di Gianni Lannes
Nel dicembre 1977 - sulla base di un progetto sottratto, cioè rubato all’Italia - gli Usa in palese violazione del trattato di non proliferazione nucleare - firmato da Roma e Washington nel 1968 - decidono di costruire la bomba neutronica, l’arma nucleare che provoca minore distruzione e contaminazione residua, in modo da poter occupare successivamente l’area colpita, ma in realtà a più elevata letalità, dovuta alla forte emissione di radiazioni immediate, costituite per la maggior parte di neutroni veloci in grado di penetrare più profondamente nella materia viva o inerte, umani compresi.
Adesso vi rivelo un segreto ben custodito. A principio del mese di agosto del 1967, attraverso il Servizio Informazioni Difesa, il controspionaggio italiano alle dirette dipendenze delle forze armate USA, il Pentagono venne a sapere che nei laboratori di Frascati erano giunti a uno stadio avanzato esperimenti che sarebbero potuti servire come studio preliminare per la costruzione di un ordigno nucleare “pulito”, ovvero senza scorie radioattive. Ricerche dello stesso tipo negli Usa e in Urss, erano ancora in alto mare. Il Sid, allora comandato dall'ammiraglio Eugenio Henke, aggiunse un significativo dettaglio: sui monti Lepini, a sud di Roma, si stava sperimentando un nuovo metodo di preparazione del “plasma”, ossia di quello stato della materia che può determinare la fusione nucleare. Le ricerche italiane erano coordinate da uno scienziato di origine cecoslovacca, il professor Jaroslav Linhart. Con l’ausilio determinante del Sid, che aveva piazzato i suoi uomini a Frascati, la Cia riuscì ad accertare che gli sperimenti erano giunti a un punto decisivo. Il rapporto era stato redatto da Samuel Cohen, uno studioso atomico infiltrato, già collaboratore dello spionaggio americano. La reazione fu immediata: il centro di Frascati, in seguito a una decisione del governo italiano, annunciò la sospensione degli esperimenti. Così il professor Linhart venne persuaso ad emigrare negli Stati Uniti d'America.
Nel dicembre 1977 - sulla base di un progetto sottratto, cioè rubato all’Italia - gli Usa in palese violazione del trattato di non proliferazione nucleare - firmato da Roma e Washington nel 1968 - decidono di costruire la bomba neutronica, l’arma nucleare che provoca minore distruzione e contaminazione residua, in modo da poter occupare successivamente l’area colpita, ma in realtà a più elevata letalità, dovuta alla forte emissione di radiazioni immediate, costituite per la maggior parte di neutroni veloci in grado di penetrare più profondamente nella materia viva o inerte, umani compresi.
La bomba neutronica è stata sperimentata segretamente dal Pentagono, in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, mentre le conseguenze sanitarie e ambientali non sono mai state valutate a fondo da esperti indipendenti. I Balcani, per la geografia e l’orografia, sono dirimpettai dell’Italia. L’inquinamento nucleare non conosce limiti o confini. Tant’è che il ministro della salute Sirchia, a suo tempo emanò un decreto per il controllo della contaminazione nucleare degli alimenti provenienti dalla Jugoslavia. Il provvedimento è rimasto sulla carta.
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