giovedì 30 gennaio 2020

Federico II di Svevia: era davvero l’Anticristo?


Federico II di Svevia visse tra il XII e il XIII secolo, diventando nel tempo Re di Sicilia, Duca di Svevia, Re dei Romani e poi Imperatore del Sacro Romano Impero. Conosciuto con gli appellativi stupor mundi (“meraviglia o stupore del mondo”) o puer Apuliae, Federico II, nipote di Federico Barbarossa, era dotato di una personalità poliedrica e affascinante.


Fin dalla sua epoca ha polarizzato l’attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Per i suoi sostenitori Federico II fu un buon imperatore, in grado di difendere i diritti dell’Impero romano-germanico e del Regno di Sicilia dalle ingerenze del papato. Per il papa Gregorio IX invece Federico II era più che un persecutore della Chiesa ed un eretico. Egli era l’Anticristo stesso. Il papa lo paragonò addirittura alla bestia dell’Apocalisse di Giovanni, descrivendolo in una circolare del 1239 come una bestia furiosa uscita dal mare, piena di parole bestemmiatrici. Ma quale fu la colpa di Federico II? Cosa portò lo stato pontificio a un’idea tanto drastica e definitiva nei suoi confronti? Federico II aveva davvero qualcosa di maligno?

Gli amori di Federico

Il suo primo peccato fu quello di vivere l’amore in modo non convenzionale per l’epoca. Quello che si sa per certo, almeno a sentire lo scrittore e giornalista genovese, Marco Brando, è che il nipote del Barbarossa fu un playboy. Non era un sex simbol, certo, ma era attratto dal gentile sesso: ebbe quattro mogli, tre delle quali scelte per obbedire alla ragion di Stato. In più, Federico si dette da fare con un plotone di concubine e un battaglione di amanti. Per non parlare delle saracene del suo “Harem”. Pare facesse molto l’amore e non solo con le ragazze. Lo stesso brando raccontava di come Federico si divertisse anche con sciami di ragazzi di cui la sua Corte era piena zeppa. Ovviamente tutto ciò costò una scomunica all’imperatore. Ma continuiamo…

Le offese alla Chiesa

Nella lettera papale, ispirata o forse redatta dal cardinale Raniero Capocci di Viterbo, l’imperatore svevo viene dipinto come un vero miscredente: “Infatti, con la sua testarda pretesa di non essere attaccato da noi con le catene della scomunica, con la sua affermazione che la Chiesa non ha il potere… confermando così la sua eresia, egli si lascia prendere in trappola dalla propria testimonianza e mostra, in tal modo, come ciò che egli pensa sia diabolico… Questo re di pestilenza ha osato apertamente affermare che il mondo è stato ingannato da tre impostori: Gesù Cristo, Mosé e Maometto… Ha, inoltre, affermato che quelli che credevano che una vergine avesse potuto mettere al mondo il Dio che creò l’Universo erano tutti matti. E Federico ha osato aggiungere a questa eresia l’affermazione folle che nessuno può nascere se non è stato concepito da un precedente rapporto di un uomo con una donna; così egli afferma che l’uomo non dovrebbe credere nulla che non sia provato dalla forza e dalla ragione della natura“.
Insomma Federico minò più volte l’autorità della Chiesa agli occhi del mondo, mostrandosi apertamente contro Gesù Cristo, Mosé e la Vergine Maria. Con poche battute, cercò di distruggere la religione cristiana, facendo aprire gli occhi alla gente sull’impossibilità della concezione divina. Ma ciò non basta. Durante il suo impero, Federico II permise ai musulmani siciliani, che si erano rivoltati contro di lui, di professare liberamente la propria religione, destando sempre più la preoccupazione della Chiesta cristiana.

Il complotto contro Federico

Fu così che papa Innocenzo IV, tra il 1245 e il 1246, tessendo una complicata trama e coinvolgendo un gran numero di nobili, attentò alla vita dell’imperatore. Il piano prevedeva di uccidere l’imperatore in un banchetto durante la sua permanenza a Parma. Nel frattempo, truppe pontificie sarebbero dovute penetrare in Umbria appoggiando una rivolta anti imperiale. Informato per tempo della congiura, però, Federico la neutralizzò, riuscendo a catturare gli ultimi fuggitivi, rifugiati nella fortezza di Capaccio a Salerno. Su di loro si scatenò la terribile vendetta dell’imperatore, che dopo averli mutilati e accecati, li giustiziò in modo atroce. Alcuni furono arsi o squartati vivi, altri ancora rinchiusi in un sacco con dei serpenti velenosi e gettati in mare, come prevedeva un’antica legge romana contro i parricidi.

La contro propaganda

Da allora scatenò una propaganda uguale e contraria a quella della Chiesa. E se per i papi Federico era l’Anticristo in persona, l’imperatore non esitò a presentarsi come il successore di re Davide o a paragonarsi in alcune occasioni a Cristo.
Chi era quindi Federico II? Cristo o l’Anticristo? Io direi piuttosto nessuna delle due… È solo che a volte usare termini spaventosi o grandiosi smuove gli animi della gente, portandola a credere ciò che si vuole e convogliandola nella direzione voluta.

Nessun commento:

Posta un commento