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lunedì 27 agosto 2018

#poursavoir. di Stefano Davidson



In merito alle indagini del ligio procuratore (certamente politicamente indipendente) su Salvini domando:
ma napolitAno, quando attuò nel 1997 il
blocco navale” (tra l'altro criticato apertamente dall’ONU, visto che prevedeva un controllo nelle acque territoriali albanesi affidato al 28° Gruppo Navale italiano, che operava regolarmente armato e pronto a rispondere al fuoco se provocato, con a disposizione anche un contingente di terra per il controllo dell’area portuale, del porto e del lungomare sul quale si trovavano le aree di partenza dei cosiddetti “scafisti”), fu mai indagato da alcun giudice per un qualsiasi crimine?
Faccio presente che l'operazione di blocco allora scattò senza aspettare i protocolli di applicazione (che sarebbero arrivati il 2 aprile successivo) e che due giorni dopo, la motovedetta albanese Katër i Radës, carica di migranti, venne speronata in acque internazionali dalla nave italiana Sibilla: morirono 108 persone. Ciò comportò la condanna dei Comandanti anche in Cassazionei ed, en passant la responsabilità civile del ministero della Difesa (Gestione Andreatta), che già in appello era stato condannato a risarcire i familiari delle vittime con circa 2 milioni di euro, ma effettivamente quello degli Interni non ebbe magicamente conseguenze nonostante quanto commesso (pare comunque un nulla visto che poi ce lo hanno fatto Presidente non una ma due volte!),
Aggiungo che nel luglio 2017 (Gentilonzi onzi onzi) diversi esponenti istituzionali e politici italiani, avevano già parlato della possibilità di una chiusura dei porti italiani alle navi straniere come risposta all’afflusso di migranti via mare nel nostro Paese.
Addirittura all’epoca (giusto l'anno scorso), il senatore del Pd e presidente della Commissione difesa Nicola Latorre dichiarò in un’intervista che l’ipotesi presentata in sede UE era “giusta e opportuna”.
Secondo Latorre (come del resto secondo Salvini & co.), si trattava di permettere l’attracco nei porti italiani di navi straniere solo se veniva chiarito che altri paesi europei erano disposti ad accogliere i migranti, e allo stesso tempo che alcuni sbarchi avvenissero in altri Paesi europei.
Non si trattava allora (di conseguenza neppure oggi) dunque di un “blocco navale”, anche se l’espressione venne e viene usata spesso in circostanze analoghe in maniera sconsiderata (un po' come l'alto tradimento)
Concludendo e tornando sempre a quanto in merito al 1997 sottolineo come, per gli oggi buonisti, dal 24 marzo di quell'anno chi saliva sui barconi non era più profugo, ma immigrato non in regola. E quindi andava respinto.
Il presidente del Consiglio Romano Prodi(tor) nell"'occasione dichiarò oltretutto:
"Noi siamo d' accordo che l' Italia pattugli tutto l' Adriatico per fermare questo esodo, perché i problemi albanesi devono risolverli gli albanesi stessi in Albania"...
...ma nessuno indagò nessuno.

Stefano Davidson

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