Questo fatto non impedisce al governo di inasprire le misure sulla base di una narrazione che in realtà è stata dimostrata falsa.
Premessa sulle fonti del presente documento
L’impact factor (fattore di impatto) è un indice “bibliometrico” che serve a misurare l’autorevolezza e importanza di un giornale scientifico, ideato dall’Institute for Scientific Information. L’impact factor di una certa rivista riferito a un certo anno solare, si calcola tramite una divisione che coinvolge dei numeri basati sul numero di articoli pubblicati e sul numero delle citazioni di questi articoli. È uso infatti, nel redigere un articolo scientifico, segnalare alla fine tutti i lavori scientifici che si sono consultati (ovvero i riferimenti bibliografici), e che vengono quindi citati dagli autori. Se un articolo pubblicato in un anno viene citato negli anni successivi da 100 giornali, sarà un articolo molto citato e quindi considerato importante per la comunità scientifica….
L’impact factor è un indice bibliometrico riconosciuto a livello ufficiale dalla normativa italiana. Infatti nel DM del 28 luglio 2009, art. 3, comma 4 – Valutazione dei titoli e delle valutazioni scientifiche 1 si legge:
Nell’ambito dei settori scientifico-disciplinari in cui ne è riconosciuto l’ uso a livello internazionale le Commissioni nel valutare le pubblicazioni si avvalgono anche dei seguenti indici:
1. numero totale delle citazioni;
2. numero medio di citazioni per pubblicazione;
3. “impact factor”totale;
4. “impact factor”medio per pubblicazione;
5. combinazioni dei precedenti parametri atte a valorizzare l'impatto della produzione scientifica del candidato (indice di Hirsch o simili)
Per quanto riguarda i valori di questo indice si nota un enorme distacco tra le 5 riviste più importanti e altre che sono pur sempre di notevole spessore: si va infatti dal 91 del New England Journal of Medicine al 79,3 di The lancet al 7,1 della rivista Pediatrics, che è pur sempre una delle più autorevoli in assoluto nel suo campo (al quarto posto nella classifica delle riviste di pediatria in base proprio all’impact factor)
Detto questo i giornali più famosi e considerati più autorevoli per le loro pubblicazioni medico-scientifiche (anche perché hanno i maggiori impact factos) sono: Lancet (bisturi), forse il più famoso, Journal of the American Medical Association, British Medical Journal, New England Journal of Medicine e Canadian Medical Association Journal. Il New England Journal of Medicinein particolare è la più vecchia rivista di medicina al mondo, pubblicata senza interruzioni da più di due secoli, dotata del maggiore impact factor (fattore di impatto) tra tutte le riviste esistenti.
Il sito Pubmed è gestito dal sistema sanitario del governo degli STATI UNITI, e raccoglie ricerche scientifiche pubblicate su riviste ufficiali (riviste che pubblicano solo articoli che vengono verificati e controllati e da un comitato di revisione formato da medici).
Il sito MedRxiv pubblica articoli scientifici recenti non ancora passati al vaglio del comitato di revisione, ma che spesso poco dopo vengono pubblicati su riviste ufficiali. Si tratta di un sito di pre-pubblicazione che è gestito con la collaborazione di una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo il British Medical Journal (BMJ) e dell’Università di Yale, università privata che è considerata una delle migliori degli Stati Uniti, e il Cold Spring Harbor Laboratory, una fondazione no profit che gestisce un laboratorio, dei corsi e delle pubblicazioni scientifiche (in campo biomedico e biologico) che ha ospitato ben 8 premi Nobel.
Il sito bioRxiv, similmente al precedente, pubblica articoli scientifici recenti non ancora passati al vaglio del comitato di revisione, ma che spesso poco dopo vengono pubblicati su riviste ufficiali. Si tratta di un sito di pre-pubblicazione gestito dal sunnominato Cold Spring Harbor Laboratory.
Sul giornale The lancet è stato pubblicato nella sezione corrispondenze il seguente articolo COVID-19: stigmatising the unvaccinated is not justified ovvero COVID-19: stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato. In esso leggiamo: Vi sono prove crescenti che gli individui vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione. In Massachusetts, USA, sono stati rilevati un totale di 469 nuovi casi di COVID-19 durante vari eventi nel luglio 2021 e 346 (74%) di questi casi riguardavano persone completamente o parzialmente vaccinate, di cui 274 (79%) erano sintomatici (…) indicando un’elevata carica virale anche tra le persone che erano completamente vaccinate. (…) In Germania, il 55,4% dei casi sintomatici di COVID-19 in pazienti di età pari o superiore a 60 anni riguardava individui completamente vaccinati, e questa proporzione aumenta ogni settimana. (…) È quindi sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati. Storicamente, sia gli Stati Uniti che la Germania hanno generato esperienze negative stigmatizzando parti della popolazione per il colore della pelle o la religione. Invito i funzionari di alto livello e gli scienziati a fermare la stigmatizzazione inappropriata delle persone non vaccinate, che includono i nostri pazienti, colleghi e altri concittadini, e a fare uno sforzo maggiore per riunire la società.
Sempre sul giornale The lancet è stato pubblicato l’articolo The epidemiological relevance of the COVID-19-vaccinated population is increasing ovvero La rilevanza epidemiologica della popolazione vaccinata contro la COVID-19 è in aumento. In esso leggiamo: Ci si aspettava che alti tassi di vaccinazione COVID-19 riducessero la trasmissione di SARS-CoV-2 nelle popolazioni riducendo il numero di possibili fonti di trasmissione e quindi riducendo il carico della malattia COVID-19. Dati recenti, tuttavia, indicano che la rilevanza epidemiologica degli individui vaccinati contro la COVID-19 è in aumento. CONTINUA ARTICOLO COMPLETO
Lo studio è stato finanziato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Scelto e tradotto da Corrodo Penna
https://www.nogeoingegneria.com/effetti/salute/la-prova-scientifica-che-i-vaccini-non-funzionano-non-impediscono-la-trasmissione-del-virus/
Nessun commento:
Posta un commento