Pepe Escobar
unz.com
Indiscrezioni su un’esercitazione per una Rivoluzione Colorata perfetta e autoctona, nome in codice Blu, sono trapelate da un importante think tank che ha la propria sede nelle stesse contrade imperiali che, per prime, avevano concepito l’idea di Rivoluzione Colorata.
Non tutte le informazioni che divulgheremo sul’esercitazione Blu sono state declassificate. Questo potrebbe suscitare una dura risposta da parte del Deep State, anche se uno scenario simile era già stato esplorato da un’organizzazione chiamata Transition Integrity Project.
Entrambi gli scenari dovrebbero essere considerati una sorta programmazione predittiva, con il Deep State che prepara in anticipo l’opinione pubblica su come andranno esattamente le cose.
Le regole standard del manuale della perfetta Rivoluzione Colorata, di solito, la fanno iniziare nella capitale dello stato-nazione X, durante una tornata elettorale, con i “ribelli” che combattono per la libertà e che godono del pieno sostegno dei media nazionali ed internazionali.
Blu riguarda un’elezione presidenziale nel regno dell’Egemone. Nella simulazione, il presidente in carica, nome in codice Buffone, è di colore rosso. Lo sfidante, nome in codice Cadavere, è di colore blu.
Blu, la simulazione, è stata di un livello superiore, perché, a differenza di quelle passate, il punto di partenza non è stata una semplice insurrezione, ma una pandemia. E non una pandemia qualsiasi, ma una pandemia globale, veramente cattiva, con un esplosivo tasso di mortalità inferiore all’1%.
Per una fortunata coincidenza, questa letale pandemia ha permesso agli operatori di Blu di promuovere il voto per corrispondenza come procedura elettorale sicura e socialmente distanziante.
Il tutto poi collegato ad una serie di sondaggi, che prevedevano una quasi inevitabile vittoria elettorale di Blu, magari anche un’Onda Blu.
La premessa è semplice: abbattere l’economia e fare le scarpe presidente in carica, la cui missione dichiarata è portare l’economia ad una forte espansione.
Allo stesso tempo, convincere l’opinione pubblica che andare di persona alle urne è un pericolo per la salute.
Il comitato di produzione di Blu non ha corso rischi, annunciando pubblicamente che avrebbe contestato qualsiasi esito che osasse contraddire il risultato preconfezionato: la vittoria finale di Blu in un organo democratico bizzarro, anacronistico e contorto chiamato “collegio elettorale.”
Se dovesse in qualche modo vincere Rosso, Blu aspetterebbe fino a quando ogni singolo voto non sarà stato contato e debitamente contestato ad ogni livello di giurisdizione. Facendo affidamento sull’enorme supporto dei media e sul marketing dei social media spinto al parossismo, Blu proclama che, “in nessun caso,” sarebbe consentito a Rosso di dichiarare vittoria.
Il conto alla rovescia per il voto magico
Arriva il giorno delle elezioni. La verifica dei voti procede senza intoppi, il conteggio delle schede arrivate per posta, il conteggio di quelle di giornata, conteggi aggiornati al minuto, però soprattutto a favore di Rosso, specialmente nei tre stati da sempre essenziali per la conquista della presidenza. Rosso è in testa anche in quelli che vengono definiti “swing states,” gli “stati incerti.”
Ma, proprio mentre una rete televisiva annuncia prematuramente la vittoria di Blu in uno stato che, presumibilmente, avrebbe dovuto essere di Rosso, prima della mezzanotte il conteggio dei voti viene fermato nelle principali aree urbane dei principali stati incerti con governatori Blu, ma con Rosso in vantaggio.
Gli scrutatori Blu smettono di contare, per verificare se sia plausibile lo scenario di una vittoria blu senza dover visionare le schede arrivate per posta. Il loro meccanismo preferito è manipolare la “volontà del popolo,” mantenendo un’illusione di equità.
In ogni caso, possono sempre fare affidamento, come Piano B, su schede postali a volontà, calde e fredde, fino a quando Blu non riesce ad intrufolarsi in due stati incerti particolarmente importanti, stati che Rosso si era già aggiudicato in una precedente elezione.
Ecco cosa succede. A partire dalle 2 del mattino, e più tardi nella notte, pacchi di voti “magici” arrivano in questi due stati chiave. L’improvviso “aggiustamento” verso l’alto include il caso di un lotto di oltre 130.000 voti, tutti da una singola contea, pro-Blu e senza neanche un voto per il Rosso, un miracolo statistico grande come lo Spirito Santo.
Ingolfare le urne è la tipica truffa messa in atto nella Rivoluzione Multicolorata di questa Repubblica delle Banane. Gli scrutatori di Blu utilizzano il collaudato metodo che viene utilizzato nei mercato dei futures sull’oro, quando con un improvviso calo dei naked shorts si fa scendere il prezzo dell’oro, proteggendo così il dollaro USA.
Gli scrutatori di Blu giocano sul fatto che la compiacente alleanza fra media mainstream e Big Tech non metterà in dubbio che, beh, all’improvviso, il voto si è spostato verso il blu con un margine di 2 a 3 o di 3 a 4.
Scommettono che non verranno poste domande su come mai, in alcuni stati, una previsione di voto dal 2% al 5% a favore di Rosso si sia trasformata in una tendenza dallo 0,5% all’1,4% a favore di Blu, intorno alle 4 del mattino.
E sul perchè questa discrepanza si sia verifica quasi simultaneamente in due stati incerti.
E sul perchè alcune circoscrizioni abbiano generato più voti di quanti fossero i votanti.
E su come mai negli stati incerti, il numero di questi ultramisteriosi voti per Blu supera di gran lunga i voti espressi per i candidati al Senato di questi stati, quando è noto che il totale dei votanti nelle elezioni per Camera/Senato è tradizionalmente paragonabile a quello delle votazioni presidenziali.
E l’affluenza alle urne in uno di questi stati sarebbe stata dell’89,25%.
Il giorno dopo a quello delle elezioni sono apparse vaghe spiegazioni sul fatto che uno dei possibili scarichi di voti postali [ballot dump] sia stato solo un “errore materiale,” mentre in un altro stato conteso non è stata data alcuna giustificazione per l’accettazione di schede senza timbro postale.
Gli operatori di Blu si rilassano, visto che l’alleanza tra media mainstream e Big Tech spazza via ogni lamentela, definendola una “teoria del complotto.”
La Controrivoluzione Rossa
Non si può dire che i due candidati alla presidenza facciano tutto il possibile per perorare la propria causa.
Nome in codice Cadavere, in un lapsus freudiano, aveva rivelato che il suo partito aveva messo in piedi il progetto di frode più ampio e “diversificato” mai realizzato.
Non solo Cadavere sta per essere indagato per una losca truffa di tipo informatico. È un paziente con demenza di stadio 2, con una personalità in rapido disfacimento, mantenuto a malapena funzionale dai farmaci, che però non possono impedire alla sua mente di spegnersi lentamente.
Nome in codice Buffone, fedele al suo istinto, ha messo le mani avanti, dichiarando che l’intera votazione è una frode, ma senza offrire la prova decisiva.
Così viene continuamente smentito dall’alleanza media mainstream/Big Tech e accusato di diffondere “false affermazioni.”
Tutto questo mentre un’astuta, vecchia e amareggiata maneggiona non solo aveva dichiarato che l’unico scenario ammissibile era una vittoria di Blu, ma si era anche già posizionata per un incarico della massima importanza.
Blu prevede anche che Rosso prenda immediatamente un’azione risoluta: arruolare di un esercito di avvocati che chiedano la verifica di tutti i registri elettorali per spulciare, rivedere e verificare ogni singola scheda elettorale per corrispondenza, un vero e proprio processo di analisi forense.
In ogni caso, Blu non può prevedere quante false schede verranno smascherate dai riconteggi.
Mentre Cadavere è pronto a cantar vittoria, Buffone pensa al gioco lungo ed è disposto ad andare fino alla Corte Suprema.
Lo schieramento di Rosso aveva già previsto tutto, poiché conosceva perfettamente quali sarebbero state le mosse di Blu.
La Controrivoluzione Rossa ha il potenziale di dare scacco matto strategico a Blu.
Si tratta di un attacco su tre fronti, perchè Rosso può avvalersi della Commissione Giustizia, del Senato e del Procuratore Generale, tutti sotto l’autorità di nome in codice Buffone fino al giorno dell’insediamento. Lo scopo del gioco, dopo una feroce battaglia legale, è rovesciare Blu.
I migliori strateghi di Rosso hanno la possibilità, su richiesta della Commissione Giustizia, di istituire una Commissione Senatoriale, o richiedere un Consigliere Speciale, che sarà nominato dal Dipartimento di Giustizia, per indagare su Cadavere.
Nel frattempo, per certificare il vincitore delle presidenziali, sono necessari due voti del collegio elettorale, ad un mese di distanza.
Queste votazioni avverranno nel mezzo di una o forse due indagini incentrate su Cadavere. Qualsiasi stato rappresentato al collegio elettorale può opporsi all’investitura di un Cadavere sotto inchiesta; in questo caso sarebbe illegale per quello stato consentire ai suoi grandi elettori di certificare i risultati presidenziali dello stato.
Cadavere potrebbe anche essere messo sotto impeachment dal suo stesso partito, in base al 25° Emendamento, a causa del suo irreversibile declino mentale.
Il caos risultante dovrebbe essere risolto da una Corte Suprema di tendenza Rossa. Non esattamente il risultato sperato da Blu.
La casa vince sempre
Il nocciolo della questione è che questo gioco di think tank trascende sia Rosso che Blu. Riguarda il gioco finale del Deep State.
Non c’è niente come una massiccia operazione psicologica in un’arena del Wrestling sotto il segno del divide et impera per scatenare una guerra dei poveri, con metà della folla che si ribella contro quello che percepisce come un governo illegittimo. Lo 0,00001% intanto osserva comodamente dall’alto una carneficina non solo metaforica.
Anche se il Deep State, usando i seguaci di Blu, non avrebbe mai permesso a nome in codice Buffone di prevalere, ancora una volta, il divide et impera potrebbe essere visto come il risultato meno disastroso per il resto del mondo.
In teoria, un contesto di guerra civile distrarrebbe lo Stato Profondo dal bombardare altri paesi nel Sud del mondo, vista la distopica farsa di “democrazia” che sta mettendo in atto.
Oppure, un blocco all’interno dell’Impero del Caos potrebbe incoraggiare ancora più avventure all’estero, come indispensabile diversivo, necessario per mandare avanti la baracca.
Pepe Escobar
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/pescobar/banana-follies-the-mother-of-all-color-revolutions/
06.11.2020
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
https://comedonchisciotte.org/banana-follies-la-madre-di-tutte-le-rivoluzioni-colorate/
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