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sabato 26 luglio 2014

Latorre e Girone, i due marò trattenuti in India da due anni e mezzo. Come “Sacco & Vanzetti”?

di Claudio Beccalossi-
Il “caso Latorre & Girone”. Come “Sacco & Vanzetti”? E chi s’interessa dei 3.100 italiani (al 2012) detenuti per varie cause in 85 Paesi?
(UNMONDODITALIANI - UMDI)La scandalosa farsa continua. Nonostante l’”ultim’ora” da New Delhidiffusa in Italia al mattino del 28 marzo scorso.
Allora, venne comunicato che la Corte Suprema indiana aveva accolto il ricorso presentato dalla difesa dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, contro l’utilizzo della Nia (National indian agency, polizia federale antiterrorismo, agenzia investigativa del governo federale indiano) come accusa nel processo. Quindi, aveva sospeso il procedimento a loro carico presso il tribunale speciale fissando l’udienza successiva dopo 4 settimane, cioè dopo le elezioni parlamentari che avrebbero ipoteticamente rappresentato lo spartiacque tra il vergognoso “braccio di ferro” (con un braccio ben più muscoloso dell’altro) tra autorità indiane ed italiane e la presumibile soluzione della vicenda.
Archiviate le elezioni nel colosso sub asiatico, il… “giro di valzer” in senso positivo non c’è stato. E tutto il prosieguo è rimasto e rimane in standby. In attesa non si sa bene di cosa…
La brutta storia è iniziata il 15 febbraio 2012, quando dalla petroliera “Enrica Lexie”, protetta dalla Marina militare italiana, sarebbero stati sparati i colpi che hanno ucciso i due pescatori Ajesh Binki, 25 anni, Valentine Jelastine, 45. I paralleli e conseguenti, decisi comportamenti indiani ed i dilettantismi (con pavide incertezze) della condotta istituzionale italiana, hanno trascinato il “caso” in un tira e molla tra il “gigante” India e la “spaghettara” Italia.
L’Italia “missionaria” (e ne ho conosciute di queste “grandi figure” durante un mio viaggio-reportage in India) e riluttante di sempre, incapace di farsi rispettare e di far rispettare i propri connazionali, nell’ottica d’una “giusta giustizia” bilaterale spesso tradita, defraudata, vilipesa, annientata (chi non ricorda ancora la famigerata vicissitudine degli anarchiciFerdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, finiti sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 e riabilitati esattamente 50 anni dopo, negli Stati Uniti d’America, cosiddetta “culla della libertà e della democrazia”?).
La cattività all’estero, purtroppo, non riguarda solo Latorre e Girone e, tanto per (non) cambiare, la drammatica cifra è “oscurata” da media scorretti e politicanti menefreghisti, categorie ambedue nostrane. Infatti, stando a quanto emerge da una relazione del ministero degli Affari Esterirelativa ancora al 2012 e velocemente finita nel dimenticatoio (se non nell’immondizia), ben 3.100 italiani risultavano detenuti in 85 Paesi (molti dei quali con condizioni carcerarie disastrose denunciate da Amnesty International), di cui 2.393 in attesa di giudizio. 1.115 erano reclusi in Germania, mentre a far compagnia ai due fucilieri di Marina, in condizioni ben peggiori, stavano rinchiusi nelle prigioni indiane 17 italiani.
Cosa dire laconicamente ancora del “caso Latorre & Girone”? Che si tratta del noioso copione dell’Italia genuflessa, col culo scoperto alla mercé del primo potente (arrapato) di turno… Con buona pace di chi ciancia di buone relazioni bilaterali e di quanti svendono diritto ed orgoglio per misere, ma appetitose, commesse militari. Business is business. Purtroppo…

http://www.unmondoditaliani.com/latorre-e-girone-i-due-maro-trattenuti-in-india-da-due-anni-e-mezzo-come-sacco--vanzetti20140725.htm

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