La sera del 5 agosto dell'anno 1918 gli apparve “un personaggio celeste” con in mano “una specie di arnese simile a una lunghissima lamina di ferro con una punta ben affilata e che sembrava che da questa punta uscisse fuoco”.
Con questa punta “il personaggio celeste”colpì Padre Pio “nell'anima”,la prima stigmata la ebbe al torace.
Il 20 settembre dello stesso anno:”mi vidi davanti un misterioso personaggio,simile a quello visto la sera del 5 agosto,che differenziava in questo solamente che aveva le mani e I piedi e il costato che grondavano sangue.La sua vista mi atterrisce:ciò che sentivo in quell'istante in me non saprei dirvelo.Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore,il quale me lo sentivo sbalzare dal petto.La vista del personaggio si ritira e io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue.Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado sperimentando continuamente quasi tutti I giorni”.Conoscendo la devozione di Padre Pio per l'Arcangelo Michele si presuppone che il personaggio celeste citato nei diari sia lui.iL 2 Luglio 1917 Padre Pio si recò al santuario di Monte S'angelo ,sempre nello stesso santuario S'Francesco si recò come pellegrino 700 anni prima.Nella grotta Padre Pio rimase in preghiera per oltre tre ore.Quell'anno per Padre Pio fu un anno particolare ,infatti il frate fu protagonista di tre fenomeni mistici particolari :”la transverberazione”,ovvero la straziante lacerazionedelle parti più intime della sua anima per opera di un dardo di fuoco; lastigmatizzazione,cioè l'apparizione sul suo corpo delle stesse ferite riportate da Cristo sulla croce,la transfissione , vale a dire lo squarcio del cuore e del costato operato dalla lancia.Della sua profonda devozione verso il principe degli angeli ,non ne parlava quasi mai ma una voltà ruppe il riserbo e disse a una sua figlia spirituale di Rimini Anita Canotti,”Sta sempre qui” e Padre Pio insisteva sempre affinchè si andasse in pellegrinaggio a Monte Sant'angelo.
Anche Monsignor Dal Ton testimonia la devozione di Padre Pio per L'Arcangelo Michele:”Padre Pio era solito recitare una preghiera all'arcangelo,scritta da papa Leone XIII,O san Michele arcangelo,difendici nella battaglia.Contro la malizia e le insidie del diavolo sii a noi di sostegno.Noi scongiuriamo supplichevoli che Iddio lo tenga sotto il suo dominio. E tu principe delle milizie celesti,per la potenza che Dio ti ha dato,rovescia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che a rovina delle anime vanno scorazzando per il mondo.Questa preghiera era caduta in disuso,così come il culto di San Michele da parte della chiesa che non lo raccomandava più ai fedeli.Questo fu un motivo di grande dispiacere per Padre Pio che ripetreva spesso:Oggi più che mai , in questa epoca apocalittica,è necessario combattere sotto lo stendardo di San Michele”.
Nessun commento:
Posta un commento