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venerdì 28 novembre 2014

Cenni storici"Gargano,Periodo Svevo, Angioino e Aragonese"

Con gli Svevi il paesaggio urbano del Gargano passa, con Federico II e suo figlio Manfredi, dalla “civiltà delle cattedrali” a quella dei castelli. Manfredi, nel Gargano, consolidò il sistema dei castelli, ma soprattutto eresse nel 1256 una vera e propria città, Manfredonia, dopo che Siponto era stata distrutta da un terremoto. Sotto gli Svevi si avrà un'alta produzione artistica, come dimostra la chiesa di Santa Maria Maggiore in Monte Sant'Angelo.In seguito, con Angioini e Aragonesi, oltre alla perdita dei caratteri di individualità culturale, sostituiti da nuove culture straniere (vedi l'arte gotica d'oltr'alpe) si completerà l'infeudamento, iniziato in età sveva. Questo processo di ruralizzazione diventerà, in seguito, un elemento caratterizzante dell'intero sviluppo economico e sociale e subordinerà ad esso qualsiasi iniziativa tendente verso una sua possibile industrializzazione. Infine l'istituzione, della Dogana delle pecore, ad opera del re Ferdinando I d'Aragona, determinerà il completo abbandono delle terre dell'intera Capitanata, privata di un ricco patrimonio economico, usato ormai solo come terra di pascolo e di transito per le greggi provenienti da Molise e dagli Abruzzi. Tutto ciò produsse, fra il XIV e il XV secolo, la scomparsa di numerosi villaggi rurali e il fenomeno, ancora oggi presente, dell'accentramento della popolazione urbana. Il territorio andò segnandosi di una fittissima rete di tratturi, destinati al transito del bestiame, con presenza di poste, di masserie da campo e da pecore, nonché con i famosi e caratteristici recinti detti “jazzi”.
Durante il periodo aragonese si hanno vari tentativi di restaurazione angioina e rivolte baronali. Ferdinando I, per pacificare la regione, concesse in feudo il Gargano al principe albanese Giorgio Castriota Iskander (lo Skanderbeg), mentre le città costiere incominciarono ad essere insidiate dai Turchi di cui sono ancora vivi nella memoria della gente garganica gli eccidi perpetrati prima a Vieste nel 1554, dove perirono più di 5000 abitanti, e poi a Manfredonia, nel 1620, occupata ed incendiata. Risalgono al regno di Ferdinando il Cattolico le numerosi torri di difesa, sorte lungo le coste garganiche, così come i frequenti fenomeni di brigantaggio e taglieggiamento nelle campagne

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