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giovedì 16 giugno 2016

Ecco la prova “inconfutabile” che la nuova Costituzione è stata voluta dalla Banca JP Morgan

Molti oggi si chiedono chi ha scritto e perché le riforme di Renzi. Ve lo spieghiamo in questo articolo e con documenti alla mano.

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Molti non ricorderanno, o forse non ne hanno avuto mai notizia, di ciò che arrivo sul tavolo del governo italiano nell’estate del 2013. La Jp Morgan, storica società finanziaria (con banca inclusa) statunitense,scrisse nero su bianco quella che sembrò essere la ricetta del grande capitale finanziario per gli stati dell’Eurozona. Il suo “consiglio” ai governi nazionali d’Europa per sopravvivere alla crisi del debito è: “liberatevi al più presto delle vostre costituzioni antifasciste”.
In questo documento di 16 pagine datato 28 maggio 2013  firmato Jp Morgan, dopo che nell’introduzione si fa già riferimento alla necessità di intervenire politicamente a livello locale, a pagina 12 e 13 si arriva alle costituzioni dei paesi europei, con particolare riferimento alla loro origine e ai contenuti: “Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea”.
Attenzione a questo passaggio: “Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo”.
Quindi, per colpa delle idee socialiste inserite nelle nostre costituzioni, secondo Jp Morgan, non si riescono ad applicare le necessarie misure di austerity. “I sistemi politici e costituzionali presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche.
Leggendo questo documento si capisce chiaramente che il “consiglio” è quello di distruggere le democrazie e di ritornare al fascismo. Ora appare chiaro chi e perché ha spinto prima Letta e poi Renzi a distruggere con un accanimento ossessivo la “Costituzione più bella del mondo”.
Un ultimo appunto, ieri Carlo Smuraglia  presidente dell’Anpi, a Bologna, è tornato a parlare della posizione dell’associazione sul referendum di ottobre, soprattutto dopo la lettera dei 70 senatori in cui si fa pressing affinché non si schieri: “Nel nostro statuto è scritto che noi siamo obbligati a difendere la Costituzione nello spirito dei Costituenti. Quando si fanno riforme che vanno contro a quello spirito siamo obbligati, abbiamo il dovere di opporci”.
In conclusione, se le riforme sono contro lo spirito dei padri Costituenti abbiamo il dovere di opporci… TUTTI!!
fonte http://fattieavvenimenti.altervista.org/la-prova-inconfutabile-la-nuova-costituzione-stata-voluta-dalla-banca-jp-morgan/

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