Soldi destinati ai poveri utilizzati per fini meno nobili, «spese pazze» per centinaia di migliaia di euro, fondazioni religiose nate con obiettivi caritatevoli trasformatesi in succursali economiche per acquisti di lusso, un patrimonio immobiliare gigantesco. C’è questo, e molto altro, nel Vaticano segreto raccontato dal giornalista dell’Espresso Emiliano Fittipaldi, autore del libro «Avarizia» in libreria da domani. E ci sono le conversazioni private di Papa Francesco, registrate di nascosto nel luglio del 2013, nel volume di Gianluigi Nuzzi, «Via Crucis», in uscita contemporanea. Due libri che stanno destando scalpore nei giorni di «Vatileaks 2» e dell’arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, in passato rispettivamente segretario e membro della Commissione di studio sulle strutture economico-amministrative della Santa Sede, accusati di essere i «corvi» che a Fittipaldi e Nuzzi avrebbero consegnato documenti riservati, sfruttati dai due giornalisti per riempire le loro pagine. E mentre la Chaouqui, sul suo profilo Facebook, nega di essere «il corvo» e di aver «tradito il Papa», puntando il dito su Vallejo Balda, nei Sacri Palazzi c’è chi imputa al Santo Padre sbagli nelle nomine. Da Oltretevere filtrano gli umori di Papa Francesco, arrabbiato per l’inevitabile danno che le rivelazioni contenute nei due libri arrecheranno al Vaticano e alla Chiesa, ma deciso a non concedere misericordia a chi l’ha reso possibile. Il prologo di «Avarizia», prendendo le mosse dalle confidenze di un anziano monsignore, racconta l’indicibile: che la Fondazione del Bambin Gesù, ad esempio, nata per raccogliere le offerte per piccoli malati, avrebbe pagato parte dei lavori per la nuova abitazione del cardinale Tarcisio Bertone; e che il Vaticano possiede a Roma 5mila case per un valore di 4 miliardi di euro. La proprietà è dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), che può contare anche su immobili in Gran Bretagna, Francia e Svizzera. Secondo i bilanci della stessa Apsa, nel 2013 le proprietà inglesi valevano 25,6 milioni, quelle svizzere 27,7 e quelle francesi 342. Lo scandaloso scenario raccontato in «Avarizia» parla anche delle fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla, che avrebbero in cassa oltre 15 milioni; oppure delle offerte dei fedeli attraverso l’Obolo di San Pietro, «ammucchiate su conti e investimenti che oggi valgono quasi 400 milioni di euro». Non poteva mancare lo Ior, la Banca vaticana, che ha «quattro fondi di beneficenza» con utili «per decine di milioni». Eppure nel biennio 2013-2014 il fondo della Commissione cardinalizia, scrive Fittipaldi, «non ha scucito un soldo bucato nonostante un saldo in attivo di 425 mila euro»; quello per le opere missionarie «ha in pancia 139 mila euro» e negli ultimi due anni ha elargito «solo 17 mila euro»; il Fondo nato per finanziare le Sante Messe, con un saldo di 2,7 milioni di euro, «nel 2014 ha girato ai sacerdoti di tutto il mondo appena 35mila euro». Il Bambin Gesù, secondo lo stesso monsignore che Fittipaldi nel suo libro fa parlare a lungo, «controlla allo Ior un patrimonio pazzesco da 427 milioni di euro», l’ospedale di Padre Pio «ha 37 tra palazzi e immobili» per un valore di «190 milioni di euro», i salesiani «investono in società in Lussemburgo, i francescani in Svizzera» e alcune diocesi «hanno comprato società all’estero proprietarie di televisioni porno». In Germania un vescovo avrebbe «scialacquato 31 milioni per restaurare la sua residenza» e una volta beccato «è stato promosso con un incarico a Roma». Nel libro è scritto anche che «per diventare beati bisogna sborsare denaro», visto che, come rivela il monsignore «gola profonda», i «cacciatori di miracoli sono costosi». Parole di inaudita gravità. Come quelle riservate al cardinale australiano George Pell, collocato da Papa Francesco alla guida della Segreteria dell’Economia. Pell, secondo il prelato confidente di Fittipaldi, «in Australia è finito in un’inchiesta del governo sulla pedofilia» e «ha speso per lui e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi». Ed è alla Segreteria guidata da Pell che vengono addebitate «centinaia di migliaia di euro per voli in business class, mobili di pregio e un sottolavello da 4600 euro». Fra i «segreti» spifferati all’autore di Avarizia c’è quello che riguarda il carburante e non solo: «La Santa Sede ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma: oggi vendiamo benzina, sigarette e vestiti tax free, incassando 60 milioni l’anno». Cifre da capogiro, come quella addebitata ancora a Bertone, accusato di aver preso un elicottero, costato 24 mila euro, per andare da Roma in Basilicata. Rivelazioni frastornanti. E lo sono anche quelle contenute nel libro di Nuzzi, «Via Crucis», che verrà pubblicato in 23 Paesi e che riporta conversazioni private del Papa in cui si sente Sua Santità pretendere chiarezza e trasparenza per le finanze vaticane e infervorarsi per dei pagamenti ad alcune aziende effettuati «senza un preventivo, senza autorizzazione». Ma è in un’altra circostanza che Papa Francesco appare sconvolto e addolorato, quando ricorda che l’economo della diocesi di Buenos Aires confidò all’allora prelato provinciale Bergoglio che di alcuni investimenti fatti in una banca, più del 60 per cento furono destinati alla «fabbricazione di armi».
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