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venerdì 3 giugno 2016

Le cazzate di Renzi? Ora Ti arrivano anche per posta. E ti tocca pure pagarle!!

cazzate di Renzi
.Le cazzate di Renzi Ti arriveranno anche per posta! A tutti una bella letterina che incensa l’operato di questo governo. Oltre alla rottura di coglioni (come se non bastasse quella che ci infligge costantemente nelle Tv) qualcuno si è posta una semplice domandina: ma chi paga tutto questo?
TU Italiota! Come ti arriva la letterina significa che TU hai pagato (si, vabbe’ una manciata di centesimi, ma sempre di soldi nostri) la propaganda di Renzi!!
Insomma, ancora una volta lo paghiamo per prenderci per i fondelli!


Per il Sì al referendum, Renzi spedisce le bugie per posta

(Marco Franchi)

Matteo come Berlusconi: opuscolo di propaganda inviato a tutte le famiglie italiane.

L’ultima idea di Matteo Renzi non è altro che una vecchia idea di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere inondò le case degli italiani con la sua autobiografia per riconquistare Palazzo Chigi, il fiorentino spedisce per posta – con i fondi di quel che resta dei contributi pubblici ai partiti – un opuscolo per convincere gli elettori a votare sì alreferendum costituzionale di ottobre. Sulla copertina c’è il solito selfie del segretario dem e un’epigrafe in stile frasette da cioccolatini: “È l’Italia che non si arrende, l’Italia che ci prova, l’Italia che continua a crederci. È l’Italia che torna credibile in Europa e nel mondo. L’Italia che non si accontenta e cerca sempre, ogni giorno, di fare meglio”.
I cittadini sono costretti a sopportare questa campagna referendaria invasiva, che ti entra nel salotto, ma chissà se sopporteranno le innumerevoli falsità che un documento, suppur di dimensioni ridotte, è riuscito a contenere. L’opuscolo è diviso per argomenti. Al primo punto c’è la riforma della Carta. Renzi propone il ritornello del risparmio, delle poltrone in meno, delle competenze sottratte alle Regioni, dell’abolizione del Cnel, ma nulla dice degli effetti devastanti provocati all’assetto istituzionale da questa riforma e dalla legge elettorale Italicum. Un esempio: con lo sproporzionato premio di maggioranza e con una sola Camera, chi vince si prende tutto, dal presidente della Repubblica alle nomine della Consulta e del Csm.
Poi il fiorentino elogia la legge sul lavoro, ma si dimentica di precisare che i 100.000 nuovi contratti a tempo indeterminato del 2015 hanno richiesto una spesa di 20 miliardi di euro di sgravi fiscali alle imprese. Terminati gli incentivi, nel 2016 si è tornati alla depressione del 2014. E ancora: la crescita. Secondo Renzi “dal 2012 l’Italia è entrata in recessione. Con il nostro governo la recessione è finita e siamo tornati al segno più”. In cosa consiste il segno più? Nel 2015 l’Italia ha registrato un +0,8 per cento delprodotto interno lordo sprofondato negli ultimi anni, una inezia conquistata grazie a due fattori: l’anno scorso si è lavorato due giorni in più e lo 0,5 è rappresentato dalle “scorte di magazzino” delle aziende. Renzi scambia per ricchezza l’aumento della produzione industriale, ma si dimentica di precisare – come ha dimostrato l’Istat appena una settimana fa – che le aziende non riescono a vendere e dunque sia gli ordinativi che il fatturato diminuiscono. Non è sufficiente? Ignazio Visco, il governatore della Banca d’Italia, ha dichiarato che l’Italia è stata salvata dalla recessione dalle misure della Banca centrale europea di Mario Draghi, non esattamente dall’esecutivo renziano.
Mentre in Parlamento i dem sono ostaggio del partitino di Angelino Alfano sulla prescrizione, il presidente del Consiglio gonfia il petto per i successi nel campo della giustizia: “Abbiamo alzato le pene per i ladri e i corrotti obbligandoli a restituire il maltolto, reintrodotto il falso in bilancio, colpito il voto di scambio”. Caterva di amnesie.Falso in bilancio: confermate le soglie berlusconiane di impunità.
da Il Fatto Quotidiano del 30/05/2016.

Vi ricordate quando era Berlusconi a farsi propaganda a spese nostre?


Le lettere di rimborso Imu del Pdl costeranno oltre 2 milioni di euro agli italiani

Grazie a una legge del ’93 di cui beneficiano tutte le comunicazione elettorali, il costo delle missive inviate agli elettori per promuovere la restituzione dell’Imu saranno in buona parte a carico dei contribuenti
E’ proprio il caso di dirlo: la promessa di Silvio Berlusconi dirimborsare l’Imu, agli italiani, è costata cara. Sì, perché la lettera arrivata a milioni di persone in campagna elettorale non l’ha pagata il Pdl. O meglio, non solo. Una bella fetta delle spese di spedizione, ben 2.160.000 euro, sono state a carico dei cittadini. A loro insaputa. La legge parla chiaro: il francobollo per i messaggi elettorali, per gli aspiranti parlamentari, costa meno. E molto.
Le comunicazioni, i candidati, le fanno spesso usando questo mezzo, forti della legge 515 del 10 dicembre 1993 che consente loro una riduzione dei costi davvero notevole. Nel caso dell’Imu e della promessa di rimborso si parla dimilioni di lettere e francobolli che al Cavaliere sono costati appena 4 centesimi l’una. La condizione, è bene precisarlo, è garantita a tutti i partiti e non solo al leader del Pdl. Ma il punto è un altro. Perché tirando le somme, quelle missive, alle Poste, sono costate 28 centesimi ognuna. Chi ha pagato i 24 centesimi di differenza? Lo Stato. Facendo due conti, per promettere i 4 miliardi dell’Imu sulla prima casa a 9 milioni di persone (tante sono le lettere spedite) gli italiani hanno contribuito con 2.160.000 euro e spiccioli.
E’ un diritto sancito per legge, la comunicazione in periodo di campagna elettorale, e a disciplinarlo è la legge del ’93 che apre un capitolo specifico nei casi di elezione alla Camera dei Deputati, al Senato della Repubblica e ai vari consigli – comunali, provinciali e regionali. Nonché per le corse alle poltrone di sindaco, presidente di Provincia e di Regione. A dettare le regole, nello specifico, è l’articolo 17, che prevede agevolazioni per “ciascun candidato in un collegio uninominale e ciascuna lista di candidati in una circoscrizione per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica” che ha “diritto ad usufruire di una tariffa postale agevolata di lire 70, per plico di peso non superiore a grammi 70, per l’invio di materiale elettorale per un numero massimo di copie pari al totale degli elettori iscritti nel collegio per i singoli candidati, e pari al totale degli elettori iscritti nella circoscrizione per le liste di candidati.
Tale tariffa può essere utilizzata unicamente nei 30 giorni precedenti la data di svolgimento delle elezioni e dà diritto ad ottenere dall’amministrazione postale l’inoltro dei plichi ai destinatari con procedure e tempi uguali a quelli in vigore per la distribuzione dei periodici settimanali”. Si parla di 70 lire, diventate, in euro, 0,04 centesimi a lettera. Sconto che conviene non poco se l’invio è a tappeto, come nel caso delle lettere sull’Imu. L’aumento dei costi dei servizi postali, poi, non ha spostato di una virgola la vantaggiosa agevolazione e gli sconti non sono stati adeguati alle tariffe in vigore.
Così, la tanto discussa lettera-spot, che ha creato confusione soprattutto tra gli anziani, arrivati in massa a chiedere il rimborso sperando in qualche entrata a integrare le loro magre pensioni, non ha soltanto gravato sul bilancio dello Stato. E’ piombata anche al centro di polemiche politiche e giudiziarie, finendo nel mirino della magistratura. Secondo quanto riporta “Il resto del Carlino”, infatti, dopo l’esposto di una cittadina ne è seguito un secondo, e un terzo, che hanno spinto la Procura di Reggio Emilia ad aprire un fascicolo iscrivendo come indagato Silvio Berlusconi. Nel registro generale delle notizie di reato si ipotizza la violazione dell’articolo 96 del testo unico delle leggi elettorali. In altre parole, il voto di scambio.
tratto da: https://it.finance.yahoo.com/notizie/lettere-rimborso-imu-pdl-costeranno-oltre-2-milioni-di-euro-agli-italiani-110038919.html
http://lapillolarossa15.altervista.org/1974-2/

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