte di miliardi di persone, se non la fina della specie umana come la conosciamo. Limitarsi a bandire la fornitura di tali armi non basterà, perché potranno sempre essere ricreate. Non esistono soluzioni tecniche permanenti, ma solo temporanee, nonostante cosa gli attivisti anti-nucleari possano pensare.
Tale visione è l’esatto opposto di quella cinese, che promuove senza sosta la creazione di situazioni dove vincono tutti. Non: “o vinci o perdi”. Non: “o sei con noi o sei contro di noi”.
Leggete China Daily, come dovreste fare per guadagnare un po’ di prospettiva, o qualsiasi canale informativo cinese, e vi troverete costantemente la filosofia del “vincono tutti”. I cinesi chiaramente hanno capito qualcosa. Quella è la direzione che offre la possibilità (non la certezza ma la possibilità) di pace, prosperità e sviluppo per il pianeta. La direzione indicata da Obama e dall’elite imperiale statunitense porta a quanto abbiamo visto in Medio Oriente e Nord Africa e ora, dopo il colpo di stato instigato dagli USA, in Ucraina.
I popoli dell’Asia orientale, Giappone compreso, dovrebbero allarmarsi quando gli USA parlano di far partecipare alla vittoria l’uno l’altro di loro. Di fatto, l’invocazione di Obama a scrivere le regole (del commercio o di qualsiasi altra cosa) dovrebbe servire da monito per i popoli dell’Asia orientale e ovunque. La conclusione per loro è che se gli USA decidono di dover scrivere le regole per contenerli o reprimerli, alla fine così sarà. Basta tale dichiarazione per far cadere la presunzione di leadership degli USA nel mondo. Proprio con quella dichiarazione gli USA stanno dicendo al mondo che ogni nazione è spendibile, tranne la loro.
In terzo luogo, una cosa raramente menzionata tra le obiezioni al TPP dai progressisti statunitensi è il suo ruolo di strumento di dominazione imperiale. E’ vero che, come affermano loro, il TPP non è concepito per aiutare i lavoratori statunitensi, come Obama vorrebbe farci credere. E’ vero che si tratta di un regalo alle grandi compagnie. E’ vero che è un accordo segreto e quindi decisamente anti-democratico. Su quest’ultimo punto non dovrebbero esserci dubbi: i membri del Congresso possono vedere almeno alcuni aspetti del TPP durante la sua stesura, ma non è loro consentito portare idee o esperti mentre leggono le parti segrete dell’accordo; non possono prendere note né fare copie del testo; non possono rivelarne il contenuto al pubblico. Perciò noi come popolo siamo totalmente esclusi dalla conoscenza di cosa è contenuto nel TPP. Nulla potrebbe esserce più lontano dalla democrazia o dalla trasparenza, delle quali l’elite imperialista si fanno bandiera. Al contrario potete scommettere che i ricchi e potenti, che siano essi i dirigenti della Nike o i banchieri internazionali, sanno tutto del TPP e vi esercitano un’enorme influenza.
Queste considerazioni però riguardano tutte noi americani e i nostri governanti locali, non prendono in esame le questioni militari e la realtà dell'”impero USA”, espressione che raramente esce dalle labbra dei nostri progressisti mainstream.
Sì, mettiamoci al lavoro per fermare il TPP. Ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che questa battaglia non si riduce solo a un po’ più di beni per gli americani. Il TPP è invece un ulteriore passo sulla strada verso l’Armageddon, strada che gli USA sembrano lastricare con il panico e la disperazione.
Traduzione: Anacronista
http://www.controinformazione.info/il-tpp-di-obama-ci-attira-verso-la-tomba/

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