venerdì 15 maggio 2020

I MEDIA CHE BILL GATES PAGA (non tutti)

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“La Gates Foundation sovvenziona,  in misura  centinaia di migliaia e spesso milioni di dollari, imprese  mediatiche come NBC Universal, Al Jazeera, BBC, Viacom (CBS,  tv satellitari nel mondo,   ma anche Paramount) e Participant Media…. Sia Gates che la Gates Foundation sono azionisti con grosse quote  in Comcast [il titano della tv via cavo,telefonia e internet], che è il principale investitore in Buzzfeed [gigante del web] e Vox, nonché la società madre di MSNBC e NBC News:   quest’ultima  ha collaborato con Gates e altri noti esperti dell’istruzione come Exxon e University di Phoenix Online per la settimana scolastica “Education Week” della scuola charter. ”
Questa interessante rivelazione è fornita da FAIR (Fairness and Accuracy in Reporting, ossia “Onestà e precisione nel giornalismo”), un gruppo  che controlla criticamente  i media. (https://fair.org/ )
Non è una rivelazione fresca. FAIR ne ha scritto il 4 settembre 2016, commentando un articolo del britannico Guardian (di sinistra), straordinariamente elogiativo del fato che, nello stato africano di Liberia,  120 scuole elementari erano affidate a”ditte private e ONG” . Nell’articolo,  la Fondazione Gates viene indicata come sponsor della benefica impresa. Quello che il Guardian non disse, è che della “impresa privata” pedagogica operante Bill Gates è un grande investitore ,   avendo  investito,  in questa “startup dell’istruzione”  insieme al co-fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e al co-fondatore di eBay Pierre Omidyar, $ 100 milioni”. 
FAIR segnalava qui un conflitto d’interesse: si trattava  di un investimento personale a scopo di lucro per Gates, non una donazione di beneficenza. Ciò  è ovviamente illegale essendo le Fondazioni “non a scopo di lucro”,  e per questo esentate da  tassazione.
Perché  il Guardian non lo ha fatto notare?, chiese FAIR. E rispose: perché benché dichiari nella testata di essere  “indipendente da qualsiasi sponsorizzazione”,   nel  2014  la  Guardian News Media Limited (l’editrice del giornale) ha ricevuto dalla Gates Foundation una donazione di  5,69  milioni di dollari”.
Aggiungiamo dunque il Guardian a Le Monde fra gli “autorevoli” quotidiani  che Gates paga e   di cui, dunque, influenza la linea. Il Guardian ha ricambiato con articoli su “la visione del mondo della Gates Foundation”, e argomenti come “Bill Gates: Digital Learning rivoluzionerà l’educazione nel sud del mondo ” (1/22/15 ).
La FAIR ha più volte  documentato gli articoli –sviolinata su  Gate, la sua “visione” e i suoi “progetti” filantropici  del Los Angeles Times ( 24/08/15 ), di ABC ( 18/03/14 );  parte di una forte e molto finanziata campagna della Fondazione per promuovere quelle che vengono chiamate “scuole charter”:  scuole primarie o secondare, laiche,  con larga autonomia  gestite da imprese   private  – alcune  persino da hedge funds  – con co-finanziamento pubblico. E’ una attività  in cui i Gates ma anche Zuckerberg ed altri miliardari hanno gettato centinaia di milioni.  La  concorrenza  di  queste, spesso, ha portato alla chiusura delle scuole pubbliche vicine, specie nei quartieri miserabili,c on interruzione della frequenza dei giovani studenti. Lo  scopo? “L’interruzione è esattamente ciò che vogliono “artisti” del calibro di DeVos, Zuckerberg e Gates” , spiega Jeremy Mohler    di  In the Public Interest , un’organizzazione no profit che studia beni e servizi pubblici:  “Vogliono che l’istruzione pubblica sia come un mercato, in cui i consigli di amministrazione privati ​​possano decidere se ascoltare i genitori o meno, dominano grandi catene ,  dove  le scuole aprono e chiudono dall’oggi al domani in una costante ondata di “innovazione”.
“La Gates Foundation,  ha donato $ 650 milioni a progetti che promuovono priorità educative come scuole charter, test e “efficacia dell’insegnante” negli ultimi due anni e mezzo ( Washington Post , 7/12/10), ha assegnato borse a alcuni stati  perché assumano specialisti per aiutare nel processo di digitalizzazione dell’insegnamento , e per influire in Race to the Top, una competizione nazionale fra scuole ed alunni,  voluta da Obama  con l’idea di migliorare la qualità dell’insegnamento, e finanziata a livello federale con 4,4 miliardi.
Promuovere la salute e l’istruzione  nel mondo”  è la descrizione che i media “amici” danno di questo gigantesco impegno  per influire ideologicamente sulla formazione delle giovaniu generazione e  la privatizzazione della funzione pubblica  più importante, ricavando pure un profitto. Nell’aprile 2009, in un insolito articolo, il New York Times ha  riferito un’informazione che apre un mondo : la Gates Foundation  collaborava  con  le  Case  e i Network tv   per scrivere e plasmare storie  e  “incorporare” i messaggi desiderati  nelle fictoin  della prima serata:
“La Bill e  Melinda Gates Foundation  è ben nota  per i suoi innumerevoli progetti in tutto il mondo per promuovere la salute e l’istruzione”, scriveva il quotidiano:
“È meno nota come influencer dietro le quinte degli atteggiamenti  del  pubblico  su  questi temi [vaccini, istruzione] , contribuendo a modellare le trame,  e inserire messaggi in spettacoli popolari come gli spettacoli televisivi ER , Law & Order (della NBC): SVU e Private Practice (della catena ABC). I messaggi della fondazione sulla prevenzione dell’HIV, la sicurezza chirurgica e la diffusione di malattie infettive si sono fatti strada in questi spettacoli”.
Che dire? Non solo praticamente tutti i megafoni importanti del mondo anglofono sono così controllati da Bill Gates e non possono  certo contrastare  la sua ideologia (“visione”) malthusiana e vaccinista;  anche nelle fiction popolari plasma i “valori” e le opinioni.  Dato che è insieme il finanziatore di farmaceutiche  specializzate in vaccini, e il principale donatore privato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità(che è un organo delle Nazioni Unite, quasi il “ministero della Sanità” dell’auspicato Governo Mondiale), bisogna evocare ciò che oggi tutti (economisti, governi e  media) hanno dimenticato  anche se era noto a Marx: che il capitalismo, lasciato senza freni ai suoi animal spirits, non   produce “concorrenza”,  “competizione”, “innovazione creativa”   come pretende la sua leggenda rosa, ma al contrario:produce, a forza di concentrazioni, mega-monopoli.  E si sa –   si sapeva  –  che monopoli privati così giganteschi,  sono fattori d’immobilismo  e di arretratezza.
Ora, Bill Gates non è  né un medico, né un pedagogo;  appartiene invece a questa categoria  sommamente pericolosa: è un monopolista privato.  Il più grande dei monopolisti – e  come tale è  un colossale rentier: la sua  immane ricchezza, oltre i 100 miliardi,  non gli viene da alcuna creatività e innovazione. Gli viene dal fatto che “anche oggi i rivenditori di computer sono costretti a pagare una licenza di utilizzo Microsoft per ogni unità venduta”,  allo stesso modo in cui nell’Ancien Régime il feudatario faceva paagre la gabella a chi passava per le  strade di sua proprietà.  E  anche la sua  Microsoft  s’è imposta come standard nel settore PC, “nonostante non fosse ne l’unico né il migliore sistema operativo per Personal Computer”;  soffocando  ( nel migliore dei casi  comprando) i concorrenti che sorgono, boicottandoli, facendoli morire o riducendo ai margini del mercato.  .
Eppure v’è stato un tempo in cui gli Stati Uniti, ossia   lo stesso  paradiso del capitalismo privato,  seppe  combattere e debellare i grandi monopoli privati, vedendone il pericolo per l’ordine stesso  del libero mercato e il fattore di arretratezza che imponeva.  E  lo  fece con i mezzi giuridici,  propri dello “stato di diritto”.
Nel 1890, la Standard  Oil dei Rockefeller controllava quasi il 90%  del business petrolifero americano, dalla estrazione alla raffinazione alla canalizzazione e alla vendita. Fu approvata  dal Congresso  la  Sherman Antitrust Act, la legge in base alla quale Rockefeller venne obbligato a  smembrare in otto società il suo colosso. Fu una battaglia durissima, che durò quasi un ventennio.    Nel 1909,   il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti fece causa allo Standard ai sensi della legge  Sherman Antitrust Act del 1890.  Il miliardario fu   trovato colpevole in giudizio  di “pratiche discriminatorie  mediante monopolizzazione delle condutture, pratiche sleali verso i concorrenti come l’abbassamento dei prezzi locali  (dumping)  per reprimere la concorrenza,  spionaggio a danno dei competitori,  operazioni con società fittizie  fintamente indipendenti,  pagamento di sconti sul greggio per lo stesso intento”.
Sono quasi  tutti capi d’accusa che si possono  applicare al Microsoft, per chi conosce la storia della discutibile ascesa di Bill  Gates, infinitamente meno geniale nel software di quanto si è rivelato abile nel campo legale, giudiziario e delle licenze-capestro, che lo rendono appunto  il grande, feudale  rentier  che è.
Quello che manca  è “il giudice a  Berlino”  su cui poteva far  serenamente conto il mugnaio contro Federico imperatore.
Negli anni Trenta, nominato da Roosevelt a presiedere la Commissione d’ inchiesta sulla crisi finanziaria seguita al crollo di Wall Street, Ferdinand Pecora  –  nato in Sicilia a Nicosia  nel 1882 –    mette  in inferiorità , con precise e documentate accuse,  i più potenti finanzieri e banchieri americani, svelandone le  truffe e loschi intrighi,   la vendita di titoli tossici o spazzatura ad ignari investitori,  incentivata da “premi” ai trader,  frutto di complesse e illegali azioni orchestrate da esponenti della finanza, dell’ economia  e  della loro collusione con esponenti della politica   –   mostrando come le loro azioni insieme stupide e senza scrupoli avessero provocato la crisi del ’29.  Grazie ai risultati ottenuti con il lavoro di Pecora, fu possibile   emanare la Glass Steagall  Act, la legge che vieta la commistione tra banca commerciale e la banca d’affari (speculativa).
Purpose was to investigate the causes of the 1929 stock market crash. Concluded that conflicts of interest between commercial and investment banking contributed to the crash.
Di Ferdinand Pecora si celebrano la competenza, il  carattere impavido ,   l’incorruttibilità, uniti al profondo senso dello “Stato di diritto”.  Nel governo globale che sta formandosi coi suoi  miliardari che  hanno enormi rendite – perché Gates  non  è il solo, basta pensare agli Zuckerberg, i Bezos,  ai Soros –  con cui  comprano gli organi del potere sovrannazionale (dall’OMS alla UE), l’idea stessa di stato di diritto è scomparsa.
Nel  Governo Unico Mondiale,  non c’è un giudice.

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