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mercoledì 27 agosto 2014

Così i terroristi si addestravano sull'Etna Ecco le intercettazioni dei due tunisini fermati


CATANIA -  Una "scuola di terrorismo" che aveva la sua base d'addestramento sull'Etna. Qui, sulle sciare scure e impervie del Vulcano, si esercitavano alla guerra santa gli appartenenti ad una cellula di terroristi islamici che aveva collegamenti e rapporti strettissimi con personaggi di rilievo del terrorismo internazionale di matrice confessionale. "Combattenti dormienti", ma pronti a tutto, quattro dei quali ieri sono stati arrestati tra la Puglia, dove l'organizzazione aveva la sua base operativa, la Lombardia e la Sicilia. Fino a Scordia, centro agrumicolo della piana di Catania, sono infatti arrivati i carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura di Bari, per arrestare Mohsen Hammami, di 49 anni, e Ifaoui Nour, di 34 anni, entrambi tunisini, accusati di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo internazionale e istigazione all'odio razziale.

Schivi, taciturni, senza alcun rapporto con gli abitanti del paese, i due, braccianti agricoli impiegati "a giornata" nei campi per la raccolta delle arance, erano perfetti combattenti della Jihad, giunti ormai  -  dicono gli inquirenti  -  al quinto stadio terminale, cioè in attesa soltanto di raggiungere le aree di guerra. Pronti a tutto, come gli altri componenti dell'organizzazione guidata dall'ex imam di Andria, Hachemi Ben Hassen, arrestato in Belgio, a capo della cellula pugliese, che faceva proseliti in tutta Italia formando i nuovi adepti ed occupandosi personalmente della loro preparazione psicologica e ideologica.

Dalle intercettazioni, avviate già tre anni fa, emergono particolari da brivido. "Dio prendi il mio sangue  -  ripetevano ad alta voce gli appartenenti all'organizzazione prima della loro esercitazioni  -  e disperdi il mio corpo come vuoi". Sui sentieri dell'Etna, mimetizzati tra querce e castagni, si allenavano con regolarità mettendo in pratica le tecniche apprese attraverso video realizzati e pubblicati sul web dai "fratelli" sparsi per il mondo, esaltandosi con i discorsi di Bin Laden e studiando nei dettagli i video delle azioni suicida dei "martiri" da emulare. La loro era una vera e propria scuola di terrorismo, dicono gli inquirenti, grazie alla
quale si acquisivano le necessarie cognizioni sulle procedure per il confezionamento di ordigni esplosivi, per l'uso delle armi da fuoco e per il reclutamento di volontari da avviare ai campi di battaglia in Afghanistan, Yemen, Iraq, Cecenia. Quei video per Mohsen Hammami e Ifaoui Nour erano un punto d'arrivo. E, sull'Etna, lontano da occhi indiscreti, e dalla ruotinarietà delle loro giornate nei campi come braccianti per pochi euro, provavano il passo della biscia, l'avvicinamento all'obiettivo e si sottoponevano a severi esercizi fisici. Tutto finalizzato all'essere pronti per la "chiamata". Che i loro sentimenti fossero "ispirati al più acceso antisemitismo ed antioccidentalismo", che la loro massima aspirazione fosse la "preparazione e l'esecuzione di azioni terroristiche
da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni o addirittura semplici cittadini ritenuti infedeli" emerge dalle telefonate e dagli sms intercettati. "Nel nome di Dio sono pronto", ripetevano.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/05/01/news/cos_i_terroristi_si_addestravano_sull_etna_ecco_le_intercettazioni_dei_due_tunisini_fermati-57845113/

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