di Tina Camardelli
Prima di parlare di Noetica è indispensabile spiegare la differenza che passa tra scienza e pseudoscienza: la prima non accetta fenomeni che non riesce a spiegare, la seconda vorrebbe farlo anche con metodi alternativi.
La scienza non può spiegare tutto. Esistono campi della vita umana, in cui non può esprimersi, semplicemente perché il suo metodo non è adatto a fare domande e a trovare risposte. Ad esempio, la scienza non può confermare o smentire l’esistenza di Dio, perché quel concetto appartiene alle religioni, alla metafisica o alla filosofia.
Mai la scienza è stata incline ad accettare altre teorie, ricavandone spesso l’accusa di autoritarismo. Fortunatamente, le cose stanno cambiando. In Italia, sono state stanziate delle somme destinate a progetti di ricerca che percorrono strade innovative. Oggi più che mai, la scienza ha bisogno di coraggiosi esploratori. Il passato ci insegna che il progresso nella storia è avvenuto grazie a bruschi e dolorosi cambiamenti che ci hanno portato a vedere, a sapere, a conoscerci e a misurarci.
Margaret Foti biologa, sostiene che: “…negli ultimi 20 anni, abbiamo assistito ad un cambiamento epocale. Oggi nei laboratori, si trovano esperti di tutte le discipline. A volte per curare una malattia e capirne le cause profonde, abbiamo bisogno di un fisico, di un parapsicologo, di un matematico, di un informatico e di uno statistico che analizzi le cifre. Da questa unione di menti così diverse, scaturiscono le idee alternative e fantasiose“.
Il termine “noetico” deriva dal greco nous che significa intelletto, mente. La disciplina affronta infatti temi relativi al pensiero, all’intelletto umano e ai suoi legami col mondo naturale. La noetica è una pseudoscienza relativamente recente, ma le discipline che affrontano la relazione tra coscienza interna e mondo oggettivo esterno, sono antichissime. Nei “Veda” che risalgono a ben 4mila anni fa, ampio spazio è dedicato alla natura dell’esistenza, al ruolo della mente e alla sua relazione con l’Assoluto.
Qualche anno fa il termine è tornato in auge con il libro di Dan Brown “Il simbolo perduto”, thriller che racconta le avventure di Katherine Solomon, geniale, esperta di noetica, che studia le potenzialità della mente umana, cercando una connessione tra scienza moderna e sapere antico. Ma chi ha divulgato questa disciplina, è stato l’ex astronauta Edgar Mitchell, che ha fondato in California l’Istituto di Scienze Noetiche, dopo aver vissuto un’esperienza mistica nello spazio.
Mitchell partecipò alla missione lunare Apollo 14, nel 1971. Durante il viaggio di ritorno sulla Terra, visse una profonda sensazione di unità con l’Universo, sviluppando la certezza che il nostro bellissimo pianeta azzurro, fa parte di un sistema vivente armonico e globale; che non siamo soli nel cosmo; che la mente umana possiede delle capacità superiori a quel che crediamo e che siamo in grado di manipolare la materia con la sola “intenzione”. In fondo, i più grandi segreti sono quelli più semplici, alla portata di tutti.
L’intenzione può essere stimolata volontariamente tramite esercizi di concentrazione e meditazione o involontariamente. Ci sarà capitato di pensare fortemente a qualcuno e poi di incontrarlo o di ricevere una sua telefonata. Ed è, infatti, proprio dalla mente o dall’insieme di più menti che si scatenerebbe un’energia capace di plasmare la materia.
Più menti che lavorano all’unisono, aumentano gli effetti di un pensiero: ecco il potere intrinseco dei gruppi di preghiera, dei circoli di guarigione, del cantare insieme e dell’adorazione di massa. I miracoli che avvengono nei luoghi di culto ne sono la riprova. Il pensiero collettivo si sintonizza su un obiettivo, quale la guarigione ad esempio, che poi si verifica. Successive scoperte, hanno dimostrato che l’intenzione focalizzata può perfino indurre delle alterazioni nella struttura molecolare dell’oggetto a cui è rivolta.
Alcuni scienziati tra cui i fisici inglesi Elmer Green e William Tyler, per comprendere meglio come tale energia agisca, decisero di studiare i guaritori a distanza. Le ricerche condotte rivelarono che, nel momento in cui essi inviavano l’intenzione di guarigione, si verificava un forte ed improvviso aumento di energia elettrostatica (iniziale), magnetica (susseguente) e fotonica (finale), tutto fisicamente quantificabile.
Dobbiamo avere fiducia nell’umanità o perlomeno in questa piccola “grande” parte di umanità, che piano piano sta crescendo ed influenzerà sicuramente il futuro. Non è forse evoluzione spingersi al di là del dogma, esplorando nuove frontiere dello spirito? Le nuove ricerche, proseguendo il cammino iniziato da Einstein, stanno dimostrando come lo sperimentatore – colui che vive – influenzi la realtà, che non è statica, ma dinamica e, in quanto tale, plasmabile.
Ogni pensiero che formuliamo, anche inconsciamente, produce un effetto. Non dovremmo mai dimenticarlo, poiché in esso si cela la chiave che ci permette di modificare il circostante. In tutto il mondo questi esperimenti continuano e stanno dando risultati straordinari. Chissà che non ci aiutino a pensare alla vita, non come un problema da risolvere, ma come un’avventura da vivere.
Articolo di Tina Camardelli
https://www.fisicaquantistica.it/scienza-di-confine/noetica-la-pseudoscienza-del-futuro-come-la-mente-puo-plasmare-la-materia
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