martedì 26 gennaio 2016

Il PD è sempre dalla parte delle banche,delle multinazionali,e dei petrolieri...leggete quello che dice questo signore...


Il referendum No Triv vuole distruggere imprese e rottamare lavoratori
Non è una bufala mettiamolo subito in chiaro ,è un contributo del consigliere regionale del Pd Gianni Bessi il quale riesce a motivare una scelta scellerata legata allo stupro del territorio,alla svendita di risorse millenarie,alla cancellazione di milioni di posti di lavoro legati all'ambiente,al turismo,alla pesca,per qualche miserabile assunzione stagionale per i due mesi di approvvigionamento di quel bitume di bassa qualità che potrebbe uscire dal mare Adriatico.Sconquassi che riguarderebbero anche il resto del mediterraneo.
Questo è il Pd,un partito che guarda altrove,che fa del lecchinaggio e della svendita di tutto ciò che è italiano il suo punto di forza.
Queste persone non devono fare politica,uno può essere la più grande testa di cazzo esistente ma in quel posto deve stare per fare gli interessi dei cittadini,non il contrario questa arroganza diffusa e generalizzata deve finire.Questo partito deve sparire non è degno di essere presente nelle liste dei partiti e insieme a lui devono sparire tutti quelli che hanno contribuito a svendere e a continuare a svendere l'Italia.
Alfredo d'Ecclesia 
Ed ecco le allucinanti dichiarazioni di Gianni Bessi
Il commento del consigliere regionale Pd in Emilia Romagna, Gianni Bessi, all'indomani della decisione della Corte costituzionale che è stata salutata con entusiasmo da un fronte anti sviluppo e anti industria composto da ambientalisti, sindacalisti e politici

"Il referendum No Triv vuole distruggere imprese e rottamare lavoratori".


Io sto con i lavoratori. Solo a Ravenna sono quasi 5 mila e negli ultimi 6 mesi se ne sono persi quasi 900. E non è finita.
Il via libera da parte della Consulta al referendum ‘no triv’ è a mio parere l’ennesima occasione persa. Anzi, per essere più precisi, è l’ennesimo ostacolo che si pone lungo la strada della ripresa del Paese, che come sappiamo è difficile e non è affatto scontata.
L’effetto che avrà il referendum, aldilà del risultato, è che si produce incertezza in uno dei settori trainanti dell’economia del Paese, a più alto valore aggiunto e specializzazione. In questo modo gli investitori dell’oil&gas si ritireranno dall’Italia: in realtà lo stanno già facendo. Mentre le aziende sub contrattiste andranno in profonda crisi. Anzi stanno già soffrendo.
E vorrei ricordare a chi sostiene l’esigenza di fermare le estrazioni in mare che i primi a soffrire di uno stop alle trivellazioni saranno proprio i lavoratori delle ‘nostre aziende’ dell’impiantistica meccanica, dei servizi, dell’ingegneria, ecc. cioè quella parte della società che sta già pagando maggiormente gli effetti della lunga crisi. E ai quali non viene detto che cosa faranno domani, quale sarà la loro occupazione nel momento in cui le loro 
imprese chiuderanno i battenti.
Si tratta di migliaia di persone da Ravenna alla Basilicata all’Abruzzo ed in tutta Italia che hanno il solo difetto di sapere fare bene il proprio lavoro ma del cui futuro e delle loro famiglie pare non importi ai nuovi campioni della difesa dell’ambiente, che mentre non vuole che l’Italia si comporti come gli altri Paesi sviluppati (ieri la Norvegia ha rilasciato 56 concessioni nei suoi mari) utilizzando le proprie risorse per fare funzionare meglio l’economia e quindi il welfare, con considerevoli risparmi nella bolletta energetica nazionale ma continua a consumare quotidianamente energia, muovendosi in auto, e comparendo allegramente in televisione.
Gianni Bessi consigliere regionale Pd dell'Emilia Romagna
fonte http://formiche.net/2016/01/20/il-referendum-no-triv-vuole-distruggere-imprese-e-rottamare-lavoratori/

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