martedì 28 gennaio 2020

LA VIA DEL TRANSURFER



Rapportarsi alla vita

Bisogna rapportarsi alla vita con più semplicità. Non trascurare, ma nemmeno abbellire; pensare di meno a come sono le persone, se buone o cattive, e accettare il mondo così com’è, nelle sue ordinarie manifestazioni. [...] Accettatevi così come siete. Permettetevi il lusso di essere voi stessi. Non esaltate e non sminuite i vostri meriti e i vostri difetti. Aspirate a raggiungere una tranquillità interiore: non siete né importanti, né insignificanti. Se la vostra situazione dipende fortemente da qualche evento, cercate un’alternativa di riserva. [...] Non puntate mai su una carta, per quanto sicura essa possa essere! [...] Il senso dell’umore è, per eccellenza, la negazione dell’importanza, la caricatura dell’importanza. [...] Non vantatevi mai e in nessuna occasione di nulla, nemmeno di quello che avete giustamente meritato e tantomeno di quello che non avete ancora raggiunto. È controproducente, perché le forze equilibratrici in questo caso agiranno sempre contro di voi. VZ



Una volta, nei tempi passati, tutti erano arbitri del loro destino, giacché sapevano che la realtà ha due forme, una fisica e una metafisica.
Gli Arbitri vedevano e capivano la sostanza del mondo speculare, sapevano creare la propria realtà con la forza del pensiero.
Ma non fu così a lungo. L'attenzione degli Arbitri, col tempo, finì per rimanere definitivamente intrappolata nella realtà materiale.

Smisero di Vedere e persero la Forza.
Il Sapere, tuttavia, non si disperse.
È giunto fino ai giorni nostri, oltrepassando il buio dei millenni.
Vadim Zeland


Così, ad esempio, una donna che odia gli alcolisti, se li ritroverà sempre davanti nella sua realtà. Come sapete, ciò che vi dà fastidio è proprio ciò che possiede i vostri pensieri. Non solo, ma per soprammercato entra in gioco la polarizzazione creata dal potenziale superfluo. Succede così che i fattori irritanti vengono attratti dallo strato del mondo di una persona come la limatura di ferro viene attratta da una calamita.
Alla fine, se la donna del nostro esempio eccellerà nel suo odio nei confronti degli ubriaconi, questi ultimi finiranno col popolare totalmente lo strato del suo mondo, che si troverà invaso da una caterva di beoni appiccicosi, barcollanti o stesi a terra. Beoni saranno tutti i suoi uomini e beoni diventeranno i suoi figli.
Allo stesso modo, un uomo che nel profondo della sua anima è consapevole di essere lontano dalla perfezione e perciò cerca di convincere se stesso che tutte le donne sono delle puttane, o, nel migliore dei casi, delle stupide, incontrerà sempre donne di questo tipo. Le donne “di lega superiore” vivranno ben lontano dal suo strato, giacché egli stesso ha fatto la sua scelta e l’ha annunciata al mondo.

“Le azioni mentali sono vere e proprie azioni.
Il pensiero è un’azione reale, è una forza dinamica ed è ormai un fatto certo che è estremamente contagioso; in verità è più contagioso delle epidemie.
Un pensiero di affetto, operante in voi, suscita un pensiero di affetto nelle altre persone, con le quali venite in contatto. Un pensiero d’ira di un uomo in collera produce una vibrazione simile in coloro che lo circondano. Si trasferisce da un cervello all’altro ed agisce anche sulle persone che stanno molto lontane, condizionandole ed eccitandole.
Un pensiero di gioia in voi, produce pensieri di gioia in altri. Non vi sentite forse colmi di gioia e di intenso piacere alla vista di un gruppo di bambini che giocano e saltano di felicità?
Un nostro pensiero di gioia, crea un eguale pensiero gioioso negli altri. Perciò coltivate sempre pensieri sublimi ed elevati, perchè il pensiero è estremamente contagioso.
Mantenete il cuore giovane. Non pensate mai: “Io sto diventando vecchio”. Il pensiero “io sto diventando vecchio” è una pessima abitudine da sradicare subito. Cercate di non avere mai questo pensiero. A sessant’anni dite a voi stessi: “ne ho sedici”. Diverrete ciò che pensate. Affermando questo, si afferma una grande verità psicologica: “un uomo diventa quello che pensa”. Questa è una grande verità, certissima ed evidentissima. Pensate: “sono forte” e forte diverrete. Pensate: “sono debole” e debole diverrete. Pensate: “sono pazzo” e pazzo diverrete. Pensate: “sono saggio” e saggio diverrete.
Soltanto il pensiero modella e plasma l’uomo. Ogni persona vive sempre in un mondo di pensieri ed ha il suo particolare mondo di pensieri.
L’immaginazione compie meraviglie, poichè il pensiero ha una sua forza infinita ed è, come abbiamo detto, un elemento solido. Il vostro presente è il risultato dei vostri pensieri passati ed il vostro futuro sarà secondo i votri pensieri attuali. Se pensate giustamente parlerete e agirete con giustizia. La parola e l’azione sono portate a seguire i pensieri”.
Swami Sivananda La potenza del pensiero

ORIGINE DELLE DELUSIONI AFFETTIVE - Abbiamo sùbito, nel corso dei secoli, un lunghissimo e logorante condizionamento sociale che ci ha convinti che solo l’amore con un’altra persona possa permettere alla nostra anima di sentirsi perfetta, unita e realizzata fisicamente. Questa “tortura psichica” si è sovrapposta all’unica verità: ovvero che l’anima è una scintilla divina e per sua natura è individuale. E’ un frammento perfetto di Dio. L’anima rappresenta già la perfezione e non necessita che la sua completezza dipenda da un’altra anima che, tra l’altro, è anch’essa unica e irripetibile.

L’amore basta all’amore così come l’anima basta a se stessa. La sua felicità è nel suo riconoscersi perfetta e nel suo sentirsi completamente unita al tutto. Ma se questa sensazione di unicità, divinità e connessione viene persa, allora essa cerca nel mondo relativo qualcosa che non può e non potrà mai appagarla fino in fondo. Questo vuol dire che fino a quando non ci renderemo conto che siamo straordinari, che siamo unici, che siamo irripetibili e che siamo già l’incarnazione di una perfetta unità di spirito e materia, di cielo e terra e di maschile e femminile insieme, sentiremo un’ancestrale ed atavica “mancanza”. E fintantoché non capiremo questo, ci sentiremo la metà della mela che va alla ricerca dell’altra metà per sentirsi completa. Il grande dramma è che ci hanno persuasi fino a convincerci che noi siamo delle metà che hanno bisogno della loro parte mancante per essere felici. Ma il punto è che non ci manca niente! Stiamo sognando!

Tutto questo potrebbe essere evitato e guarito semplicemente superando la paura (falsa e indotta) di “rimanere soli”. È falsa perché nessuno insegna agli esseri umani che ognuno è perfetto, che ha tutto dentro di sé, che la gioia più grande non è chiedere energia agli altri e mendicare l’amore, ma condividere con gioia ciò che si ha nel cuore. Il frutto più prezioso del proprio cuore lo si può conoscere solo stando soli e attraversando interamente la propria paura di sentirsi inadeguati e incompleti. E poi si scopre che era soltanto una paura senza senso, ma lo si capisce dopo…
Andrea Zurlini


«È come una locanda l’essere umano,
ogni mattina qualcuno che arriva,
gioia, tristezza, squallore,
rapidi e fuggevoli si presentano alla coscienza,
visitatori inattesi.
[…]
Pensieri cupi, vergogna, risentimenti:
apri loro la tua porta ridendo, invitali a entrare.
Ringrazia chiunque si presenti,
perché è una guida
che ti è stata mandata da lontano.»
Jalāl ad-Dīn Muhammad Rūmī, poeta persiano del XIII secolo«

Non ha senso, per esempio, ripetere: "Non ho niente di cui aver paura e niente di cui preoccuparmi" se la causa dell'agitazione rimane al suo posto. Tanto più che l'affermazione dev'essere espressa in forma positiva. Al posto della ripetizione all'infinito di quello che volete evitare, programmatevi sul risultato che volete ottenere. Per esempio, sarebbe meglio sostituire l'affermazione negativa: "Non ho paura e non mi preoccupo", con quella positiva "Mi riesce tutto", indicando concretamente che cosa propriamente vi riesce per non avere motivi di preoccupazione. Fate attenzione: bisogna dire "tutto mi riesce" e non "tutto mi riuscirà". Se formulate le affermazioni al futuro, il futuro non diventerà mai presente ma si trasformerà in un'oasi in qualche punto davanti a voi nel tempo. Dovete sintonizzare i parametri della vostra emissione così come se aveste già quello che ordinate. VZ
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

Voglio fermamente ottenere l'oggetto del mio desiderio. Per me è una questione di vita o di morte. A qualsiasi costo dovrò ottenerlo. Ci investirò tutte le mie forze".

La seconda: "Bene, ho deciso che otterrò l'oggetto del mio desiderio. Io, infatti, voglio così. E allora dove sta il problema? Avrò quello che voglio e punto".

Non è difficile capire quale delle due posizioni risulterà vincente. VZ

Più precisamente: a un certo punto bisogna smettere di studiare il vecchio e bisogna cominciare a creare da soli qualcosa di nuovo. Anzi, non creare ma prendere, pescando lì, dal posto in cui si prendono tutte le scoperte e tutti i capolavori: dall’Eternità. Al fine di avere l’accesso alle informazioni contenute nello spazio delle varianti, dovete gettare un fondamento di saperi elementari relativi alla sfera d’attività che vi interessa.
Senza questo fondamento non potrete sintonizzarvi sul settore corrispondente dello spazio delle varianti, in altri termini, non potrete collegarvi con la banca dati. Una volta che avrete assimilato le informazioni di base, potete anche dimenticarvi di quello che vi hanno insegnato. A partire da questo momento potrete fare da soli le scoperte o creare nuovi capolavori.
Vz

Ma ci sono persone che in ogni situazione sbagliano: ovunque si trovino, scelgono sempre la parte negativa, e soffriranno. E ci sono persone - e io definisco intelligenti quelle persone, e vorrei che la mia gente fosse intelligente... ovunque vi trovate, cercate di godervi la situazione.
Nella mia infanzia è successo: una volta mio padre era molto in collera, per cui mi chiuse a chiave nel bagno. Io meditai! Che altro fare...? Dopo tre, quattro ore, lui si preoccupò. Era nel negozio, ma a disagio. Si preoccupò di cosa mi fosse successo, e da casa non era arrivata alcuna notizia - la mamma non aveva mandato alcun messaggio, nessun servitore era venuto a dirgli cosa mi era accaduto. Ero scomparso? O cos'altro? Oppure qualcuno aveva aperto la porta del bagno? Per cui non riuscì a lavorare, dovette venire a vedere.
Si avvicinò e ascoltò e c'era silenzio. Bussò e io gli dissi: "Non disturbarmi." Quella fu l'ultima volta che mi punì a quel modo. Non aveva senso! Disse: "Ero così preoccupato che non riuscivo a stare in negozio - sono dovuto venire."
Dissi: “Che assurdità! lo mi stavo divertendo."
Nella mia scuola, durante l'infanzia, nella seconda elementare, il mio insegnante era molto severo e aveva l'abitudine di punire ordinando: "Fai sette giri di corsa intorno alla scuola, svelto!" E mi diede questa punizione - fai sette giri - dissi: "Perché non diciassette?" Chiese: "Sei matto?'' Dissi: “Un esercizio così bello... lo vorrei fare ogni mattina!"
E iniziai a farlo tutte le mattine. Mi vedeva e si dava dei colpi in testa - diceva che avevo distrutto la sua punizione, facendone un esercizio. L'avevo usato! A quel punto smise di punirmi.
Perché non usare un'opportunità, qualsiasi essa sia? E se sei attento, puoi cogliere opportunità ovunque - perfino la prigione, puoi usarla come una grossa opportunità. Viceversa, ci sono persone libere sotto il cielo che non usano quell'opportunità.
Denaro o non denaro, casa o non casa... ciò che conta non è ciò che dovresti avere: l'importante è ciò che dovresti fare, qualsiasi cosa tu abbia.
Lo vedi? La mia enfasi è del tutto diversa. Tu scompari... e poi lasci che le cose accadano. Se ti senti bene a vivere nel mondo degli affari, allora questo sarà naturale, perché esistono negozianti nati. Non pensare che esistano solo poeti nati - è sbagliato. Ci sono anche negozianti nati. Qualsiasi cosa tu faccia di loro, diventeranno negozianti; ovunque si trovino, apriranno un negozio. È inevitabile!
Lascia che te lo ricordi ancora: tutto è sogno, ma se riesci a goderne consapevolmente, quella gioia non è sogno - quella gioia è la meta di tutte le religioni. E se tutto è sogno, puoi goderne di più. In questo caso, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Se il arriva il successo, bene; se arriva il fallimento, bene.
Tratto da: OSHO Take it Easy

L’uomo fa fatica a stabilizzare i movimenti caotici dei suoi pensieri e a fissare il loro flusso in una direzione prescelta.
Per risolvere questo problema posso proporvi una tecnica semplice e al tempo stesso molto efficace. Dovrete prendere due block notes, uno per gli appunti del mattino e l’altro per quelli della sera. Al mattino dovrete scrivere una pagina di dichiarazioni, cioè le impostazioni di ciò che vorreste raggiungere, ma le dovrete scrivere in toni positivi, affermativi, come se aveste già ottenuto tutto o se foste sicuri che inevitabilmente lo otterrete. La sera, invece, dovrete segnarvi le constatazioni, cioè i movimenti che, nel corso della giornata, vi hanno portato ad avvicinarvi al vostro fine.
In questo modo al mattino verrà eseguita la dichiarazione (ovverossia la visualizzazione del fine), mentre alla sera verrà attuata la constatazione (cioè la visualizzazione del processo).
Nella dichiarazione dovranno essere trascritte delle impostazioni in veste di forme-pensiero legate al vostro fine, per il futuro imminente e per quello in prospettiva. Formulate chiaramente i vostri pensieri, ciò cui aspirate in generale e in particolare, ciò che volete ottenere. Non si tratterà di uno scenario di sviluppo degli eventi, ma della descrizione del risultato finale. Gli scenari, come dovete sapere, non sono determinati da voi, ma dall’intenzione esterna e dalla corrente delle varianti, a mano a mano che si aprono le porte.
Quando producete una constatazione, invece, è come se compilaste un giornale di bordo, con tutti gli eventi e i raggiungimenti che vi stanno avvicinando al ne. Tutti i momenti positivi. La constatazione confermerà e ra orzerà le vostre forme-pensiero dichiarative.
Nel fare ciò, osservate i seguenti princìpi:
• La constatazione dev’essere selettiva, contenere solo ciò che serve. • La dichiarazione dev’essere mirata, contenere solo ciò che serve. • Il vettore dev’essere nettamente diretto verso il fine, senza sguardi al passato, al presente e all’esperienza degli altri.
In questo modo darete una configurazione al vostro mondo, selezionando con il raggio della vostra attenzione tutto ciò che ci dev’essere. Così trasmettete il vostro film. Disegnate non ciò che vedete ma proprio ciò che volete vedere.
Quando formulate i vostri pensieri e le vostre aspirazioni in forma scritta, si innescano automaticamente l’anima e la ragione. Non serve inventare ogni volta dei testi nuovi. Si possono ripetere ogni giorno gli stessi, magari aggiungendoci delle variazioni. Ripetendo e confermando il quadro del vostro mondo, trasmettete il vostro film.
Se dedicherete a questa tecnica, ogni giorno, mattina e sera, alcuni minuti di attenzione mirata, vedrete presto che i vostri pensieri si metteranno in ordine e l’intenzione comincerà a tradursi in realtà.
Riepilogo
- Nella vostra realtà ciò che disegnate lo vedete, la gente fa il contrario: ciò che vede, disegna.
- L’uomo non è padrone del proprio proiettore. Egli gira inconsciamente e indolentemente la pellicola che gli è stata imposta dalle circostanze.
-Diventate padroni del vostro proiettore! Fateci girare dentro non ciò che vedete ma ciò che volete vedere. Gestendo il corso dei vostri pensieri, gestite la realtà. Guardatevi intorno: la maggior parte delle persone è immersa in uno stato letargico, di sogno a occhi aperti. Sembrano dei ricevitori di programmi trasmessi da qualche parte dall’esterno. Sembra che stiano guardando un film altrui. Voi invece dovete diventare trasmettitori, proiettare il vostro film.
La realtà non cambierà immediatamente. All’inizio, per inerzia, continuerà il triste serial di prima. Ma se per un tempo sufficientemente lungo riuscirete a trasmettere con fermezza la vostra intenzione, nel vecchio serial cominceranno pian piano a comparire le prime immagini del nuovo programma e alla fine la nuova realtà sostituirà completamente la precedente.

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