“Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare con i loro rami. Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.. Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono. Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.”
domenica 28 settembre 2014
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
è come una goccia d'acqua nel deserto ciondolante. Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi grandi pianti e grandi perdoni . - Alda Merini
Onda
La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale:
quello dell'onda del mare che da quando si forma muta ad ogni istante. (Italo Svevo)
fonte Ivetta Bono
sabato 27 settembre 2014
La verità renderà liberi
"Gli Scopi del" NWO Sono Molteplici "se non per trarre profitto Semper SIA per le multinazionali, venire la" Monsanto "profitto agroalimentare, chimico, OGM, lo vogliono imporre sul Mercato also con la Forza. Le Compagnie Aeree .... also Civili Che traggono il profitto Loro ovviamente con delle Nazioni Unite bel compenso per nebulizzare "aerosol", sopratutto per la guerra elettronica per il Controllo del Sistema Stesso: Il Bario, l'Alluminio, il Cadmio, ecc .... ecc ... "l ' E Lungo elenco non annoiarvi Voglio ", sopratutto il" Bario "E simultaneamente con l'alluminio elettro conduttivo, scaldando la ionosfera emanando le onde Stesso" ELF ":" Arma Psicotronica "per il Controllo ovviamente signori, non Siete convinti Che Stanno manipolando benissimo La Vostra ghiandola "pineale" ... basta VEDERE Oggi arrivato, SIAMO assuefatti, abituati al Sistema, Schiavi del Mercato consumistico Stesso. Se la smettessimo di Una Buona Volta this corsa al nuovo Modello di OGNI Genere, porca paletta Visto ho file di immensa per I Nuovi acquisti Ecco le ragioni per le Quali va posta Una questione: "Una bella fila di poveri illusi difronte ad Una bella schiavitù del Sistema Stesso". Le ragioni dello spruzzo nebulizzato nella multiforme Determina l'accumularsi di nuvole artificiali arefatte.Quindi non Parliamo di nuvole Normali ma chimicamente Parlando formano Una patina, velo ONU Come una cappa di cui FORSE non ce ne rendiamo Conto FORSE Ancora, ma Penso di sì Visto Che l'INFORMAZIONE Oggi c'e ed indirizzo e persistente da Rosario Marcianò "Cisterna-nemico" .Il Sistema dell'Elite Mondiale del NWO sa benissimo con Tutti i pennivendoli, burattinai, al Governo venire Stanno traendo profitto Dalla "Tax" in carbonio con la Scusa del surriscaldamento del clima. Ovviamente il surriscaldamento Climatico da Inquinamento da CO2 ..c'è e Reale ma non vogliono venire lontano Credere, i Dati Sono manipolati ci Sono risultare sussistenti reali per condurre delle delucidazioni signori destino le dovute Ricerche porca paletta il Sistema E manipolato Semper, manipolato dal Sistema del NWO, ONU bel Pretesto per trarre profitto per la "carbon tax" .. inquini Tanto ???. Le ragioni per la Quale ci prendono per il culo. Lo sappiamo in altera parte, Ma la Cosa Che mi Lascia allibito Sono i negazionisti
fonte
Gimmy Moltra
giovedì 25 settembre 2014
La poesia è come l'infanzia...di Marcia Theophilo
La poesia è come l’infanzia che vive la vertigine delle ali sul corpo.
Marcia Theophilo
Marcia Theophilo
Possa la mia anima rifiorire innamorata
"Possa la mia anima rifiorire innamorata per tutta l'esistenza."
Rudolf Steiner
Rudolf Steiner
Da dove venite...di Marcia Theophilo
Da dove venite/da dove?/ da quale tribù/da molto lontano/dove c'è ancora foresta/di alberi vivi e verdi/pieni di frutti.
Marcia Theophilo
Marcia Theophilo
Marcia Theophilo ha avuto il compito di denunciare il bello e il brutto, la meraviglia e l’osceno.
Poi sono arrivati i demoni per distruggerla, scavarla, scarnificarla, violentarla, ucciderla, incendiarla, farla sparire. Uomini violenti hanno deciso di costruire strade impossibili e spinto poveri disperati ad entrare nella foresta con il miraggio dell’oro. Uomini senza scrupoli hanno sfruttato la buona fede dei contadini, Uomini non degni di questo nome hanno ucciso e torturato e ucciso chi si opponeva ai latifondisti e agli allevatori di bestiame. Marcia Theophilo ha avuto il compito di denunciare il bello e il brutto, la meraviglia e l’osceno.
LA PINOTTI USA UN VOLO MILITARE COME UN TAXI PER TORNARE A CASA
DI RITORNO DA CARDIFF CON RENZI, IL 5 SETTEMBRE SCALA A ROMA E POI SALE SU UN FALCON CHE “CASUALMENTE” ERA DIRETTO “IN VOLO DI ADDESTRAMENTO” A GENOVA
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha usato un Falcon 50 dell’Aeronautica militare italiana per farsi accompagnare a casa a Genova, il 5 settembre scorso, approfittando di un volo di addestramento programmato dal 31esimo stormo dell’Aeronautica proprio in coincidenza con le sue necessità.
Il volo incriminato è quello del ritorno dal vertice Nato di Newport, vicino a Cardiff in Galles, organizzato dopo la crisi ucraina.
Il 4 settembre l’airbus A319 della Presidenza del Consiglio decolla da Roma con a bordo Matteo Renzi, Roberta Pinotti, Federica Mogherini e i rispettivi staff.
L’airbus A319 dotato di salottini al ritorno si è fermato a Firenze con uno scalo ad hoc per il premier e relativo costo di atterraggio e decollo per Roma.
Anche se dispone di un vero appartamento presidenziale con divano letto matrimoniale e due poltrone letto, più le 40 poltrone per gli ospiti, il presidente del Consiglio preferiva la sua casa per il week end e così l’airbus ha fatto scalo a Peretola alle 20, giusto in tempo per una cena a Pontassieve con Agnese e figli.
L’Airbus è ripartito subito per Roma.
Alle 21 e 30 Mogherini è scesa a Ciampino e si è diretta verso la sua casa nel centro di Roma mentre Roberta Pinotti, che abita a Genova, rischiava di restare bloccata nel caldo della Capitale.
L’ultimo volo da Fiumicino decollava alle 21 e 20 proprio quando l’Airbus atterrava a Ciampino.
Che fare? Il 31esimo stormo è abituato a portare in giro i politici e sa come farli felici. L’aeronautica dipende dal ministro della Difesa ed è sempre ben contenta di fare bella figura. Così all’improvviso è spuntato un volo di addestramento diretto, guarda le coincidenze, proprio a Genova.
La ministra non ha potuto dire di no e così, appena scesa dalla scaletta dell’Airbus, è risalita sul Falcon 50, un piccolo jet executive usato per i politici e le missioni umanitarie e sanitarie, da nove posti, simile a quelli amati per i loro spostamenti dai ricchi imprenditori. che apprezzano il piacere di distena quanto sia bello il volo esclusivo.
A bordo quella sera c’era un solo passeggero civile: Roberta Pinotti.
Alle 22 e 30 la ministra è scesa per godersi un sabato di riposo prima di ripartire domenica per la Festa dell’Unità di Bologna dove ha ritrovato Matteo Renzi.
Una “soffiata” ha raggiunto il gruppo parlamentare dei Cinquestelle che hanno presentato una interrogazione che cita la legge del 2011 la quale regolamenta all’articolo 3 gli ‘Aerei blu’.
I deputati enunciano la norma: “I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Corte costituzionale” e “eccezioni rispetto a questa regola devono essere specificamente autorizzata. Una volta autorizzato il volo si procede alla pubblicazione, con cadenza mensile, sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri”.
Peccato che in questo caso il volo della ministra non finirà sul sito. A dimostrazione di quanto sia semplice aggirare le norme emanate da Berlusconi, Monti e Letta in materia.
Ricordiamo che i requisiti richiesti per far decollare quella sera un volo di Stato dovevano essere per legge solo “comprovate, imprevedibili ed urgenti esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.
La replica di Roberta Pinotti.
“Il ministro – spiega il suo portavoce – aveva prenotato il 2 settembre, due giorni prima di partire per Cardiff, un volo di linea da Roma a Genova per il sabato 6 settembre alle 10 e 20 di mattina (come da mail dell’agenzia di viaggi, ndr). Nei giorni successivi ha scoperto che c’era un volo addestrativo programmato dal 31esimo stormo dell’Aeronautica da Roma a Genova in notturna con istruttore e due piloti”. Anche la scelta di Genova non sarebbe dovuta a un favore al ministro. “Quello scalo – prosegue il portavoce – come Reggio Calabria e Bolzano, è considerato particolarmente adatto per i voli di addestramento a causa dell’orografia del terreno e del frequente vento di traverso e di caduta”.
Pinotti fortunella, insomma: perde l’ultimo aereo di linea che aveva prenotato e zac, passa un volo di addestramento per casa sua…
Il volo incriminato è quello del ritorno dal vertice Nato di Newport, vicino a Cardiff in Galles, organizzato dopo la crisi ucraina.
Il 4 settembre l’airbus A319 della Presidenza del Consiglio decolla da Roma con a bordo Matteo Renzi, Roberta Pinotti, Federica Mogherini e i rispettivi staff.
L’airbus A319 dotato di salottini al ritorno si è fermato a Firenze con uno scalo ad hoc per il premier e relativo costo di atterraggio e decollo per Roma.
Anche se dispone di un vero appartamento presidenziale con divano letto matrimoniale e due poltrone letto, più le 40 poltrone per gli ospiti, il presidente del Consiglio preferiva la sua casa per il week end e così l’airbus ha fatto scalo a Peretola alle 20, giusto in tempo per una cena a Pontassieve con Agnese e figli.
L’Airbus è ripartito subito per Roma.
Alle 21 e 30 Mogherini è scesa a Ciampino e si è diretta verso la sua casa nel centro di Roma mentre Roberta Pinotti, che abita a Genova, rischiava di restare bloccata nel caldo della Capitale.
L’ultimo volo da Fiumicino decollava alle 21 e 20 proprio quando l’Airbus atterrava a Ciampino.
Che fare? Il 31esimo stormo è abituato a portare in giro i politici e sa come farli felici. L’aeronautica dipende dal ministro della Difesa ed è sempre ben contenta di fare bella figura. Così all’improvviso è spuntato un volo di addestramento diretto, guarda le coincidenze, proprio a Genova.
La ministra non ha potuto dire di no e così, appena scesa dalla scaletta dell’Airbus, è risalita sul Falcon 50, un piccolo jet executive usato per i politici e le missioni umanitarie e sanitarie, da nove posti, simile a quelli amati per i loro spostamenti dai ricchi imprenditori. che apprezzano il piacere di distena quanto sia bello il volo esclusivo.
A bordo quella sera c’era un solo passeggero civile: Roberta Pinotti.
Alle 22 e 30 la ministra è scesa per godersi un sabato di riposo prima di ripartire domenica per la Festa dell’Unità di Bologna dove ha ritrovato Matteo Renzi.
Una “soffiata” ha raggiunto il gruppo parlamentare dei Cinquestelle che hanno presentato una interrogazione che cita la legge del 2011 la quale regolamenta all’articolo 3 gli ‘Aerei blu’.
I deputati enunciano la norma: “I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Corte costituzionale” e “eccezioni rispetto a questa regola devono essere specificamente autorizzata. Una volta autorizzato il volo si procede alla pubblicazione, con cadenza mensile, sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri”.
Peccato che in questo caso il volo della ministra non finirà sul sito. A dimostrazione di quanto sia semplice aggirare le norme emanate da Berlusconi, Monti e Letta in materia.
Ricordiamo che i requisiti richiesti per far decollare quella sera un volo di Stato dovevano essere per legge solo “comprovate, imprevedibili ed urgenti esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali e l’impossibilità di provvedere ai trasferimenti con voli di linea”.
La replica di Roberta Pinotti.
“Il ministro – spiega il suo portavoce – aveva prenotato il 2 settembre, due giorni prima di partire per Cardiff, un volo di linea da Roma a Genova per il sabato 6 settembre alle 10 e 20 di mattina (come da mail dell’agenzia di viaggi, ndr). Nei giorni successivi ha scoperto che c’era un volo addestrativo programmato dal 31esimo stormo dell’Aeronautica da Roma a Genova in notturna con istruttore e due piloti”. Anche la scelta di Genova non sarebbe dovuta a un favore al ministro. “Quello scalo – prosegue il portavoce – come Reggio Calabria e Bolzano, è considerato particolarmente adatto per i voli di addestramento a causa dell’orografia del terreno e del frequente vento di traverso e di caduta”.
Pinotti fortunella, insomma: perde l’ultimo aereo di linea che aveva prenotato e zac, passa un volo di addestramento per casa sua…
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
(da “Il Fatto Quotidiano“)
RENZUSCONI, QUESTO MATRIMONIO S’HA DA FARE
UNA BELLA UNIFICAZIONE DEI PARTITI E SILVIO RISOLVE UFFICIALMENTE IL PROBLEMA DEL SUCCESSORE
Non si può più fare una battuta, che viene subito presa per un suggerimento e si avvera.
Da tempo scherziamo sul Partito Unico Renzusconi, fra patti e ripatti del Nazareno, tête-à-tête a Palazzo Chigi fra lo spregiudicato e il pregiudicato, controriforme della Costituzione, della giustizia e dell’articolo 18, grattini della Boschi a caval Donato Bruno, smancerie, toccatine, pizzini, baci e bacetti.
Bene: pare che l’ultima volta che si sono visti, B. abbia proposto a Renzi di unificare i rispettivi partiti, magari dopo aver depurato il Pd di ciò che resta dell’anima di centrosinistra con l’apposita devastazione dei diritti dei lavoratori.
Ciò gli consentirebbe di risolvere l’annoso problema della successione: perché baloccarsi ancora tra Alfano, che ormai sfugge ai radar, e Fitto, che non è mai sfuggito ai tribunali, quando c’è Matteo, il figlio adottivo prediletto?
Ora ha pure il padre inquisito per bancarotta: è la sua prova d’amore, che si vuole di più dalla vita?
Potrebbe chiamarsi Forza Pd, o Partito Demo-forzista: qualche elettore gufo, ancorato ai vecchi steccati ideologici del passato, storcerebbe il naso per un po’.
Ma poi la gran parte se ne farebbe una ragione. L’operazione garantirebbe anzitutto la governabilità: stando ai sondaggi, Forza Pd assommerebbe il 40% del Pd e il 16-17 di FI, avvicinandosi al 60.
A quel punto, anche le estenuanti discussioni sulla legge elettorale sarebbero superate: il Renzusconi governerebbe sereno, senza bisogno di premi di maggioranza, sbarramenti e altre rotture di palle.
In fondo, è quel che succede già oggi sotto mentite spoglie di una maggioranza finta (Pd, Ncd e centrini sparsi) che nasconde quella vera (i Nazareni).
Il Renzusconi finalmente depositato dal notaio avrebbe pure il pregio della chiarezza, a beneficio degli smemorati e degli sbadati.
Tutto, ormai, in Italia è figlio di babbo Silvio e del giovin Matteo.
Il rieletto presidente Napolitano, che infatti non perde occasione di ringraziare. Il governo, che vanta due berlusconiani doc come la ministra Guidi (Sviluppo) e il sottosegretario Ferri (Giustizia). Il nuovo Senato e l’Italicum.
Ma anche il nuovo Csm, dove gli 8 laici eletti dal Parlamento rappresentano tutti i partiti tranne il più votato in Italia alle ultime Politiche: i 5Stelle.
Ecco dunque 3 pidini (il sottosegretario Legnini, Fanfani e Bene) e 2 forzisti (Casellati e Zanettin, genero di Coppi e nipote del card. Parolin), col contorno dell’Ncd Leone, del montiano Balduzzi e della vendoliana Balducci (la famosa sinistra radicale). Presto avremo anche due renzusconiani alla Consulta: Violante e un forzista non indagato al posto di Bruno, sempreché ne trovino uno.
A giugno l’anticorruzione era pronta per il voto in commissione Giustizia, ma poi Renzi incontrò B.&Verdini e il governo la bloccò annunciandone una nuova di zecca, che naturalmente non è mai arrivata: Silvio non vuole.
L’autoriciclaggio era pronto l’altro giorno in commissione Finanze, ma il governo l’ha bloccato per farlo riscrivere da Boschi&Ghedini.
Il risultato, contrariamente a quel che era parso in un primo tempo, è il colpo di spugna dell’altroieri firmato dal ministro Orlando: Silvio non vuole.
Invece vuole salvare Mediaset dai guai, e dunque ecco pronto Antonio Pilati, già consulente della legge Gasparri, alla presidenza della Rai, nel frattempo rapinata dal governo di 150 milioni.
Ed ecco i saldi di fine stagione targati Agcom per far risparmiare 25 milioni a Mediaset sull’affitto delle frequenze.
Sfido io che l’Unità ed Europa chiudono: a che servono a Renzi altri due giornali di partito, quando ha già – gratis – gli house organ di Arcore, dal Foglio al Giornale, che lo turibolano e lo leccano manco fosse il loro padrone.
Del resto Ferrara e Sallusti vanno capiti: quando gli ricapita un premier che fa ciò che nemmeno B. era riuscito a fare contro i magistrati, i sindacati e i lavoratori, e per giunta tiene buona la piazza perché lui è “di sinistra”, o almeno così credono i gonzi. Vale sempre la legge di Corrado Guzzanti, nella parodia di Rutelli con la voce di Sordi: “L’Italia non è né di destra né di sinistra. L’Italia è di Berlusconi”.
Da tempo scherziamo sul Partito Unico Renzusconi, fra patti e ripatti del Nazareno, tête-à-tête a Palazzo Chigi fra lo spregiudicato e il pregiudicato, controriforme della Costituzione, della giustizia e dell’articolo 18, grattini della Boschi a caval Donato Bruno, smancerie, toccatine, pizzini, baci e bacetti.
Bene: pare che l’ultima volta che si sono visti, B. abbia proposto a Renzi di unificare i rispettivi partiti, magari dopo aver depurato il Pd di ciò che resta dell’anima di centrosinistra con l’apposita devastazione dei diritti dei lavoratori.
Ciò gli consentirebbe di risolvere l’annoso problema della successione: perché baloccarsi ancora tra Alfano, che ormai sfugge ai radar, e Fitto, che non è mai sfuggito ai tribunali, quando c’è Matteo, il figlio adottivo prediletto?
Ora ha pure il padre inquisito per bancarotta: è la sua prova d’amore, che si vuole di più dalla vita?
Potrebbe chiamarsi Forza Pd, o Partito Demo-forzista: qualche elettore gufo, ancorato ai vecchi steccati ideologici del passato, storcerebbe il naso per un po’.
Ma poi la gran parte se ne farebbe una ragione. L’operazione garantirebbe anzitutto la governabilità: stando ai sondaggi, Forza Pd assommerebbe il 40% del Pd e il 16-17 di FI, avvicinandosi al 60.
A quel punto, anche le estenuanti discussioni sulla legge elettorale sarebbero superate: il Renzusconi governerebbe sereno, senza bisogno di premi di maggioranza, sbarramenti e altre rotture di palle.
In fondo, è quel che succede già oggi sotto mentite spoglie di una maggioranza finta (Pd, Ncd e centrini sparsi) che nasconde quella vera (i Nazareni).
Il Renzusconi finalmente depositato dal notaio avrebbe pure il pregio della chiarezza, a beneficio degli smemorati e degli sbadati.
Tutto, ormai, in Italia è figlio di babbo Silvio e del giovin Matteo.
Il rieletto presidente Napolitano, che infatti non perde occasione di ringraziare. Il governo, che vanta due berlusconiani doc come la ministra Guidi (Sviluppo) e il sottosegretario Ferri (Giustizia). Il nuovo Senato e l’Italicum.
Ma anche il nuovo Csm, dove gli 8 laici eletti dal Parlamento rappresentano tutti i partiti tranne il più votato in Italia alle ultime Politiche: i 5Stelle.
Ecco dunque 3 pidini (il sottosegretario Legnini, Fanfani e Bene) e 2 forzisti (Casellati e Zanettin, genero di Coppi e nipote del card. Parolin), col contorno dell’Ncd Leone, del montiano Balduzzi e della vendoliana Balducci (la famosa sinistra radicale). Presto avremo anche due renzusconiani alla Consulta: Violante e un forzista non indagato al posto di Bruno, sempreché ne trovino uno.
A giugno l’anticorruzione era pronta per il voto in commissione Giustizia, ma poi Renzi incontrò B.&Verdini e il governo la bloccò annunciandone una nuova di zecca, che naturalmente non è mai arrivata: Silvio non vuole.
L’autoriciclaggio era pronto l’altro giorno in commissione Finanze, ma il governo l’ha bloccato per farlo riscrivere da Boschi&Ghedini.
Il risultato, contrariamente a quel che era parso in un primo tempo, è il colpo di spugna dell’altroieri firmato dal ministro Orlando: Silvio non vuole.
Invece vuole salvare Mediaset dai guai, e dunque ecco pronto Antonio Pilati, già consulente della legge Gasparri, alla presidenza della Rai, nel frattempo rapinata dal governo di 150 milioni.
Ed ecco i saldi di fine stagione targati Agcom per far risparmiare 25 milioni a Mediaset sull’affitto delle frequenze.
Sfido io che l’Unità ed Europa chiudono: a che servono a Renzi altri due giornali di partito, quando ha già – gratis – gli house organ di Arcore, dal Foglio al Giornale, che lo turibolano e lo leccano manco fosse il loro padrone.
Del resto Ferrara e Sallusti vanno capiti: quando gli ricapita un premier che fa ciò che nemmeno B. era riuscito a fare contro i magistrati, i sindacati e i lavoratori, e per giunta tiene buona la piazza perché lui è “di sinistra”, o almeno così credono i gonzi. Vale sempre la legge di Corrado Guzzanti, nella parodia di Rutelli con la voce di Sordi: “L’Italia non è né di destra né di sinistra. L’Italia è di Berlusconi”.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano“)
(da “Il Fatto Quotidiano“)
LE DUE FACCE DI RENZI: AMBIENTALISTA A NEW YORK, TRIVELLATORE IN ITALIA
ALLA CONFERENZA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI FA L’ECOLOGISTA, AL GOVERNO IN ITALIA PENSA SOLO AD AUTORIZZARE ATTIVITA’ ESTRATTIVE E A BLOCCARE LE RINNOVABILI
“Bellezza è la parola che voglio introdurre nel dibattito sul climate change“.
La stessa bellezza che in Italia non vogliamo tutelare, trivellando i nostri mari.
“Il cambiamento climatico è la sfida del nostro tempo. Lo dice la scienza: non c’è tempo da perdere, la politica deve fare la propria parte“.
È per questo che abbiamo deciso di snellire, con il decreto “Sblocca Italia“, i processi di autorizzazione di nuove attività estrattive a mare, prevedendo per molti progetti l’irrilevanza della valutazione di impatto ambientale e impedendo a cittadini, “comitatini” e governi regionali di esprimere la propria opinione.
“L’impegno dell’Italia continua sui numeri: ad agosto 2014, il 45% delle elettricità in Italia proveniva da fonti rinnovabili“.
Per questa ragione abbiamo deciso di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, attaccandole addirittura retroattivamente, con il decreto “spalma-incentivi”, scoraggiando così qualsiasi investimento nel settore.
E infine: “È fondamentale raggiungere a Parigi nel 2015 un accordo globale e vincolante in difesa del clima. I nostri figli si attendono che questo accordo sia vincolante“.
Ed è per questo che l’Italia, Presidente di turno dell’Unione Europea, non si è ancora espressa in favore di tre obiettivi ambiziosi e vincolanti per l’Ue al 2030; tutto questo alla vigilia del decisivo Consiglio Europeo del 23-24 Ottobre.
Queste contraddizioni in libertà – ai limiti della commedia dell’assurdo – non sono altro che lo specchio del panorama energetico italiano.
A pronunciarle, il capo del governo Matteo Renzi, ieri a New York per la conferenza Onu sui cambiamenti climatici.
Evento durante cui si è vantato del ruolo delle rinnovabili in Italia, affermando che la lotta ai cambiamenti climatici è urgente e fondamentale, e che i nostri figli si aspettano che si faccia qualcosa subito.
Ha però omesso di spiegare quello che si sta facendo realmente in Italia: attaccare retroattivamente le rinnovabili, allontanando così dal nostro Paese qualsiasi investimento in tecnologia verde e innovazione, per puntare dritti sulle trivellazioni – in particolare in mare – per tirare fuori quelle poche gocce di petrolio che, secondo i dati dello stesso Ministero dello Sviluppo, non coprirebbero neppure due mesi dei consumi nazionali di petrolio.
Sono forse queste le azioni che i nostri figli si auspicano per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi?
Sono questi i provvedimenti che oltre un milione di persone, scese solo tre giorni fa in strada in tutto il mondo, hanno chiesto per difendere il Pianeta su cui viviamo?
È definendo “comitatini” le popolazioni locali che si oppongono alle fonti fossili, poiché ne vivono ogni giorno sulla propria pelle gli effetti, che si vuole dare un futuro migliore ai cittadini?
Non sappiamo se il Presidente del Consiglio sia stato fulminato sulla via di New York, e abbia davvero compreso la delicatezza del momento, come tristemente suggerito anche dalle ultime alluvioni nel Gargano e a Firenze.
Noi ci limitiamo a giudicare i fatti – che per ora testimoniano solo la svolta fossile del governo Renzi – e a opporci con tutte le nostre forze all’uso del carbone e del petrolio. Perché, come dice il premier, “la lotta al cambiamento climatico è un segno di responsabilità verso il futuro“.
E, aggiungiamo noi, il futuro non è fossile.
Il futuro è rinnovabile.
La stessa bellezza che in Italia non vogliamo tutelare, trivellando i nostri mari.
“Il cambiamento climatico è la sfida del nostro tempo. Lo dice la scienza: non c’è tempo da perdere, la politica deve fare la propria parte“.
È per questo che abbiamo deciso di snellire, con il decreto “Sblocca Italia“, i processi di autorizzazione di nuove attività estrattive a mare, prevedendo per molti progetti l’irrilevanza della valutazione di impatto ambientale e impedendo a cittadini, “comitatini” e governi regionali di esprimere la propria opinione.
“L’impegno dell’Italia continua sui numeri: ad agosto 2014, il 45% delle elettricità in Italia proveniva da fonti rinnovabili“.
Per questa ragione abbiamo deciso di bloccare lo sviluppo delle rinnovabili, attaccandole addirittura retroattivamente, con il decreto “spalma-incentivi”, scoraggiando così qualsiasi investimento nel settore.
E infine: “È fondamentale raggiungere a Parigi nel 2015 un accordo globale e vincolante in difesa del clima. I nostri figli si attendono che questo accordo sia vincolante“.
Ed è per questo che l’Italia, Presidente di turno dell’Unione Europea, non si è ancora espressa in favore di tre obiettivi ambiziosi e vincolanti per l’Ue al 2030; tutto questo alla vigilia del decisivo Consiglio Europeo del 23-24 Ottobre.
Queste contraddizioni in libertà – ai limiti della commedia dell’assurdo – non sono altro che lo specchio del panorama energetico italiano.
A pronunciarle, il capo del governo Matteo Renzi, ieri a New York per la conferenza Onu sui cambiamenti climatici.
Evento durante cui si è vantato del ruolo delle rinnovabili in Italia, affermando che la lotta ai cambiamenti climatici è urgente e fondamentale, e che i nostri figli si aspettano che si faccia qualcosa subito.
Ha però omesso di spiegare quello che si sta facendo realmente in Italia: attaccare retroattivamente le rinnovabili, allontanando così dal nostro Paese qualsiasi investimento in tecnologia verde e innovazione, per puntare dritti sulle trivellazioni – in particolare in mare – per tirare fuori quelle poche gocce di petrolio che, secondo i dati dello stesso Ministero dello Sviluppo, non coprirebbero neppure due mesi dei consumi nazionali di petrolio.
Sono forse queste le azioni che i nostri figli si auspicano per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi centigradi?
Sono questi i provvedimenti che oltre un milione di persone, scese solo tre giorni fa in strada in tutto il mondo, hanno chiesto per difendere il Pianeta su cui viviamo?
È definendo “comitatini” le popolazioni locali che si oppongono alle fonti fossili, poiché ne vivono ogni giorno sulla propria pelle gli effetti, che si vuole dare un futuro migliore ai cittadini?
Non sappiamo se il Presidente del Consiglio sia stato fulminato sulla via di New York, e abbia davvero compreso la delicatezza del momento, come tristemente suggerito anche dalle ultime alluvioni nel Gargano e a Firenze.
Noi ci limitiamo a giudicare i fatti – che per ora testimoniano solo la svolta fossile del governo Renzi – e a opporci con tutte le nostre forze all’uso del carbone e del petrolio. Perché, come dice il premier, “la lotta al cambiamento climatico è un segno di responsabilità verso il futuro“.
E, aggiungiamo noi, il futuro non è fossile.
Il futuro è rinnovabile.
Greenpeace
Organizzazione internazionale no profit
Organizzazione internazionale no profit
IL CORRIERE AFFONDA RENZI: PUZZA DI MASSONI DIETRO IL PATTO CON BERLUSCONI
LE REAZIONI ALL’EDITORIALE DEL DIRETTORE DE BORTOLI CHE DENUNCIA L’ARROGANZA DEL PREMIER E LA DEBOLEZZA DEI MINISTRI… ARRIVA IN SOCCORSO MARCHIONNE, AZIONISTA DI RCS
Perché il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli attacca così frontalmente il premier Matteo Renzi?
Perché evoca la troika, i segreti del patto del Nazareno e, a questo proposito, sente lo “stantio odore della massoneria”?
Spiegazione giornalistica: ieri il Corriere ha cambiato formato e grafica, ci voleva un editoriale del direttore e De Bortoli è riuscito a scriverne uno che ha reso imperdibile la lettura del giornale.
Ma il Corriere è anche il giornale dei poteri (un tempo) forti, quello che la loggia P2 comprò con i soldi del banco Ambrosiano di Roberto Calvi e nel cui azionariato tormentato tuttora si scontrano gli ultimi frequentatori dei salotti della finanza, Diego Della Valle contro Giovanni Bazoli di Intesa e la Fiat di Sergio Marchionne e John Elkann.
E se il Corriere sfiducia il governo – a cui non ha mai riconosciuto grandi meriti – nei palazzi romani si passa la giornata a cercare il mandante o almeno un’interpretazione.
De Bortoli parla di “muscolarità che tradisce debolezza”e di una squadra di ministri “di una debolezza disarmante” (tranne Pier Carlo Padoan all’Economia), uomini e donne scelti in base alla fedeltà invece che alla competenza.
Osservazioni molto condivise in quei settori di impresa e finanza che hanno accolto con entusiasmo Renzi ma ora non vedono alcun miracolo.
Basta leggere il Sole 24 Ore di Confindustria o gli editoriali di Wolfgang Munchau sul Financial Times.
Soltanto Sergio Marchionne, che si prepara ad accogliere Renzi alla Chrysler a Detroit e invoca la riforma dell’articolo 18, rimane decisamente renziano: “L’editoriale del Corriere? Normalmente non lo leggo”.
Parole che evocano quelle che usò Silvio Berlusconi nel 2008 quando suggerì a Giulio Anselmi della Stampa e a Paolo Mieli del Corriere di “cambiare mestiere”.
I due direttori furono cacciati.
De Bortoli non corre lo stesso rischio perché è già stato licenziato, se ne andrà in primavera come da accordi con l’azienda, dopo ripetuti scontri con l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane.
Per lunghi mesi, quindi, De Bortoli sarà al comando ma libero – più del solito – di dire quello che vuole.
E allora avanti con le suggestioni, a metà tra fantapolitica e analisi.
Renzi aveva attaccato in Parlamento, con toni intimidatori, proprio il Corriere, reo di aver dato notizia dell’indagine per corruzione internazionale su Claudio Descalzi, il manager scelto dal governo per la guida dell’Eni.
E il premier, il 16 settembre, alla Camera attacca: “Non permettiamo a un avviso di garanzia citofonato sui giornali o a uno scoop di cambiare la politica industriale nazionale”.
E allora, zac, De Bortoli risponde alle minacce con l’editoriale “Il nemico allo specchio”.
Il sito Dagospia riferisce anche che il premier avrebbe protestato perché da via Solferino avevano mandato un inviato nell’albergo delle vacanze presidenziali a Forte dei Marmi.
Ma queste sono minuzie che non appassionano chi preferisce vedere disegni più vasti dietro l’attacco del Corriere.
Tipo: Mario Draghi ha ormai deciso di lasciare la Bce l’anno prossimo per andare al Quirinale, dove Renzi non lo vuole perché si troverebbe commissariato, De Bortoli supporta Draghi e asseconda quei poteri che sarebbero rassicurati dal vedere il banchiere centrale al vertice della politica italiana (peccato che non è affatto detto che Draghi voglia e possa andarsene da Francoforte senza destabilizzare i mercati mondiali).
Infine l’ipotesi più ardita: il direttore del Corriere pensa alla politica, ma non come sindaco di Milano (ipotesi di cui si discute da anni), bensì come portabandiera di uno schieramento alternativo al Pd renziano.
I salotti non hanno più un loro uomo, visto che l’ambizioso Corrado Passera convince poco.
Fantapolitica a parte, resta quel riferimento sorprendente alla massoneria.
Forse De Bortoli ha indiscrezioni su indagini fiorentine?
Siti e personaggi dalla discutibile attendibilità sostengono che ci siano legami tra Tiziano Renzi, il papà, Denis Verdini (Forza Italia) e logge toscane.
Illazioni mai dimostrate.
Dall’America Renzi commenta solo così: “Auguri al Corriere per la nuova grafica”.
In privato si limita a dire: “Se c’è una cosa che è lontana da me e da mio padre è la massoneria”.
Vedremo se De Bortoli e i suoi cronisti produrranno elementi per smentirlo.
Perché evoca la troika, i segreti del patto del Nazareno e, a questo proposito, sente lo “stantio odore della massoneria”?
Spiegazione giornalistica: ieri il Corriere ha cambiato formato e grafica, ci voleva un editoriale del direttore e De Bortoli è riuscito a scriverne uno che ha reso imperdibile la lettura del giornale.
Ma il Corriere è anche il giornale dei poteri (un tempo) forti, quello che la loggia P2 comprò con i soldi del banco Ambrosiano di Roberto Calvi e nel cui azionariato tormentato tuttora si scontrano gli ultimi frequentatori dei salotti della finanza, Diego Della Valle contro Giovanni Bazoli di Intesa e la Fiat di Sergio Marchionne e John Elkann.
E se il Corriere sfiducia il governo – a cui non ha mai riconosciuto grandi meriti – nei palazzi romani si passa la giornata a cercare il mandante o almeno un’interpretazione.
De Bortoli parla di “muscolarità che tradisce debolezza”e di una squadra di ministri “di una debolezza disarmante” (tranne Pier Carlo Padoan all’Economia), uomini e donne scelti in base alla fedeltà invece che alla competenza.
Osservazioni molto condivise in quei settori di impresa e finanza che hanno accolto con entusiasmo Renzi ma ora non vedono alcun miracolo.
Basta leggere il Sole 24 Ore di Confindustria o gli editoriali di Wolfgang Munchau sul Financial Times.
Soltanto Sergio Marchionne, che si prepara ad accogliere Renzi alla Chrysler a Detroit e invoca la riforma dell’articolo 18, rimane decisamente renziano: “L’editoriale del Corriere? Normalmente non lo leggo”.
Parole che evocano quelle che usò Silvio Berlusconi nel 2008 quando suggerì a Giulio Anselmi della Stampa e a Paolo Mieli del Corriere di “cambiare mestiere”.
I due direttori furono cacciati.
De Bortoli non corre lo stesso rischio perché è già stato licenziato, se ne andrà in primavera come da accordi con l’azienda, dopo ripetuti scontri con l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane.
Per lunghi mesi, quindi, De Bortoli sarà al comando ma libero – più del solito – di dire quello che vuole.
E allora avanti con le suggestioni, a metà tra fantapolitica e analisi.
Renzi aveva attaccato in Parlamento, con toni intimidatori, proprio il Corriere, reo di aver dato notizia dell’indagine per corruzione internazionale su Claudio Descalzi, il manager scelto dal governo per la guida dell’Eni.
E il premier, il 16 settembre, alla Camera attacca: “Non permettiamo a un avviso di garanzia citofonato sui giornali o a uno scoop di cambiare la politica industriale nazionale”.
E allora, zac, De Bortoli risponde alle minacce con l’editoriale “Il nemico allo specchio”.
Il sito Dagospia riferisce anche che il premier avrebbe protestato perché da via Solferino avevano mandato un inviato nell’albergo delle vacanze presidenziali a Forte dei Marmi.
Ma queste sono minuzie che non appassionano chi preferisce vedere disegni più vasti dietro l’attacco del Corriere.
Tipo: Mario Draghi ha ormai deciso di lasciare la Bce l’anno prossimo per andare al Quirinale, dove Renzi non lo vuole perché si troverebbe commissariato, De Bortoli supporta Draghi e asseconda quei poteri che sarebbero rassicurati dal vedere il banchiere centrale al vertice della politica italiana (peccato che non è affatto detto che Draghi voglia e possa andarsene da Francoforte senza destabilizzare i mercati mondiali).
Infine l’ipotesi più ardita: il direttore del Corriere pensa alla politica, ma non come sindaco di Milano (ipotesi di cui si discute da anni), bensì come portabandiera di uno schieramento alternativo al Pd renziano.
I salotti non hanno più un loro uomo, visto che l’ambizioso Corrado Passera convince poco.
Fantapolitica a parte, resta quel riferimento sorprendente alla massoneria.
Forse De Bortoli ha indiscrezioni su indagini fiorentine?
Siti e personaggi dalla discutibile attendibilità sostengono che ci siano legami tra Tiziano Renzi, il papà, Denis Verdini (Forza Italia) e logge toscane.
Illazioni mai dimostrate.
Dall’America Renzi commenta solo così: “Auguri al Corriere per la nuova grafica”.
In privato si limita a dire: “Se c’è una cosa che è lontana da me e da mio padre è la massoneria”.
Vedremo se De Bortoli e i suoi cronisti produrranno elementi per smentirlo.
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano“)
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Perché l’Ucraina non si riprenderà mai la Crimea
Saker Russia Insider – Vineyard Saker
Il ministro della Difesa ucraino Valerij Geletej difficilmente è una persona credibile. Non solo recentemente ha detto che la Russia aveva minacciato l’Ucraina di attacchi nucleari, ma ha anche detto a un giornalista ucraino che la Russia aveva già compiuto due attacchi nucleari tattici sulla città di Lugansk (chiaramente per spiegare la ritirata delle forze ucraine da lì). La junta poi ha negato la storia e incolpato il giornalista che per primo l’ha resa pubblica. Nonostante tali buffonate, Geletej ha comunque catturato l’attenzione del mondo quando ha promesso alla Rada che l’Ucraina avrebbe ripreso la Crimea ed organizzato la parata della vittoria a Sebastopoli. La Rada (il parlamento ucraino) ha salutato la promessa con una standing ovation. La verità è che non accadrà mai. Ecco perché:
Entro il 2020 la Russia avrà completato il seguente piano di difesa:
•86,7 miliardi di rubli saranno spesi per modernizzare la Flotta del Mar Nero. I piani di modernizzazione comprendono il dispiegamento delle ultra-moderne fregate Projekt 11.356 e degli avanzati sottomarini d’attacco diesel-elettrici Projekt 636.3.
• Un gruppo distaccato dell’esercito, come a Kaliningrad, sarà formato e verrà creata una base per bombardieri. La componente delle forze terrestri comprende una brigata d’assalto aerea, una brigata Spetsnaz, una brigata di fanteria di marina e una brigata di fucilieri motorizzati. In precedenza, altre fonti hanno parlato di uno o due brigate aeroportate, due o tre brigate di fucilieri motorizzati e una brigata carri.
• L’aeronautica russa prevede d’implementare in Crimea i bombardieri Tupolev Tu-22M3 Backfire, che potranno difenderla non solo da qualsiasi minaccia navale, ma anche distruggere le componenti chiave del sistema antimissili balistici USA/NATO ora schierato in Europa meridionale.
• Infine, la Crimea sarà difesa da missili della difesa costiera, sistemi di difesa aerea e missili da crociera antinave.
In altre parole, la Crimea diventerà una formidabile piazzaforte, una portaerei inaffondabile se si vuole, posizione ideale per la proiezione di potenza delle forze militari russe su Europa meridionale, Balcani, Mediterraneo, Medio Oriente, Caucaso e Asia centrale. Nessuna meraviglia che USA/NATO ci siano rimasti così male.
Parlando di Stati Uniti e NATO, molto è detto sulla presenza di navi dell’US Navy nel Mar Nero. In realtà, l’US Navy non costituisce una minaccia per la Russia, almeno non nel Mar Nero. Il Mar Nero è un mare piccolo, almeno per gli standard dell’US Navy, dove una sua nave, sott’acqua o in superficie, sarà bersaglio delle forze russe, in particolare degli attacchi missilistici. L’US Navy sa che tali suoi vascelli fanno nel Mar Nero ciò che si chiama “mostrare bandiera”. Questo non ha nulla a che fare con minacciare la Russia o la Crimea. Se gli Stati Uniti davvero volessero minacciare la Russia, l’ultima cosa che l’US Navy farebbe è entrare nel Mar Nero. L’US Navy è un marina oceanica, una “blue water navy” che combatte a lunga distanza e non sui mari litoranei delle “acque verdi”, tanto meno nelle “acque marroni” dei mari costieri. Infine, la storia ha dimostrato che la Crimea è ideale per la difesa ed assai difficile da occupare. Via terra, la Crimea è accessibile solo da poche strade aperte e indifese a nord. Secoli di guerra l’hanno trasformata in una groviera di strutture come gallerie, bunker e fortificazioni sotterranee.
Ultimo ma non meno importante, la Crimea è ormai già completamente integrata nel Distretto Militare meridionale dell’esercito russo (con base a Rostov sul Don) e come tale avrà il pieno sostegno di tutte le forze armate russe.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/24/perche-lucraina-non-si-riprendera-mai-la-crimea/
Il ministro della Difesa ucraino Valerij Geletej difficilmente è una persona credibile. Non solo recentemente ha detto che la Russia aveva minacciato l’Ucraina di attacchi nucleari, ma ha anche detto a un giornalista ucraino che la Russia aveva già compiuto due attacchi nucleari tattici sulla città di Lugansk (chiaramente per spiegare la ritirata delle forze ucraine da lì). La junta poi ha negato la storia e incolpato il giornalista che per primo l’ha resa pubblica. Nonostante tali buffonate, Geletej ha comunque catturato l’attenzione del mondo quando ha promesso alla Rada che l’Ucraina avrebbe ripreso la Crimea ed organizzato la parata della vittoria a Sebastopoli. La Rada (il parlamento ucraino) ha salutato la promessa con una standing ovation. La verità è che non accadrà mai. Ecco perché:
Entro il 2020 la Russia avrà completato il seguente piano di difesa:
•86,7 miliardi di rubli saranno spesi per modernizzare la Flotta del Mar Nero. I piani di modernizzazione comprendono il dispiegamento delle ultra-moderne fregate Projekt 11.356 e degli avanzati sottomarini d’attacco diesel-elettrici Projekt 636.3.
• Un gruppo distaccato dell’esercito, come a Kaliningrad, sarà formato e verrà creata una base per bombardieri. La componente delle forze terrestri comprende una brigata d’assalto aerea, una brigata Spetsnaz, una brigata di fanteria di marina e una brigata di fucilieri motorizzati. In precedenza, altre fonti hanno parlato di uno o due brigate aeroportate, due o tre brigate di fucilieri motorizzati e una brigata carri.
• L’aeronautica russa prevede d’implementare in Crimea i bombardieri Tupolev Tu-22M3 Backfire, che potranno difenderla non solo da qualsiasi minaccia navale, ma anche distruggere le componenti chiave del sistema antimissili balistici USA/NATO ora schierato in Europa meridionale.
• Infine, la Crimea sarà difesa da missili della difesa costiera, sistemi di difesa aerea e missili da crociera antinave.
In altre parole, la Crimea diventerà una formidabile piazzaforte, una portaerei inaffondabile se si vuole, posizione ideale per la proiezione di potenza delle forze militari russe su Europa meridionale, Balcani, Mediterraneo, Medio Oriente, Caucaso e Asia centrale. Nessuna meraviglia che USA/NATO ci siano rimasti così male.
Parlando di Stati Uniti e NATO, molto è detto sulla presenza di navi dell’US Navy nel Mar Nero. In realtà, l’US Navy non costituisce una minaccia per la Russia, almeno non nel Mar Nero. Il Mar Nero è un mare piccolo, almeno per gli standard dell’US Navy, dove una sua nave, sott’acqua o in superficie, sarà bersaglio delle forze russe, in particolare degli attacchi missilistici. L’US Navy sa che tali suoi vascelli fanno nel Mar Nero ciò che si chiama “mostrare bandiera”. Questo non ha nulla a che fare con minacciare la Russia o la Crimea. Se gli Stati Uniti davvero volessero minacciare la Russia, l’ultima cosa che l’US Navy farebbe è entrare nel Mar Nero. L’US Navy è un marina oceanica, una “blue water navy” che combatte a lunga distanza e non sui mari litoranei delle “acque verdi”, tanto meno nelle “acque marroni” dei mari costieri. Infine, la storia ha dimostrato che la Crimea è ideale per la difesa ed assai difficile da occupare. Via terra, la Crimea è accessibile solo da poche strade aperte e indifese a nord. Secoli di guerra l’hanno trasformata in una groviera di strutture come gallerie, bunker e fortificazioni sotterranee.
Ultimo ma non meno importante, la Crimea è ormai già completamente integrata nel Distretto Militare meridionale dell’esercito russo (con base a Rostov sul Don) e come tale avrà il pieno sostegno di tutte le forze armate russe.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/24/perche-lucraina-non-si-riprendera-mai-la-crimea/
Cortisone: 5 alternative naturali
ALTERNATIVE NATURALI AL CORTISONE - I farmaci al cortisone vengono non di rado utilizzati per curare diversi tipi di patologie, in particolare allergie, infiammazioni, problemi articolari, ecc. Il cortisone non è affatto un farmaco da demonizzare, in alcuni casi è davvero un “salva vita”, nelle situazioni meno gravi però si può spesso sostituire con alcune alternative naturali.
Quando possibile, meglio evitare il cortisone che se da una parte dà una risposta molto rapida al problema per cui lo stiamo assumendo, dall’altra non è esente da effetti collaterali (soprattutto se preso per lunghi periodi) come gonfiori, aumento della pressione e della glicemia, irritabilità, variazioni nel peso, abbassamento delle difese immunitarie e altro.
Con cosa possiamo sostituirlo (sempre dopo averne parlato con il proprio medico)?
Ecco 5 alternative naturali al cortisone:
RIBES NIGRUM
Il rimedio cortison-like certamente più conosciuto e apprezzato è il ribes nigrum, ovvero il ribes nero particolarmente efficace sotto forma di gemmoterapico (cioè quello estratto dalle gemme della pianta). Esistono diversi studi che hanno comprovato la sua azione simile a quella del cortisone anche se certamente più lenta. Questa pianta è in grado di ridurre l’infiammazione e modulare la risposta immunitaria, soprattutto in caso di allergie. A seconda del disturbo che si vuole fronteggiare è necessario intraprendere trattamenti diversi, se si vogliono ottenere dei buoni risultati è sempre meglio affidarsi al parere di un esperto che magari integrerà la terapia a base di ribes nigrum anche con qualche altro rimedio naturale.
CURCUMINA
La curcumina è il principio attivo più importante presente nella curcuma, una spezia di cui abbiamo già molte volte parlato per via delle sue straordinarie proprietà. Gli studi su questo principio attivo sono sempre più numerosi giorno dopo giorno e confermano tutte le caratteristiche che già si conoscono: potenti effetti antinfiammatori e addiritutta possibili benefici nella lotta contro il cancro. L’efficacia antinfiammatoria di questa sostanza si è rivelata molto simile a quella di farmaci come il cortisone e il fenilbutazone, soprattutto nelle fasi acute delle malattie e ovviamente senza effetti collaterali. Per avere dei benefici, però, la dose da assumere è alta, non basta dunque la normale assunzione alimentare. Perciò, anche in questo caso, è sempre meglio chiedere aiuto ad un esperto.
Leggi anche: Curcuma: le straordinarie proprieta' curative
CARDIOSPERMUM HALICACABUM
Questa pianta rampicante, della famiglia delle saponifere, è generalmente poco conosciuta ma è già dagli anni ’70 che ha dimostrato effetti cortison-like. Sono stati effettuati numerosi studi per valutare le sue potenzialità antinfiammatorie e antiallergiche e i risultati sono stati sempre molto incoraggianti. Ad avere queste proprietà sono in particolare i fitosteroli contenuti nelle sommità fiorite della pianta, che vengono utilizzati soprattutto per realizzare creme ad uso topico perfette per chi soffre di pelle sensibile ad allergie e infiammazioni di vario genere come gli eczemi. A differenza del cortisone, il Cardiospermum Halicacabum si può usare anche per lunghi periodi dato che è molto ben tollerato.
REISHI
Il Ganoderma lucidum, o Reishi, è un fungo tipico di Cina e Giappone che da qualche anno è stato al centro di diverse ricerche scientifiche che ne hanno evidenziato le potenzialità antinfiammatorie e antiallergiche tanto che adesso può essere inserito a tutti gli effetti tra le alternative naturali al cortisone. In particolare la sua efficacia simile al farmaco è stata provata già negli anni ’90 dal professor Stavinoha, farmacologo dell’Università del Texas, che mise a confronto gli effetti del fungo con quelli del diclofenac. Per ottenere buoni risultati con il Reishi è necessario assumerlo sotto forma di compresse, facendo attenzione ad acquistare un prodotto di qualità. E’ molto importante però sapere anche quanto assumerne, le dosi variano a seconda della patologia che si vuole curare. Dato anche il costo non proprio per tutte le tasche di questo prodotto, si rende necessario l’aiuto di un esperto che possa consigliare tempi e modi della terapia.
ZENZERO
Diverse ricerche hanno mostrato anche le svariate proprietà benefiche dello zenzero, tra cui anche quella di essere un efficace antinfiammatorio. In particolare uno studio effettuato all’Università di Copenhagen ha voluto mettere a confronto la sua efficacia contro l’artrite (sia reumatoide che osteoartrite) confrontandola con quella di farmaci come ibuprofene e cortisone. I risultati hanno evidenziato come l’ibuprofene non sia utile in questi casi mentre invece ottimi benefici sono stati ottenuti sia con il cortisone che con l’estratto di zenzero. Sembra dunque che anche i principi attivi contenuti in questa spezia andrebbero tenuti maggiormente in considerazione come rimedi naturali per le infiammazioni, vista anche l’assenza di effetti collaterali.
greenMe.it: sarò buon* con la Terra
http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14349-cortisone-alternative-naturali
Quando possibile, meglio evitare il cortisone che se da una parte dà una risposta molto rapida al problema per cui lo stiamo assumendo, dall’altra non è esente da effetti collaterali (soprattutto se preso per lunghi periodi) come gonfiori, aumento della pressione e della glicemia, irritabilità, variazioni nel peso, abbassamento delle difese immunitarie e altro.
Con cosa possiamo sostituirlo (sempre dopo averne parlato con il proprio medico)?
Ecco 5 alternative naturali al cortisone:
RIBES NIGRUM
Il rimedio cortison-like certamente più conosciuto e apprezzato è il ribes nigrum, ovvero il ribes nero particolarmente efficace sotto forma di gemmoterapico (cioè quello estratto dalle gemme della pianta). Esistono diversi studi che hanno comprovato la sua azione simile a quella del cortisone anche se certamente più lenta. Questa pianta è in grado di ridurre l’infiammazione e modulare la risposta immunitaria, soprattutto in caso di allergie. A seconda del disturbo che si vuole fronteggiare è necessario intraprendere trattamenti diversi, se si vogliono ottenere dei buoni risultati è sempre meglio affidarsi al parere di un esperto che magari integrerà la terapia a base di ribes nigrum anche con qualche altro rimedio naturale.
CURCUMINA
La curcumina è il principio attivo più importante presente nella curcuma, una spezia di cui abbiamo già molte volte parlato per via delle sue straordinarie proprietà. Gli studi su questo principio attivo sono sempre più numerosi giorno dopo giorno e confermano tutte le caratteristiche che già si conoscono: potenti effetti antinfiammatori e addiritutta possibili benefici nella lotta contro il cancro. L’efficacia antinfiammatoria di questa sostanza si è rivelata molto simile a quella di farmaci come il cortisone e il fenilbutazone, soprattutto nelle fasi acute delle malattie e ovviamente senza effetti collaterali. Per avere dei benefici, però, la dose da assumere è alta, non basta dunque la normale assunzione alimentare. Perciò, anche in questo caso, è sempre meglio chiedere aiuto ad un esperto.
Leggi anche: Curcuma: le straordinarie proprieta' curative
CARDIOSPERMUM HALICACABUM
Questa pianta rampicante, della famiglia delle saponifere, è generalmente poco conosciuta ma è già dagli anni ’70 che ha dimostrato effetti cortison-like. Sono stati effettuati numerosi studi per valutare le sue potenzialità antinfiammatorie e antiallergiche e i risultati sono stati sempre molto incoraggianti. Ad avere queste proprietà sono in particolare i fitosteroli contenuti nelle sommità fiorite della pianta, che vengono utilizzati soprattutto per realizzare creme ad uso topico perfette per chi soffre di pelle sensibile ad allergie e infiammazioni di vario genere come gli eczemi. A differenza del cortisone, il Cardiospermum Halicacabum si può usare anche per lunghi periodi dato che è molto ben tollerato.
REISHI
Il Ganoderma lucidum, o Reishi, è un fungo tipico di Cina e Giappone che da qualche anno è stato al centro di diverse ricerche scientifiche che ne hanno evidenziato le potenzialità antinfiammatorie e antiallergiche tanto che adesso può essere inserito a tutti gli effetti tra le alternative naturali al cortisone. In particolare la sua efficacia simile al farmaco è stata provata già negli anni ’90 dal professor Stavinoha, farmacologo dell’Università del Texas, che mise a confronto gli effetti del fungo con quelli del diclofenac. Per ottenere buoni risultati con il Reishi è necessario assumerlo sotto forma di compresse, facendo attenzione ad acquistare un prodotto di qualità. E’ molto importante però sapere anche quanto assumerne, le dosi variano a seconda della patologia che si vuole curare. Dato anche il costo non proprio per tutte le tasche di questo prodotto, si rende necessario l’aiuto di un esperto che possa consigliare tempi e modi della terapia.
ZENZERO
Diverse ricerche hanno mostrato anche le svariate proprietà benefiche dello zenzero, tra cui anche quella di essere un efficace antinfiammatorio. In particolare uno studio effettuato all’Università di Copenhagen ha voluto mettere a confronto la sua efficacia contro l’artrite (sia reumatoide che osteoartrite) confrontandola con quella di farmaci come ibuprofene e cortisone. I risultati hanno evidenziato come l’ibuprofene non sia utile in questi casi mentre invece ottimi benefici sono stati ottenuti sia con il cortisone che con l’estratto di zenzero. Sembra dunque che anche i principi attivi contenuti in questa spezia andrebbero tenuti maggiormente in considerazione come rimedi naturali per le infiammazioni, vista anche l’assenza di effetti collaterali.
greenMe.it: sarò buon* con la Terra
http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14349-cortisone-alternative-naturali
mercoledì 24 settembre 2014
Stanno trasformando il pianeta davanti ai nostri occhi.
La geoingegneria clandestina è una terribile realtà. Ogni
giorno, centinaia di aereomobili (civili e militari) si adoperano per
diffondere nell’atmosfera tonnellate di composti bio-chimici di natura ed
origine imprecisata. Da terra, efficienti parabole bombardano il tutto con onde
elettromagnetiche.
Tali operazioni sono appannaggio degli alti comandi militari
sovranazionali e godono di una fitta e compatta rete di protezione ed
occultamento. E’ superfluo ricordare come si sia al di fuori di un seppur vago
controllo democratico. La bio-geo-ingegneria è quindi una vastissima operazione
che si svolge attualmente in un regime di clandestinità e che, imperversando da
vari decenni sui cieli di tutto il pianeta, numerosi ricercatori indipendenti
hanno definito come un processo di ‘terraforming’, ossia di modifica
sostanziale ed irreversibile delle caratteristiche tipiche della biosfera del
Pianeta. Accanto a tale terrifica realtà, occorre a mio parere associare altre
operazioni subdole in corso di modifica degli ecosistemi. Mi riferisco alla
creazione e diffusione di organismi OGM (organismi geneticamente modificati) od
alla diffusione di apparati per la diffusione di onde elettromagnetiche, oppure
all’uso indiscriminato di elementi chimici nell’agricoltura e nell’industria
alimentare. Tali operazioni, considerate nel complesso, conducono a figurarsi
un pianeta sottoposto a pressioni inaudite di cui solo alcuni, evidentemente,
conoscono il fine. Occorre infine considerare la mole impressionante di
apparati elettronici sparsi per il pianeta e le operazioni di propaganda a
favore di un punto di fusione prossimo tra organico ed inorganico, naturale ed
artificiale, umano e cibernetico in un mondo distopico immaginato come prossimo
venturo. Gli effetti di questa pressione sono ormai evidenti. Il clima naturale
non esiste più, sostituito dalla sua gestione artificiale, con il fine di
esasperare le condizioni climatiche normali, causando inondazioni, oppure
siccità oppure eventi estremi, utilizzando il clima come un’arma contro
l’umanità. Le alberature, soprattutto quelle secolari, sono in agonia. Palme,
cipressi, pini, querce, ulivi e noci sono in evidente affanno e, trattandosi di
specie molto diverse tra di loro, a nulla valgono le ‘scuse’ consuete degli
agronomi su quel parassita o virus o fungo che sia. Tutte le alberature sono in
difficoltà e sono quindi oggetto dei loro parassiti specifici. Gli esseri umani
non se la cavano meglio. Se la durata della vita si è di poco allungata, la
salute della terza età è peggiorata ma soprattutto colpiscono le statistiche
sulla fertilità maschile e femminile in evidente e drammatico calo in tutto il
pianeta. La fecondazione assistita sembra essere lo stadio ‘normale’ di questo
futuro distopico, in cui scelta degli embrioni (in esecuzione di una sottesa
eugenetica) diverrà probabilmente consuetudine. Il pianeta Terra tra vent’anni
potrebbe essere irriconoscibile eppure simile ad oggi, sempre che ci sarà
allora qualche essere umano in grado di ricordare, osservare e comparare, dato
che è anche il quoziente intellettivo umano in netto calo negli ultimi decenni.
Un uomo cablato, generato dall’artificio, uno schiavo senziente, sordo ed
insensibile potrebbe essere il risultato di tali pressioni sull’umanità. Un
pianeta instabile, ostile e sterile e popolato da animali transgenici, il
risultato sul piano ambientale. In questo quadretto poco edificante, cosa
resterà dell’umanità? Prede e predatori in un contesto ‘acrilico’? E’ evidente
come da questo ferale progetto manchi del tutto l’anima: aspirazioni, sogni,
illusioni, sentimenti, amori, percezioni e sfumature della mente non sono
evidentemente previste in questo futuro entropico, freddo ed oscuro, sicuro
appannaggio di mostri senz’anima.
http://freeskies.over-blog.com/
http://terraoffline.altervista.org/stanno-trasformado-pianeta-davanti-nostri-occhi/
http://terraoffline.altervista.org/stanno-trasformado-pianeta-davanti-nostri-occhi/
"Ormai non è più in mio potere controllare il cuore.
"Ormai non è più in mio potere controllare il cuore.
Conosco dove hanno di casa il cuore, gli altri.
Dentro il petto, si sa.
Per me invece
è impazzita l’anatomia.
È tutto cuore,
romba dappertutto."
- Vladimir Majakovskij
Conosco dove hanno di casa il cuore, gli altri.
Dentro il petto, si sa.
Per me invece
è impazzita l’anatomia.
È tutto cuore,
romba dappertutto."
- Vladimir Majakovskij
Se l'Europa firma il TTIP con gli Usa, rinuncerà al diritto di proteggere i propri cittadini" Joseph Stiglitz
“Se si abbassano retribuzioni, stipendi e pensioni, se si indeboliscono gli ammortizzatori sociali, scenderà la domanda aggregata e si inaspriranno i problemi dell'occupazione e il quadro macroeconomico”. “La deregolamentazione del mercato del lavoro, che sta avvenendo nei Paesi dell'Eurozona, non genera nuovi posti di lavoro”, ha sottolineato Stiglitz. E ha aggiunto: “L'Europa non deve firmare l'accordo di libero scambio con gli Usa, un accordo dove la merce di scambio sono l'ambiente e la sicurezza”. "Gli Usa non vogliono un vero accordo di libero scambio, vogliono favorire alcuni interessi specifici. Se l'Europa firma, rinuncerà al diritto di proteggere i propri cittadini" Joseph Stiglitz
Miti e dei...di Marcia Theophilo
Miti e dei costituiscono un legame tra il mondo terreno e quello trascendente riflettendo la comunione di chi lo ha creato con l’ambiente fisico attraverso quel dialogo intimo e naturale che solo glia antichi popoli stabilivano con l’universo. E’ il linguaggio proprio del canto delle acque, nitida e fantastica associazione degli elementi concreti e irraggiungibili della natura. Dalle acque emergono le più grandi ispirazioni mitologiche:lo spirito del cosmo è naturalmente insito nei fiumi, negli alberi. negli animali. L’essere umano non è più sacro di un albero così come i fiumi portano dentro di loro l’anima dei boschi e delle foreste. E’ così che natura e storia si conoscono e si incontrano
Marcia Theophilo.
Marcia Theophilo.
Sono sempre felice
https://www.facebook.com/SabrinaSalerno.official/photos/a.250308288315416.73760.249507351728843/701367666542807/?type=1&theater
NON TOCCATE IL RE ... NEPPURE A PAROLE
DUE VILIPESI E DUE MISURE - STORACE RISCHIA 5 ANNI DI GALERA PER AVER DEFINITO “INDEGNO” NAPOLITANO, MONARCA ASSOLUTO E INATTACCABILE
Feltri: “Il reato di vilipendio, eredità medievale, può esistere solo in Italia, dove noi comuni mortali siamo sudditi e se diciamo che il re è nudo o vestito male, guai: in cella. E quei fannulloni dei parlamentari si girano i pollici. Brutti, sporchi, corrotti e lazzaroni. Ci fosse uno che li rottama sul serio”...
Premessa necessaria affinché il lettore si regoli: Francesco Storace, vecchio fascistone, ex portavoce di Gianfranco Fini ai tempi in cui anche questi era un fascistone, è un amico caro. Quindi l'articolo che mi accingo a scrivere è viziato dalla simpatia che nutro per lui. Aggiungo tuttavia che lo vergherei anche qualora egli mi stesse sulle scatole, dato che è vittima di una clamorosa e insopportabile ingiustizia. Basti pensare che rischia di finire in galera per una bischerata ovvero un reato che tale non è, se valutato secondo logica e alla luce degli attuali orientamenti del diritto.
La vicenda è la seguente. Storace nel 2007 è protagonista di una polemica politica. Ce l'ha con i senatori a vita che ogni due per tre vanno in soccorso di Romano Prodi, allora premier traballante a causa di una maggioranza esigua a suo sostegno. Tra le più assidue stampelle del presidente del Consiglio dell'epoca, c'era il premio Nobel Rita Levi Montalcini (quasi centenaria ma allora viva e vispa), la quale, in caso di necessità, si precipitava a Palazzo Madama allo scopo di appoggiare il governo in difficoltà numerica.
Niente di eccezionale. Sennonché Storace, di fronte allo spettacolo dei Matusalemme sempre pronti a dire signorsì al Professore, ebbe l'ardire di sfotterli un po', in forma bonaria. In particolare prese di mira - ma senza esagerare nei toni - la signora Montalcini, definita appunto «stampella».
E fin qui nulla di strano. Infatti il sostantivo stampella non sarà elegantissimo se rivolto a una donna illustre, ma nemmeno va considerata un'insolenza. Il presidente Giorgio Napolitano però si irritò e dichiarò che era ora di smetterla di attaccare la scienziata, e i colleghi che le andavano appresso nel tenere in piedi Prodi, e aggiunse che era indegno prendere in giro lei e gli altri. Al che il sanguigno Storace rispose: «Indegno semmai sarà il capo dello Stato». Secondo il dizionario Zingarelli (e altri dizionari), «indegno» significa non meritevole di qualcosa. Pertanto non è un insulto o un'offesa.
Nonostante ciò il povero Storace, benché parlamentare, fu denunciato per vilipendio al presidente della Repubblica su iniziativa di non ricordo chi, forse un procuratore o sostituto procuratore. Sembrava una sciocchezza destinata a esaurirsi in una risata. Manco per niente. Si dà il caso che i procedimenti giudiziari per vilipendio a sua maestà residente al Quirinale debbano essere - per non arenarsi - autorizzati dal ministro della Giustizia che, in quel periodo, era Clemente Mastella, un garantista a intermittenza, tanto è vero che egli, anziché gettare la pratica nel cestino della carta straccia, la inoltrò come legittima.
Dai fatti sono trascorsi ben sette anni. Tutti ce ne eravamo dimenticati, convinti che una cretinata simile non potesse che essere stata archiviata. Invece no. Se le bugie hanno le gambe corte, ahimè le schifezze le hanno lunghe e tra un mese il camerata Storace sarà processato con l'imputazione sopra citata: vilipendio, reato punibile con una pena da 1 a 5 anni di carcere. Solo un Paese ubriaco o comunque rimbambito mantiene in vita una norma del genere, e in effetti stiamo parlando dell'Italia dove i ladri più famosi e gli assassini più feroci la fanno franca, ma se uno dice che il presidente è indegno viene trascinato nelle patrie galere.
Si rende conto il lettore dell'assurdità di questa storia? Da notare che Storace, dopo l'incidente, incontrò Napolitano con il quale si rappacificò. Una stretta di mano e amen. Non è stato sufficiente. La memoria d'elefante della legge prevale sul buon senso e il processo, tardivo ma puntuale come il destino, è alle porte. Va sottolineato che Storace, indignato quanto basta, è deciso, se sarà condannato, a non ricorrere in appello e a farsi ingabbiare. Se la pena sarà superiore ai 2 anni, scatterà la legge Severino in base alla quale il condannato sarà estromesso dai pubblici uffici, non più candidabile, esattamente come Silvio Berlusconi. Sarebbe uno scandalo senza precedenti.
In attesa del verdetto, non resta che scagliarsi contro il potere legislativo il quale non ha mai abrogato i reati di opinione ossia quelli che non esistono in nessun Paese democratico tranne il nostro che, difatti, democratico non è, visto che potenzialmente manda in carcere anche i giornalisti colpevoli di diffamazione a mezzo stampa, infischiandosene di una circostanza significativa: nel mondo occidentale chi diffama paga in soldoni e non con la carcerazione. La libertà di pensiero non si concilia con la prigione, ma solo con la ragione.
Lo stesso discorso vale per il vilipendio, eredità medievale. Tutti i cittadini, dal capo dello Stato all'ultimo pirla, se vengono offesi nella loro reputazione, querelano e il tribunale decide chi ha torto e chi ha ragione. In Italia, no. Noi comuni mortali siamo sudditi e se diciamo che il re è nudo o vestito male, guai: in cella. E quei fannulloni dei parlamentari che potrebbero cambiare i codici senza spendere un euro, invece di lavorare, si girano i pollici. Brutti, sporchi, corrotti e lazzaroni. Ci fosse uno che li rottama sul serio.
(Tratto da: Fonte)
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