Dopo la magnifica manifestazione di popolo di Piazza Sant’Oronzo a Lecce il 29 marzo 2015, cui hanno partecipato globalmente non meno di 15.000 cittadini provenienti dalla provincia di Lecce, dalla Puglia e dalle altre Regioni Italiane (leggi Il popolo degli ulivi, ndr), cui hanno aderito perfino le comunità italiane emigrate nei paesi del Nord Europa, il fronte di chi vuole a tutti i costi la eradicazione degli alberi di ulivo e i trattamenti fitosanitari contro i vettori si sta pian piano sgretolando, e con esso l’allarmismo colpevole pilotato ad arte per futili vantaggi. Lo stesso Commissario Giuseppe Silletti in un approfondimento su Rai 3 Puglia del 4 aprile ha detto che nessuno potrà espiantare se non ci saranno le prove che la situazione dell’albero è irreversibilmente compromessa.
Che cosa può essere accaduto?
Che cosa può essere accaduto?
Innanzitutto è stato compreso che il Piano Silletti, nella sua mastodonticità, è praticamente irrealizzabile, perché è impossibile – oltreché inutile e dannoso – con quelle poche risorse a disposizione procedere all’espianto e perfino alla attuazione delle cosiddette buone pratiche agricole. In secondo luogo i primi ricorsi al Tar e l’inchiesta della Procura di Lecce hanno gelato le spinte verso l’attuazione delle misure di eradicazione-irrorazione chimica, anche per evitare di trovarsi, da parte dei soggetti attuatori, a dover rispondere di reati come quello di disastro ambientale, lesioni, omissione, o altri possibili reati di “Agromafia”. Ma soprattutto è accaduto che voci sempre più insistenti di accademici di università italiane e straniere, come il professor Cristos Xiloyannis (UniBas) ma anche studiosi delle università della California, vanno ripetendo che è del tutto assurdo mettere in piedi una guerra contro un batterio come quello della Xylella, e che bisogna portare invece l’albero di Ulivo e l’intero sistema suolo/albero a convivere con questo batterio e a “tollerarlo”, portare cioè l’albero – come raccomanda anche la saggezza popolare – a condizioni di salute ottimale, senza chimica e senza forzature meccaniche.
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Infine c’è un altro fatto importante di queste ore: i volontari del comitato#salviAMOgliulivi hanno avuto accesso a una ricerca dell’università della California del 2014 dal titolo “Valutazione dell’olivo come pianta ospitante la xylella fastidiosa e insetti vettori associati”, pubblicata su “Plant Disease” 2014; uno studio “in progress” da diversi anni su questo fenomeno, e che si concentra in particolare questa volta sugli alberi d’ulivo (olea europea) che mostrano sintomi di foglie bruciate o rami secchi in California. Queste le conclusioni della ricerca: 1) soltanto una percentuale pari circa al 17% degli alberi “malati” (con essiccamenti) sono risultati positivi alla X. Fastidiosa dalla reazione a catena della polimerasi; 2) nella inoculazione meccanica in laboratorio tutti i dati indicano che la X. Fastidiosa non solo non è la causa del disseccamento delle foglie e dei rami degli ulivi, ma che il batterio si depotenzia fino alla perdita della sua energia dopo 24 settimane; 3) l’olivo può anche rappresentare un rifugio in cui i vettori sfuggono ai trattamenti insetticidi diffusi degli agrumi, il principale metodo di controllo usato in California per limitare le popolazioni di cicaline e, indirettamente, le epidemie della malattia di Pierce delle viti.
Alla luce di tutto questo chiediamo al Ministro dell’Agricoltura Martina di mettere immediatamente in atto le seguenti misure:
1. Blocco immediato del Piano Silletti nella parte delle eradicazioni e del trattamento fitosanitario, per le carenze sul piano scientifico di riferimento, anche per evitare di creare danni irreversibili al patrimonio olivicolo e paesaggistico salentino, oltre che una conflittualità sociale inutile tra Stato e Cittadini su un tema così delicato di Bene Comune che è l’agricoltura.
2. Istituzione di una equipe multidisciplinare plurale e trasparente, coordinata dal professor Cristos Xiloyannis dell’Università della Basilicata, che studi tutte le nuove evidenze e metta in piedi in 3 mesi un nuovo piano di contrasto del Co.Di.Ra.O.
3. L’Italia si faccia promotrice di una ricerca approfondita sul tema della Xylella e del Disseccamento Rapido degli ulivi, coinvolgendo i migliori centri di ricerca presenti nel nostro territorio e in Europa, diventando un punto di riferimento del Continente.
4. L’Italia faccia esplicita richiesta in seno al prossimo Consiglio Europeo di fermare gli espianti e i trattamenti fitosanitari perché inutili e non efficaci al fine del controllo del Co.Di.Ra.O.
5. L’Italia metta in atto un piano di investimenti sulla occupazione nel settore agricolo nel Salento, con sgravi alle imprese che assumono lavoratori adeguatamente formati da destinare alla olivicoltura.
6. L’Italia chieda alla UE l’immediato sblocco dell’embargo della Francia verso i prodotti pugliesi.
7. L’Italia chieda controlli a tappeto per la ricerca del Batterio della Xylella anche negli altri paesi mediterranei, in particolare la Francia, la Spagna e la Grecia.
8. L’Italia chieda maggiori riscontri sulle responsabilità del traffico delle Piante nel Porto di Rotterdam e sui mancati controlli.
2. Istituzione di una equipe multidisciplinare plurale e trasparente, coordinata dal professor Cristos Xiloyannis dell’Università della Basilicata, che studi tutte le nuove evidenze e metta in piedi in 3 mesi un nuovo piano di contrasto del Co.Di.Ra.O.
3. L’Italia si faccia promotrice di una ricerca approfondita sul tema della Xylella e del Disseccamento Rapido degli ulivi, coinvolgendo i migliori centri di ricerca presenti nel nostro territorio e in Europa, diventando un punto di riferimento del Continente.
4. L’Italia faccia esplicita richiesta in seno al prossimo Consiglio Europeo di fermare gli espianti e i trattamenti fitosanitari perché inutili e non efficaci al fine del controllo del Co.Di.Ra.O.
5. L’Italia metta in atto un piano di investimenti sulla occupazione nel settore agricolo nel Salento, con sgravi alle imprese che assumono lavoratori adeguatamente formati da destinare alla olivicoltura.
6. L’Italia chieda alla UE l’immediato sblocco dell’embargo della Francia verso i prodotti pugliesi.
7. L’Italia chieda controlli a tappeto per la ricerca del Batterio della Xylella anche negli altri paesi mediterranei, in particolare la Francia, la Spagna e la Grecia.
8. L’Italia chieda maggiori riscontri sulle responsabilità del traffico delle Piante nel Porto di Rotterdam e sui mancati controlli.
Contatti: cell. 3356458557 – sede c/o CSV Salento – via Gentile 1, LECCE
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