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venerdì 19 settembre 2014

Gli Usa riconoscono che il “fracking” causa terremoti

Gli Usa riconoscono che il “fracking” causa terremoti


UNO STUDIO PUBBLICATO DEL GEOLOGICAL SURVEY DEGLI STATI UNITI

Le acque reflue provenienti dalla fratturazione idraulica (fracking) e iniettate negli strati profondi della terra sono responsabili del forte aumento del numero di terremoti negli Stati Uniti, secondo uno studio pubblicato dagli scienziati del Geological Survey degli Stati Uniti.  Lo riporta Rt.
L’USGS ha studiato la frequenza dei terremoti nel bacino del Raton nel sud del Colorado e del New Mexico settentrionale, una regione “sismicamente tranquilla” prima del 1999, quando iniziò l’iniezione delle acque reflue nella zona. Un terremoto di magnitudo 5.3 che ha colpito in Colorado nel 2011 è stato probabilmente causato dall’iniezione di acque reflue per l’estrazione del gas naturale, secondo quanto sostenuto da quattro scienziati dell’USGS.
I geologi vedono un collegamento diretto tra l’iniezione di acqua e l’attività sismica. Ad esempio, mostrano che il tempo e il luogo della sismicità corrispondono alla sequenza documentata di iniezione delle acque residue nella zona.
Gli scienziati hanno detto che dal 2001-2013 ci sono stati 16 terremoti di magnitudo 3.8 o maggiore nel bacino del Raton. Durante i 30 anni precedenti  (1972 al 2001), l’area ha registrato solo un terremoto di tale entità.
“Dal 2001, la produzione di metano è aumentata, e con essa il numero di pozzi di acque reflue (21 attualmente in Colorado e sette in New Mexico) e i tassi di iniezione”, ha detto al portale ‘Natural Gas Intelligence’ un portavoce della rivista ‘Bulletin of the Seismological Society of America’, dove è stato pubblicato lo studio. “Dalla metà del 2000, il tasso di iniezione totale attraverso il bacino ha oscillato tra 1,5 milioni e 3,6 milioni di barili di acque reflue al mese”, ha aggiunto l’interlocutore al portale.

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