L’Italia è veramente una nazione stupefacente, dove tutto e il suo contrario sono possibili allo stesso tempo, come dimostrano i provvedimenti del governo Bisconte per contenere il Coronavirus.
Mentre si bloccano tutti i voli da e per la Cina, per creare un cordone di sicurezza, si accettano quelli che fanno scalo fra l’Italia e il Catai passando da Dubai, così, chi vuole, si sente sia protetto ma anche libero di fare quel cavolo che gli pare andando in Cina e tornando. E naturalmente non sia mai che perdiamo l’umanità. Per cui bene le barriere per contenere il virus e caccia nazionale al “pericolo” dell’oriente, ma intanto permettiamo anche ai traghettatori ONG, che fanno regolarmente la spola fra la Sirte e le nostre coste, di scaricare in Italia tutta la gente che gli va, anche se non soggetta ad alcun tipo di controllo medico e potenzialmente vettori del Coronavirus.
Eh sì, perché da quando si sono riscontrati i primi casi un mese e mezzo fa, nessuno può escludere che dalla Cina il virus sia stato trasmesso anche in Africa – curiosamente si ritrovano casi di contagio ovunque meno che nel continente Africano al momento… e dire che i Cinesi, compresi gli oltre 11 milioni di Wuhan epicentro dell’epidemia, vi vanno per turismo e affari da un pezzo. Il punto è che, mentre il governo Cinese, con le difficoltà del caso, ha i mezzi per contenere il diffondersi del virus, non si può dire altrettanto di stati Africani come Marocco, Burkina Faso e altri da dove arrivano in Italia migranti come se piovesse in cerca di un futuro migliore, che gli Italiani naturalmente devono garantire non solo coi loro mezzi, ma ora anche a rischio potenziale della vita, pena la gogna mediatica di fascisti. Nonostante tutto rimane logico domandarsi se tali stati abbiano messo in atto misure di controllo e prevenzione, o se tutto è affidato alla “spera in Dio” in attesa che ci pensi la ONG di turno.
In realtà la malattia non è al momento così letale come alcuni hanno paventato. Infatti, siamo finora di fronte ad un virus che – secondo i tecnici dei laboratori cinesi ed australiani che l’hanno studiato per primi – ha un tasso accertato di mortalità del 2.5%, si trasmette solo da essere umano ad essere umano tramite particelle di saliva, e il contagio può avvenire solo nel raggio di 1 metro. Se la distanza tra il vettore e gli organismi destinatari è maggiore, il virus è così debole che non riesce a coprirla: la permanenza nell’aria lo uccide prima. Sappiamo che nelle forme attuali della malattia, che nei casi estremi può degenerare in polmonite e condurre alla morte, si può guarire.
Anche se praticamente nessuno ne parla, basti pensare che l’influenza ogni anno uccide fra le 300.000 e le 650.000 persone nel mondo e sono decine di milioni quelli che la contraggono senza rendersene neppure conto.
È invece vero che – non conoscendo lo sviluppo del Coronavirus che è in fase di trasformazione –la diffusione della malattia va contenuta a tutti i costi perché potrebbe degenerare in una forma non curabile, ed è proprio a questo punto che entrano in gioco responsabilità di organizzazioni e governi – compreso naturalmente il nostro – slegate dall’effettiva pericolosità attuale dell’agente patogeno.
E qui mentre il governo garantisce che le misure in atto sono le più efficaci al mondo, si lascia entrare in Italia chi gli pare. E’ un po’ la stessa logica distorta che, mentre ha voluto accusare di sequestro di persona chi nel Luglio scorso ha impedito per alcuni giorni lo sbarco ad una nave con 131 migranti, ora non si indigna per chi, in pieno svolgimento delle elezioni regionali, ha bloccato la nave ONG Ocean Viking per 4 giorni in alto mare con 400 migranti a bordo, con tanto di donne e bambini, prima di farli sbarcare, e che così facendo avrebbe fatto cosa buona e giusta. Questo almeno a giudicare dalle mancate reazioni dei media che non si sono scomodati a parlare di sequestri, abuso di potere, mancanza di umanità, mentre la sinistra parlamentare non ha fatto la solita passerella sotto le telecamere. Non è un po’ strano?