Keigo Sakamoto, 58 anni, è un eroe vivente dei nostri tempi. Ha sfidato apertamente l'ordine di lasciare le contaminate terre di Fukushima, devastate dal terribile incidente nucleare dell'11 marzo 2011, per prendersi cura degli animali abbandonati.
Nella sua casa, che si trova nella zona rossa vicino a Naraha, nella prefettura di Fukushima, ne ha accolti oltre 500. A regalarci la sua storia è il fotografo Reuters Damir Sagolj, che ha visitato città e villaggi abbandonati e incontrato persone la cui vita è irrevocabilmente cambiata dal giorno indimenticabile del disastro.
All'interno della zona rossa intorno all'impianto, Sagolj ha trovato una scena paragonabile a "un film horror in silenzio". Ma in mezzo alla carneficina e alle case deserte, una luce, una speranza, la vita. C'era un uomo che aveva sfidato il pericolo. Il suo nome è Keigo Sakamoto, un agricoltore ed ex badante, considerato un pazzo da alcuni e un eroe da altri.
Sakamoto ha rifiutato di evacuare ed è rimasto nelle sue terre contaminate, facendo degli animali la sua missione. In questi anni si è avventurato in città e villaggi vuoti e ha raccolto una vera e propria Arca di Noè, con cani, gatti, conigli, polli e persino marmotte, quasi tutti abbandonati dagli ex proprietari quando hanno lasciato la zona.
Molti dei cani sono diventati selvaggi. "Non ci sono vicini. Io sono l'unico, ma sono qui per rimanere", dice Sakamoto, coraggioso samurai solitario, rimasto a difendere la comunità di animali non umani vittima del nucleare quanto l'uomo, abbracciando uno dei suoi cani,Atom, nato poco prima del disastro nucleare.
Foto credit Damir Sagolj/Reuter
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