Leone Grotti
Intervista a padre Waheed k. Tooma, superiore generale dell’Ordine antoniano di sant’Ormisda dei caldei e di Alqosh (Kurdistan): «Anche i musulmani non si sentono più sicuri a Mosul»
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«Voglio fare un appello a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna: liberate l’Iraq dallo Stato islamico ma fatelo in fretta. Abbiamo perso troppo tempo, non possiamo più aspettare: qui in Kurdistan abbiamo due milioni di profughi e siamo alle porte dell’inverno». Parla così a tempi.it padre Waheed k. Tooma, superiore generale dell’Ordine antoniano di sant’Ormisda dei caldei e di Alqosh, il monastero caldeo più importante dell’Iraq.
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«AL MASSIMO UN MESE». L’attacco annunciato da Barack Obama non suscita nessun entusiasmo da queste parti: «Non ci fidiamo degli Stati Uniti, nessuno sa che cosa vogliono e che intenzioni hanno. Ancora non abbiamo visto nessun bombardamento serio, perdono tempo a fare i loro piani ma noi non abbiamo tempo», continua padre Tooma. «Noi abbiamo al massimo un mese. Poi arriverà l’inverno con la pioggia e la neve. E allora dove andranno le persone che oggi dormono nei giardini, per strada, in case senza tetto? I più fortunati stanno nelle classi e così la scuola non è potuta cominciare in Kurdistan».
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I cristiani, come i yazidi e le altre minoranze non si fidano più di nessuno, neanche del governo: «Cosa hanno fatto loro per noi fino ad ora? Cosa ha fatto l’America? L’unico che ci ha difeso finora è il governo del Kurdistan, che per proteggerci ha perduto mille Peshmerga in combattimento».
«MUSULMANI INSICURI A MOSUL». Noi, conclude padre Tooma, «vogliamo che le città dei terroristi vengano bombardate. Non solo noi minoranze siamo minacciate ma tutto il popolo iracheno. Anche i musulmani non si sentono più sicuri a Mosul: speravano infatti di essersi liberati dell’islam dei tempi di Maometto. E invece questa gente ha riportato quell’idea antica e fanatica».
Kurdistan, cristiani: «Abbiamo al massimo un mese di tempo» | Tempi.it
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