Scrive una madre:
Se non avessimo capito che la radiofrequenza era la causa dei cambiamenti comportamentali di mio figlio e delle sue violente aggressioni, sarebbe stato sicuramente ricoverato e sottoposto a terapie, forse per tutta la vita.
Attualmente, molti bambini sono curati per malattie psichiatriche e potrebbero non avere alcun problema medico tranne delle manifestazioni fisiologiche dovute all’esposizione alle radiazioni non ionizzanti da radiofrequenza.
In Francia il problema è stato affrontato. L’uso dei telefoni cellulari sarà proibito nelle scuole francesi a partire dall’autunno del 2018. E in Italia? La ministra Valeria Fedeli la pensa diversamente. Per la signora Fedeli “Il cellulare a scuola è straordinaria opportunità”.
CEM ed Elettrosensibilità
Cosa sono e come agiscono i Campi Elettromagnetici (CEM)?
I CEM possono essere in Alta Frequenza (generati da telefonini, WI-FI, telefoni cordless, allarmi Wireless, stazioni radio base, ripetitori radio-televisivi, radar, antenne WI-MAX, ecc.), ed in Bassa Frequenza (generati dagli elettrodotti, dagli impianti elettrici delle abitazioni e dalle comuni apparecchiature domestiche come schermi televisivi, computer, elettrodomestici in genere).
Hanno effetti pleiotropici su diverse strutture e funzioni degli organismi viventi (non solo umani!) tali da perturbarne fortemente gli equilibri chimici ed elettrici determinando effetti biologici, che a loro volta possono avere conseguenze sulla salute definite effetti sanitari.
Le manifestazioni biologico-sanitarie causate dalla esposizione ai CEM includono Elettrosensibilità/Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici, malattie neuro-degenerative e cancro.
Gli effetti biologico-sanitari possono anche essere benefici, se ci si riferisce all’uso dei CEM attento e controllato che viene fatto in medicina per la diagnosi e la cura di molte patologie, ma in caso di esposizione indiscriminata (come purtroppo sta avvenendo attualmente a causa dell’abuso della tecnologia Wireless) diventano dannosi e determinano malattia.
Valutare e verificare tali effetti nell’ambiente di vita è materia estremamente complessa per le numerose variabili in gioco e per la relativa novità della questione.
Gli effetti biologico-sanitari dei CEM, infatti, possono manifestarsi anche senza che il soggetto li percepisca e a livelli inferiori ai valori limite di esposizione convenuti dalle società scientifiche preposte a tale scopo e fatti propri dalle leggi nazionali ed internazionali.
Gli effetti biologico-sanitari dei CEM, infatti, possono manifestarsi anche senza che il soggetto li percepisca e a livelli inferiori ai valori limite di esposizione convenuti dalle società scientifiche preposte a tale scopo e fatti propri dalle leggi nazionali ed internazionali.
Che cos’è l’Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici?
L’Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici, come detto precedentemente, è una delle molte manifestazioni biologico-sanitarie causate dalla esposizione ai CEM.
Nella maggior parte dei malati i segni e sintomi sono molto simili, seppur di diverso livello di gravità, e regrediscono con l’allontanamento dai CEM per ripresentarsi immancabilmente ad una successiva esposizione.
I più frequenti sono cefalee, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e facile esauribilità fisica, riduzione della memoria e deficit di concentrazione, dolori localizzati o diffusi tipici di una sindrome simil-influenzale, eruzioni cutanee (più spesso a tipo rash eritematoso specialmente al volto), disturbi uditivi (tinnito a tipo ronzio, sibilo o fischio, continuo o discontinuo), visivi e dell’equilibrio, alterazioni del tono dell’umore e del carattere, aggressività od apatia, sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti nasali, palpitazioni cardiache che simulano uno stato d’ansia o di inquietudine.
Le comuni terapie farmacologiche sono pressoché inefficaci, perché i meccanismi patogenetici alla base dei disturbi seguono vie probabilmente non classiche e purtroppo non del tutto chiarite.
La sintomatologia si verifica a livelli di CEM comunemente tollerati dalla popolazione generale e nei limiti di legge, perché trattasi di una condizione di iper-sensibilità come avviene nel caso delle allergie, e regredisce con I’allontanamento dalle zone inquinate.
Ma al ripetersi delle esposizioni può diventare uno stato di malessere fisico continuo, che compromette gravemente l’efficienza fisica e la qualità della vita, al punto da indurre uno stravolgimento (in molti casi anche totale!) della vita familiare, sociale e lavorativa.
Ma al ripetersi delle esposizioni può diventare uno stato di malessere fisico continuo, che compromette gravemente l’efficienza fisica e la qualità della vita, al punto da indurre uno stravolgimento (in molti casi anche totale!) della vita familiare, sociale e lavorativa.
Molti malati hanno dovuto cambiare casa o modificarla per renderla vivibile, cambiare lavoro oppure non hanno più potuto lavorare, hanno dovuto evitare ambienti e mezzi pubblici e smettere di guidare l’automobile, inoltre hanno persino dovuto smettere di usare il computer o qualsiasi altro strumento elettrico.
La seguente è una tabella riassuntiva dei possibili Segni e Sintomi* della Elettrosensibilità.
*I Segni e Sintomi riportati nella tabella sono quelli maggiormente riscontrati fra gli Elettrosensibili e trovano supporto a livello scientifico in un rapporto di ricerca stilato nel 1972 dal Dr. Zorach Glaser (PhD della Marina degli Stati Uniti), che copre più di 2.200 studi nei quali si collegano i segnali wireless deboli (radiazione a microonde) a più di 122 effetti biologici, e che potete trovare qui
La sintomatologia è stata descritta in riviste mediche autorevoli, si parla della malattia nei convegni delle Società di Radioprotezione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva anche avviato il progetto EMF sugli effetti dei CEM sull’uomo, mentre l’Istituto Superiore di Sanità aveva impostato nel 2004 uno studio piltota sui casi di Ipersensibilità ai CEM.
A livello internazionale si parla di “Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici” (Electromagnetic Hypersensitivity, EHS), comunemente si abbrevia in Elettrosensibilità (Electrical Sensivity, ES).
L’orientamento è di classificarla tra le malattie da causa ambientale come la Multichemiosensibilità (MCS).
Numerosi gruppi di scienziati richiamano con forza la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad un rapido riconoscimento della Elettrosensibilità come vero e proprio stato di malattia, includendola nei codici ICD (International Classification of Diseases).
L’orientamento è di classificarla tra le malattie da causa ambientale come la Multichemiosensibilità (MCS).
Numerosi gruppi di scienziati richiamano con forza la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ad un rapido riconoscimento della Elettrosensibilità come vero e proprio stato di malattia, includendola nei codici ICD (International Classification of Diseases).
I criteri di diagnosi attualmente considerati validi sono quelli formulati dalla Associazione dei Medici Austriaci (“Linea guida dell’Associazione Medica Austriaca per la diagnosi e il trattamento dei problemi di salute e malattie correlate ai campi elettromagnetici”).
Per quanto riguarda le indagini utili a diagnosticarla, una recente pubblicazione scientifica ad opera del prof. Belpomme, ha individuato dei biomarcatori predittivi di malattia.
Per quanto riguarda le indagini utili a diagnosticarla, una recente pubblicazione scientifica ad opera del prof. Belpomme, ha individuato dei biomarcatori predittivi di malattia.
La malattia è nota da almeno 60 anni, ma si sta diffondendo rapidamente nella popolazione generale per la recente la diffusione ubiquitaria ed esponenziale dell’Elettrosmog; prima invece interessava quasi esclusivamente radaristi e tecnici che si esponevano ai CEM in ambito lavorativo.
Non è nota alcuna terapia. Al momento l’unica pratica efficace è evitare i CEM.
Alla pagina seguente potete leggere un articolo sulla EHS (novembre 2015), che riporta alcune informazioni utili: vai alla pagina
FONTE https://www.elettrosensibili.it/campi-elettromagnetici-ed-elettrosensibilita/
ALTRE VIE CI SONO
E luce fu….Il Wi-Fi potrebbe essere a breve rimpiazzato, o quantomeno affiancato, dal Li-Fi, la trasmissione dati con la luce, molto meno nociva delle onde elettromagnetiche. “Tutto ciò che dobbiamo fare è integrare un piccolo chip in ogni fonte di illuminazione, e questo combinerebbe due funzionalità: quella per l’illuminazione e quella per trasmettere informazioni senza cavo”, ha precisato il professor Haas.
http://www.nogeoingegneria.com/librifilms/documentario-in-fuga-dal-wifi/
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