Sempre di san Valentino si tratta, si quello umbro che fu decapitato, per ordine del prefetto romano Placido Furio sotto le persecuzioni dell’imperatore Aurelio, correva l’anno 273 d.C. ed era il 14 di febbraio.Da quella data in poi, il santo umbro è diventato protettore di tutti gli innammorati.
Ma san Valentino non è solo patrono di Terni, ma di tante città qui in Italia, tra queste c’è un meraviglioso paesello sito in provincia di Foggia, Vico del Gargano, soprannominato anche il “paese dell’amore”, che fa parte del Parco Nazionale e della Comunità Montana del Gargano, oltre ad essere uno dei comuni de “I Borghi più belli d’Italia”.
A Vico del Gargano, conosciuto sin dall’antichità come il paese degli agrumi, prima del 1618, quando cioe’ le reliquie del Santo Patrono ivi giunsero, l’avente diritto a proteggere la piccola comunità era san Norberto, santo che venne introdotto dalla comunità slava, ma Norberto veniva festeggiato nel mese di giugno, per cui agli abitanti del paese non sembrava un santo adatto da invocare per proteggere gli agrumeti da vento, grandine e gelate invernali, cosi’ con questa motivazione, una delegazione di abitanti si recò a Roma per cercare un nuovo Santo Patrono.La leggenda racconta che fu lo stesso San Valentino a scegliere i vichesi perché il capo della delegazione, mentre camminava tra le catacombe romane, urtò contro un braccio che sporgeva da un loculo, e quel braccio apparteneva proprio al santo umbro, e fu cosi che le sue reliquie, il 14 febbraio, furono prelevate e portate nella cittadina garganica dove fu costruita una chiesa e un altare gremito di arance.
È da quel 14 febbraio di quasi 400 anni fa che ogni anno i vichesi rendono onore al loro Patrono con una festa che celebra le tradizioni del paese e tiene sempre vivo l’amore versa la propria terra.
Il giorno della festa degli innamorati si celebra la messa solenne e la statua del santo, in legno dorato sfila per le vie del paese addobbato con agrumi e alloro, ed è in questa occasione che, vengono benedette piante ed i frutti di aranci e limoni elementi caratterizzanti della festa.
I vicoli e le piazzette del suo centro storico si vestono a festa con addobbi di arance, limoni e foglie di alloro, per accogliere frotte di giovani in amore.
Una secolare tradizione racconta che mangiare le arance benedette dal patrono San Valentino e berne il succo, esaudisca tutti i desideri di gioia e felicità, come una miracolosa pozione d’amore.Uno scorcio tipico del centro storico porta il suggestivo nome di “Vicolo del bacio”, strettissima viuzza di solo 50 cm di larghezza e lunga 30 metriche garantisce dolci effusioni e facili contatti, resa ancora più affascinante dalle leggende che si narrano: qui erano soliti incontrarsi gli innamorati, lasciando lettere romantiche e scambiandosi promesse d’amore.
Tra gli eventi anche l’importante fiera annuale che raccoglie espositori provenienti da tutta Italia con i prodotti caratteristici, arricchita da stand dell’artigianato locale, sagre e manifestazioni legate alla tradizione culinaria. Il tutto insieme ad eventi spettacolari che variano ogni anno.
E raccontiamo ora dell’Arancia del Gargano IGP che ha una forma sferica ed una pezzatura non eccessivamente grande. Il sapore è dolce ed il profumo caratteristico. Fattori distintivi del prodotto sono l’epoca di maturazione (fine aprile-maggio ed anche agosto) e la spiccata serbevolezza che permetteva a queste arance, in tempi passati, di sottoporsi a viaggi di 30 e anche 40 giorni ed arrivare integre in America.Fin dall’antichità la fama di quest’agrume aveva valicato i confini regionali ed fu menzionata nelle opere di diversi autori, tra i quali Gabriele d’Annunzio.
Sono conservati numerosi registri, fotografie, poster, locandine, a dimostrazione della fama a livello anche internazionale raggiunta da questi straordinari ed inconfondibili agrumi del Gargano. I primi riferimenti storici sull’esistenza della coltivazione degli agrumi sul territorio risalgono all’anno 1003, grazie a Melo, principe di Bari, che, volendo dare dimostrazione ai Normanni della ricchezza produttiva delle terre garganiche, spedì in Normandia i “pomi citrini” del Gargano, corrispondenti al melangolo (arancio amaro).
Nel Seicento si intensificò un notevole traffico di agrumi dei comuni di Vico del Gargano e di Rodi Garganico con Venezia. Questi intensi scambi commerciali continuarono anche nell’Ottocento, e la fama dell’Arancia del Gargano IGP raggiunse persino gli altri Stati europei e l’America.
Ma san Valentino non è solo patrono di Terni, ma di tante città qui in Italia, tra queste c’è un meraviglioso paesello sito in provincia di Foggia, Vico del Gargano, soprannominato anche il “paese dell’amore”, che fa parte del Parco Nazionale e della Comunità Montana del Gargano, oltre ad essere uno dei comuni de “I Borghi più belli d’Italia”.
A Vico del Gargano, conosciuto sin dall’antichità come il paese degli agrumi, prima del 1618, quando cioe’ le reliquie del Santo Patrono ivi giunsero, l’avente diritto a proteggere la piccola comunità era san Norberto, santo che venne introdotto dalla comunità slava, ma Norberto veniva festeggiato nel mese di giugno, per cui agli abitanti del paese non sembrava un santo adatto da invocare per proteggere gli agrumeti da vento, grandine e gelate invernali, cosi’ con questa motivazione, una delegazione di abitanti si recò a Roma per cercare un nuovo Santo Patrono.La leggenda racconta che fu lo stesso San Valentino a scegliere i vichesi perché il capo della delegazione, mentre camminava tra le catacombe romane, urtò contro un braccio che sporgeva da un loculo, e quel braccio apparteneva proprio al santo umbro, e fu cosi che le sue reliquie, il 14 febbraio, furono prelevate e portate nella cittadina garganica dove fu costruita una chiesa e un altare gremito di arance.
È da quel 14 febbraio di quasi 400 anni fa che ogni anno i vichesi rendono onore al loro Patrono con una festa che celebra le tradizioni del paese e tiene sempre vivo l’amore versa la propria terra.
Il giorno della festa degli innamorati si celebra la messa solenne e la statua del santo, in legno dorato sfila per le vie del paese addobbato con agrumi e alloro, ed è in questa occasione che, vengono benedette piante ed i frutti di aranci e limoni elementi caratterizzanti della festa.
I vicoli e le piazzette del suo centro storico si vestono a festa con addobbi di arance, limoni e foglie di alloro, per accogliere frotte di giovani in amore.
Una secolare tradizione racconta che mangiare le arance benedette dal patrono San Valentino e berne il succo, esaudisca tutti i desideri di gioia e felicità, come una miracolosa pozione d’amore.Uno scorcio tipico del centro storico porta il suggestivo nome di “Vicolo del bacio”, strettissima viuzza di solo 50 cm di larghezza e lunga 30 metriche garantisce dolci effusioni e facili contatti, resa ancora più affascinante dalle leggende che si narrano: qui erano soliti incontrarsi gli innamorati, lasciando lettere romantiche e scambiandosi promesse d’amore.
Tra gli eventi anche l’importante fiera annuale che raccoglie espositori provenienti da tutta Italia con i prodotti caratteristici, arricchita da stand dell’artigianato locale, sagre e manifestazioni legate alla tradizione culinaria. Il tutto insieme ad eventi spettacolari che variano ogni anno.
E raccontiamo ora dell’Arancia del Gargano IGP che ha una forma sferica ed una pezzatura non eccessivamente grande. Il sapore è dolce ed il profumo caratteristico. Fattori distintivi del prodotto sono l’epoca di maturazione (fine aprile-maggio ed anche agosto) e la spiccata serbevolezza che permetteva a queste arance, in tempi passati, di sottoporsi a viaggi di 30 e anche 40 giorni ed arrivare integre in America.Fin dall’antichità la fama di quest’agrume aveva valicato i confini regionali ed fu menzionata nelle opere di diversi autori, tra i quali Gabriele d’Annunzio.
Sono conservati numerosi registri, fotografie, poster, locandine, a dimostrazione della fama a livello anche internazionale raggiunta da questi straordinari ed inconfondibili agrumi del Gargano. I primi riferimenti storici sull’esistenza della coltivazione degli agrumi sul territorio risalgono all’anno 1003, grazie a Melo, principe di Bari, che, volendo dare dimostrazione ai Normanni della ricchezza produttiva delle terre garganiche, spedì in Normandia i “pomi citrini” del Gargano, corrispondenti al melangolo (arancio amaro).
Nel Seicento si intensificò un notevole traffico di agrumi dei comuni di Vico del Gargano e di Rodi Garganico con Venezia. Questi intensi scambi commerciali continuarono anche nell’Ottocento, e la fama dell’Arancia del Gargano IGP raggiunse persino gli altri Stati europei e l’America.


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![Washington si rivolta contro Obama
Al CFR reclamano le dimissioni dei principali consiglieri di Obama e la nomina d'una nuova squadra. In gioco è la leadership negli Stati Uniti e nella NATO
«Sotto i nostri occhi» - Cronaca di politica internazionale n°113
di Thierry Meyssan.
La crisi che attraversa l'apparato statale degli USA minaccia direttamente la sopravvivenza dell'Impero. Questo non è più solo il parere di Thierry Meyssan, ma l'argomento che ha scosso la classe dirigente di Washington, fino al punto che il presidente onorario del Council on Foreign Relations giunge a reclamare le dimissioni dei principali consiglieri del presidente Obama e la nomina di una nuova squadra. Questo conflitto non ha niente a che fare con l'opposizione democratici/repubblicani, e nemmeno con quella falchi/colombe. Quel che è in gioco è la leadership negli Stati Uniti e nella NATO.
Da diversi mesi, sottolineo che non esiste una politica estera a Washington, bensì due fazioni che si oppongono in tutte le cose e che conducono separatamente delle politiche contraddittorie e incoerenti. [1]
Il culmine di questa situazione è stato raggiunto in Siria, dove la Casa Bianca ha dapprima organizzato il branco di Daesh e l'ha inviato a compiere una pulizia etnica dell'Iraq, poi lo ha combattuto benché la CIA continui a sostenerlo. Questa incoerenza ha gradualmente guadagnato gli Alleati. Così, la Francia si è unita alla coalizione anti-Daesh mentre alcuni dei suoi legionari fanno parte dell'inquadramento di Daesh [2].
Quando il Segretario della Difesa, Chuck Hagel, ha chiesto chiarimenti per iscritto, non solo non ha ricevuto alcuna risposta, ma è stato licenziato. [3]
Il disordine si è ben presto esteso alla NATO, un'alleanza creata per combattere l'URSS e mantenuta contro la Russia, quando il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan ha firmato enormi accordi economici con Vladimir Putin. [4]
Uscendo del suo silenzio, il presidente onorario del Council on Foreign Relations [5], Leslie H. Gelb, ha lanciato l'allarme [6]. A suo parere, «la squadra di Obama non ha gli istinti di base né il discernimento necessari per guidare la politica di sicurezza nazionale nei prossimi due anni.» E di seguito ha aggiunto, a nome della classe dirigente statunitense nel suo insieme: «Il presidente Obama deve sostituire la sua squadra con personalità forti e strateghi sperimentati. Deve inoltre inserire nuove persone in qualità di consiglieri principali dei segretari della Difesa e di Stato. E deve finalmente attuare regolari consultazioni con Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, e con John McCain [7], presidente della Commissione Forze Armate. »
Mai, dalla sua creazione nel 1921, il Council on Foreign Relations aveva preso una posizione del genere. Il fatto è che le divisioni all'interno dell'apparato statale portano direttamente gli Stati Uniti a smarrire se stessi.
Nell'elencare i principali consiglieri che, a suo avviso, devono saltare, Mr. Gelb cita quattro persone molto vicine intellettualmente ed affettivamente al presidente: Susan Rice (consigliera di sicurezza nazionale), Dennis McDonough (capo di gabinetto della Casa Bianca), Benjamin Rhodes (con l'incarico della comunicazione) e Valerie Jarrett (consigliera di politica estera). La classe dirigente di Washington li accusa di non fare mai proposte originali al presidente, e ancora meno di contraddirlo, bensì di confermarlo sempre nei suoi pregiudizi.
Unica personalità che trova grazia agli occhi del Council on Foreign Relations: Anthony Blinken, nuovo numero 2 del Dipartimento di Stato, un "falco liberale".
Poiché il Council on Foreign Relations è un organo bipartisan, Gelb propone che il presidente Obama si circondi di quattro democratici e quattro repubblicani corrispondenti al profilo che ha descritto. In primo luogo i democratici Thomas Pickering (ex ambasciatore alle Nazioni Unite), Winston Lord (ex assistente di Henry Kissinger), Frank Wisner (ufficiosamente uno dei padroni della CIA e incidentalmente il patrigno di Nicolas Sarkozy) e Michèle Flournoy (il presidente del Center for a New American Security) [8]. Poi, i repubblicani Robert Zoellick (ex capo della Banca Mondiale) [9], Richard Armitage (ex assistente di Colin Powell) [10], Robert Kimmitt (probabile prossimo capo della Banca Mondiale), e Richard Burt (ex negoziatore sulla riduzione delle armi nucleari).
Presso il Dipartimento della Difesa, Gelb propone il rabbino Dov Zakheim per gestire i tagli di bilancio [11], l'ammiraglio Mike Mullen (ex capo degli Stati maggiori congiunti) e il generale Jack Keane (ex capo di stato maggiore Stato Maggiore dell'Esercito).
Infine, Gelb propone che la strategia di sicurezza nazionale sia sviluppata di concerto con i quattro «saggi»: Henry Kissinger [12], Brent Scowcroft, Zbigniew Brzezinski [13], e James Baker [14].
Guardando più da vicino a questo elenco, si capisce che il Council on Foreign Relations non abbia voluto decidere tra i due gruppi che si oppongono in seno all'amministrazione Obama, ma che intende riportare l'ordine nel sistema dall'alto. A questo proposito, non è irrilevante - in un paese fin qui guidato da WASP (White Anglo-Saxon Protestant) - che due consiglieri di cui si esige il licenziamento siano donne nere, mentre quattordici dei quindici nomi in arrivo sono maschi bianchi, sia protestanti sia ashkenaziti. Il riordino politico normalizzatore consiste anche in una riconquista etnica e religiosa.
Questa "cronaca settimanale di politica estera" appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano"Al-Watan"(Siria), in versione tedesca sulla "Neue Reinische Zeitung", in lingua russa sulla "Komsomolskaja Pravda", in inglese su"Information Clearing House", in francese sul "Réseau Voltaire".
Thierry Meyssan, 25 gennaio 2015.
NOTE:
_______________________
[1] Si legga per esempio: «Obama ce l'ha ancora una politica militare?», di Thierry Meyssan, rete Voltaire, 1° dicembre 2014.
[2] «D'"anciens" militaires français parmi les jihadistes de Daesh», Réseau Voltaire, 21 gennaio 2015.
[3] «Contre qui le Pentagone se bat-il en Syrie?», Réseau Voltaire, 1° novembre 2014.
[4] «Come Vladimir Putin ha ribaltato la strategia della NATO», di Thierry Meyssan, Оdnako (Russia), ReteVoltaire, 8 dicembre 2014.
[5] «Come il Council on Foreign Relations condiziona la politica americana», Rete Voltaire, 5 luglio 2004.
[6] «This Is Obama's Last Foreign Policy Chance», di Leslie Gelb, The Daily Beast, 14 gennaio 2015.
[7] «John McCain, maestro concertatore della "primavera araba", e il Califfo», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 18 agosto 2014.
[8] «Il CNAS, versione democratica dell'imperialismo conquistatore», par Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 6 gennaio 2015.
[9] «Robert B. Zoellick, maître d'ouvre de la globalisation», Réseau Voltaire, 10 marzo 2005.
[10] «Richard Armitage, le baroudeur qui rêvait d'être diplomate», Réseau Voltaire, 8 ottobre 2004.
[11] «Dov Zakheim, la caution du Pentagone», di Paul Labarique, Réseau Voltaire, 9 settembre 2004.
[12] «Le retour d'Henry Kissinger», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 28 novembre 2002.
[13] «La stratégie anti-russe de Zbigniew Brzezinski», di Arthur Lepic, Réseau Voltaire, 22 ottobre 2004.
[14] «James A. Baker III, un ami fidèle», Réseau Voltaire, 16 dicembre 2003.
Traduzione a cura di Matzu Yagi.
Megachip Redazione
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