Come sa chi mi segue sono stato contrariato dai primi passi del Governo gialloverde per non aver letteralmente licenziato il 50% del personale dei ministeri che avevano servito i precedenti governi (la fatica che fa oggi il Governo a dettare una linea precisa dipende proprio dal fatto che il deep state italiano rema contro, cvd), che per inciso ha ereditato una situazione esplosiva dai governi filo europei degli ultimi 6 anni: prima Mario Monti che si vantava sulla CNN di aver annientato la domanda interna italiana. Poi Letta, Renzi e Gentiloni che hanno cercato di cedere mare italiano alla Francia, hanno permesso alla Francia con STX di andare contro ad ogni più basilare principio di libero negando a Finmeccanica la maggioranza nel cantiere francese prima detenuto dai coreani (i coreani si, gli italiani no…) oltre ad aver permesso di inondarci di migranti in fora di scellerati accordi EU non rispettati. Si sa, con il PD e Sabino Cassese – di concerto con l’EUropa – erano pronti ad imporre una imposta patrimoniale del 15% sulla ricchezza delle famiglie italiane, il vero tesoro nazionale, manovra che avrebbe messo l’Italia in ginocchio costringendo a svendere il Paese.
Guarda caso proprio tale tesoro “famigliare” è quello su cui vuole fare leva il saggio Paolo Savona per far ripartire l’economia riducendo il rapporto debito/PIL [evidentemente Savona non ha bisogno di vendersi allo straniero di turno, infatti tira dritto]. Ma – notasi – non riducendo il debito (deprimendo l’economia ed annichilendo la crescita, come faceva il PD), no, facendo salire il denominatore, il PIL. E per fare questo l’idea è di riattivare l’economia con la crescita economica, ossia abbassando il rapporto debito/PIL in modo opposto a come voleva fare il PD e Mario Monti.
Or dunque, tutti gli italiani dovrebbero essere contenti di avere il governo come lo chiamo io “Unionista”, si è evitata una marea di tasse. E in più, per chi non ancora lo sa, chiunque prenderà una pensione in Italia dovrebbe essere strafelice di sentire che l’Italia vuol far ripartire la crescita del PIL proprio perchè è sulla crescita che è indicizzato il montante su cui verrà calcolato l’ammontare della vostra futura pensione!!! E’ un peccato – in questo sì che Mario Monti aveva ragione – che gli italiani non facciano i compiti a casa, se li facessero eviterebbero di essere presi sistematicamente per i fondelli dai politici, appunto, proprio come il professore della Bocconi (che con le sue misure economiche invece di migliorare la situazione italica ha buttato il Paese nel baratro facendo crescere il debito italiano durante il suo governo di circa 125 miliardi di euro durante soli 16 mesi, ndr).
Ma il caso clinico non sta qui: i giornalisti sono quelli che dovrebbero rappresentare il Paese e la gente ed invece mi sa – leggendo i giornaloni – rappresentano qualcosa di molto diverso. Appunto, temo, essi rappresentino gli interessi degli editori delle loro testate e magari – qualche volta – i loro sospirati interessi personali. Solo così si spiegano posizioni assolutamente e quasi costantemente caustiche, sembra quasi che molti tifino per il fallimento dei gialloverdi. Incredibile.
Secondo chi scrive i giornalisti, quelli che scrivono sui giornali, dovrebbero essere contenti dei successi dei gialloverdi. A maggior ragione il Sole 24 ore, che è di Confindustria: se la crescita riparte le industrie italiane ripartono, quindi… Devo dire che con Fabio Tamburini al comando le cose sembrano essersi rimesse in carreggiata, nella logica.
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Inspiegabile invece come molti giornalisti del Corriere della Sera, di Repubblica, de la Stampa, qualche volta anche de Il Giornale sembrino enfatizzare costantemente gli errori del governo facendo vedere il bicchiere mezzo vuoto, almeno questa è la mia impressione. Non avete avuto anche voi la stessa sensazione? Commentatemi sotto per favore, portatemi esempi, poi li pubblicheremo.
Il problema è che i giornalisti mainstream vorrebbero rappresentare ancora il comune buon senso italiano, della gente. Invece, mi sa, rappresentano temo interessi diversi. Guarda caso, molti prossimi a quelli della elites vendidora citata da Giulio Sapelli su Il Sussidiario: seguendo la sua tesi – da me condivisa -, costoro sono interessati a che l’Italia fallisca per poter comprarla a pezzi ed a prezzi di realizzo. Per poi vedere tutto agli stranieri. Successe precisamente questo con Montedison (il primo gruppo privato italiano, anche se non era un’azienda pubblica venne fatta indebitamente fallire dallo Stato, da un giudice per la precisione dietro pagamento di una tangente), di fatto con Telecom, con BNL, venne tentato con ENEL, fallì miseramente con Finmeccanica (ambita dai francesi, vedasi le famigerate consulenze a Nens, la ricercatrice fantasma che insegnava nella stessa scuola francese dove poi andò a lavorare Enrico Letta uscito dal Governo italiano)…. La lista è lunga.
Curioso il caso di Mauro Bottarelli de Il Sussidiario, la stessa testata dove di norma scrive Sapelli: sempre estremamente caustico col Governo attuale, ormai parrebbe tifare apertamente per una caduta del governo o quanto meno per una rottura dell’asse con il M5S. A vederlo da fuori sembrerebbe – mi posso sbagliare, ben inteso – che l’autore sia rimasto legato alle vecchie gerarchie della Lega, quelle che per molti anni rimarranno lontani dalle leve del potere, magari per questo sembra a malpartito. Mah, a capirle certe cose….
Siamo sinceri: l’Italia gialloverde sta imboccando la strada giusta, che poi è l’unica rimasta prima della troika. Fa bene a provarci. Il vantaggio – va detto – sta tutto nello stellone americano e nella volontà franco-tedesca di emanciparsi dagli USA in EUropa, in bocca al lupo!. In questo contesto va ricordato che gli USA restano la prima potenza militare ed economica mondiale e sebbene sotto attacco da interessi diciamo “alternativi” ritengo sia un bene per Roma allinearsi a Washington.
Bisogna avere le palle per sfidare apertamente gli USA. A maggior ragione visto che gli amici americani di fatto sono gli acquirenti di ultima istanza dei prodotti mondiali, il vero consumatore di ultima istanza. Cinesi e tedeschi a chi venderebbero i loro prodotti senza il consumatore USA? Magari l’idea era di far indebitare i paesi ricchi e sottomessi come l’Italia per far loro consumatore i prodotti che gli USA non vogliono più importare…
Sta volta gli è andata male. Speriamo che le prossime elezioni Midterm vedano un’ampia vittoria di Trump, soprattutto al Senato.
MD
fonte https://scenarieconomici.it/perche-parte-della-stampa-italiana-rema-contro/
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