La questione del Kosovo è da tempo scomparsa dai titoli dei giornali europei. Per molti, sembra che le cose nella regione siano diventate stabili e abbiano preso la via del negoziato politico. Tuttavia, ci sono ancora molte contraddizioni significative nella regione serba del Kosovo e della Metohija, che ha dichiarato l’indipendenza nel 2008. La maggior parte di queste contraddizioni sono fuori dal quadro del diritto internazionale. Inoltre, negli anni dell'”indipendenza” il Kosovo sostenuto dai paesi occidentali si è trasformato in un ascesso purulento non solo per i Balcani, ma per l’Europa in generale. Il traffico di esseri umani, organi, droga e armi è una cosa normale in questo paese, così come l’addestramento di terroristi. Tutto questo viene fatto con la connivenza dell’UE e degli USA; e sembra che siano abbastanza soddisfatti della situazione.
Il fatto che il Kosovo sia uno degli strumenti della diplomazia occidentale per ingabbiare la Serbia è noto da molto tempo. Una recente visita dell’Assistente Segretario di Stato americano Victoria Nuland a Belgrado e poi a Pristina, e le sue dichiarazioni sul fatto che gli Stati Uniti stiano promuovendo attivamente il dialogo tra la Serbia e il Kosovo, hanno confermato ancora una volta che Washington non ha alcun interesse a risolvere la questione del Kosovo. Americani ed Europei non solo chiudono gli occhi di fronte alle cose che accadono in Kosovo oggi, ma per di più non vogliono ascoltare nessuno degli argomenti presentati dai Serbi per giustificare le loro rivendicazioni territoriali.
Tutti comprendono che solo un suicida politico o una persona totalmente controllata dai servizi segreti occidentali potrebbe prendere una decisione sul riconoscimento dell’indipendenza del Kosmet [Provincia Autonoma del Kosovo e della Metohija, così era chiamato il Kosovo quando ancora faceva parte della Serbia, NdT] da parte della Serbia, perché per i Serbi il Kosovo e la Metohija sono ancora parte inalienabile del loro paese e della storia. Ebbene, questo non suscita assolutamente alcun interesse all’Occidente, proprio come la domanda su quale sia la realtà nella zona. La situazione, tuttavia, è vicina ad una fase critica.
La posizione attuale del Kosovo (che è stato recentemente riconosciuto da un’altra “importante” potenza mondiale, la Repubblica del Suriname) è estremamente instabile; i problemi di questi ultimi anni non sono scomparsi, sono perfino peggiorati. Oggi il Kosmet si è trasformato in uno dei principali fornitori di combattenti per le organizzazioni terroristiche. È un fatto noto che l’autoproclamato Kosovo abbia fornito in proporzione più membri ai gruppi Islamici radicali in Medio Oriente degli altri paesi, e anche le statistiche ufficiali affermano che la situazione sta peggiorando. Per esempio, non molto tempo fa, il Ministro dell’Interno kosovaro Skënder Hyseni ha annunciato che circa 70 cittadini del Kosovo stanno prendendo parte ad azioni militari in Iraq e in Siria e combattono per l’ISIS (l’organizzazione è bandita in Russia – NdR). Nel frattempo, l’ISIS sta continuando a reclutare uomini attraverso le moschee, le ONG e i programmi d’addestramento in gran parte finanziati dal governo dell’Arabia Saudita (ci sono più di 800 moschee in Kosovo, 240 dei quali sono state costruite dopo il crollo della Jugoslavia con l’assistenza finanziaria saudita). Tutto ciò si traduce nel fatto che il Kosovo è uno dei principali fornitori di combattenti dell’ISIS, mentre i terroristi si sentono a loro agio qui. Inoltre, diversi partecipanti al recente colpo di Stato in Turchia a quanto pare si sono addestrati nella base della NATO di Bondsteel, e l’ufficiale dell’esercito turco di grado più alto, il Gen. Adem Huduti, è nato a Rečane, non lontano da Prizren.
Tutto ciò indica che il Kosovo non è uno stato di successo, dato che qui non governano le autorità politiche, ma i terroristi, i signori della droga, gli ufficiali della NATO e i servizi segreti. Inoltre, l’economia regionale è inoperante, mentre i Kosovari non riescono a sapere quando l’UE abolirà il regime dei visti (più di 800.000 Kosovari sono già in Unione Europea), ne viene fuori che le politiche dell’UE e degli USA degli ultimi anni non hanno giovato al territorio. Non hanno giovato neanche all’UE, che in caso di abolizione del regime dei visti dovrà affrontare l’afflusso non solo di migranti dal Medio Oriente, ma anche di estremisti provenienti dal Kosovo e terroristi reclutati dall’ISIS.
In tutta onestà va detto che le numerose decisioni adottate dall’UE per quanto riguarda il Kosovo non vengono guidate dagli interessi europei, ma da quelli americani. Agli Stati Uniti, per i quali la minaccia degli estremisti kosovari è insignificante, non preoccupa di rendere la situazione nei Balcani e in Europa più tesa, dato che il principio del “divide et impera” non è scomparso dalla politica estera americana. I crescenti problemi nella regione prima o poi verranno utilizzati da Washington come un pretesto per aumentare la loro presenza militare nella penisola balcanica. Potrebbe essere fatto con il pretesto di combattere il terrorismo e “in nome della pace” nella regione. Su questo sfondo, l’attuale situazione in Kosovo nella migliore delle ipotesi si adatta agli interessi americani, così che nessuno risolva il problema del Kosovo in Occidente nel prossimo futuro.
A lungo termine, va rilevato che il problema Kosovo rimane una delle questioni più importanti nelle odierne relazioni internazionali. Esso è strettamente collegato con il confronto tra il mondo occidentale e la Russia, il terrorismo, il traffico di droga e le altre sfide globali. Purtroppo, a Bruxelles ancora non comprendono che che i tentativi di stabilire uno stato bandito nei pressi di Serbia sono pregni di conseguenze molto gravi per l’intera Europa. I Kosovari che stanno diventando sempre più poveri di anno in anno stanno cercando di trovare conforto nell’Islam radicale che si è finalmente rivolto anche contro i paesi occidentali. Così, l’Unione Europea, che sta cercando di rendere le cose peggiori per la Serbia e per la Russia, si rovinerà da sola. È molto probabile che il Kosovo porterà presto brutte sorprese agli Europei. La questione è se l’Europa cambierà idea dopo ciò o continuerà ostinatamente a essere connivente con la ferita purulenta nel suo ventre molle che potrebbe contaminare l’intero continente.
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Articolo di Yuri Pavlovets pubblicato su Eurasia Daily il 25 luglio 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it